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Victoria Adame – 8 gr / 25 mm
La fotografia come esperienza, i frammenti di un viaggio costante e noi spettatori che diventiamo i narratori.
Un percorso sensoriale che parte dalla fotografia e si fonde con l’installazione.
Comunicato stampa
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Frammenti di un viaggio che si svolge nel presente in modo costante, nonostante non siano sempre momenti eclatanti, sono straordinari perché spesso non ci soffermiamo a vederli.
Victoria Adame, artista spagnola, ci parla di muri umidi che contengono la memoria di tanti e di nessuno, del silenzio e della loro trasformazione invisibile, ci inserisce in un puzzle di immagini apparentemente slegate che invitano lo spettatore a creare una narrativa, donandoci il ruolo di storyteller. Come curatrici rispondiamo alle sue opere creando un filo narrativo passivo che ammette altri paragrafi, abbiamo unito solo alcuni punti, definito legami e altre dissonanze come lei chiama le sue immagini. La fotografia diventa così un'esperienza, questione non più semplice in un mondo sopraffatto da immagini.
Proprio dall'esperienza personale e biografica decide di proporre all'interno di questo viaggio, le persone, le stagioni, i colori che diventano all'improvviso sfuocati, come un miope che stanco si è appena tolto le lenti. Vedere attraverso la miopia trasformata in immagine può sembrare l'antitesi dell'accademismo fotografico ma è proprio questa intimità, questa umanità, questa vicinanza che rende le opere di Victoria una discussione aperta sulla nostra cecità, magari quella auto imposta oppure una dove dovremo vivere per un po'.
Victoria Adame, artista spagnola, ci parla di muri umidi che contengono la memoria di tanti e di nessuno, del silenzio e della loro trasformazione invisibile, ci inserisce in un puzzle di immagini apparentemente slegate che invitano lo spettatore a creare una narrativa, donandoci il ruolo di storyteller. Come curatrici rispondiamo alle sue opere creando un filo narrativo passivo che ammette altri paragrafi, abbiamo unito solo alcuni punti, definito legami e altre dissonanze come lei chiama le sue immagini. La fotografia diventa così un'esperienza, questione non più semplice in un mondo sopraffatto da immagini.
Proprio dall'esperienza personale e biografica decide di proporre all'interno di questo viaggio, le persone, le stagioni, i colori che diventano all'improvviso sfuocati, come un miope che stanco si è appena tolto le lenti. Vedere attraverso la miopia trasformata in immagine può sembrare l'antitesi dell'accademismo fotografico ma è proprio questa intimità, questa umanità, questa vicinanza che rende le opere di Victoria una discussione aperta sulla nostra cecità, magari quella auto imposta oppure una dove dovremo vivere per un po'.
27
luglio 2023
Victoria Adame – 8 gr / 25 mm
Dal 27 al 30 luglio 2023
arte contemporanea
Location
CHIASSO PERDUTO
Firenze, Via dè Coverelli, 4r, (FI)
Firenze, Via dè Coverelli, 4r, (FI)
Orario di apertura
da venerdì a domenica dalle 15:00 alle 19:00
Vernissage
27 Luglio 2023, 18:00
Sito web
Autore
Curatore
Progetto grafico