L'evento si caratterizza come un'antologica dell'opera dell'artista Vincenzo Martini, attraverso oltre cinquanta dipinti che ne tracciano la storia: da una pittura a torto creduta dai critici come naif a una esecuzione maggiormente consapevole e originale, affidata alla poetica delle "piccole cose", dell'"umiltà" che vede, come protagonisti, attori agiti sul palcoscenico della vita, i frati francescani.
Il pittore, che ha partecipato con successo al Festival dei Due Mondi di Spoleto, ha scelto la sua regione natale, l'Umbria, come terra di elezione e come fonte di ispirazione per opere che parlano di un mondo antico, risalente al Duecento, quando San Francesco operò quella rivoluzionaria mutazione dei costumi, delle menti e, soprattutto, di un certo modo di essere, ritornando a una povertà che lo condusse, insieme con chi volle seguirlo, a una ricchezza di spirito.
Riflettendo su questi temi alti, in modo spirituale, Martini ne ha fatto il 'leit motiv' della propria pittura, creando icone: famosissimi sono ormai i suoi 'fraticelli' che affollano allegramente i borghi medievali raffigurati con sempre maggiore scarto creativo rispetto al reale, e che, con azioni e opere del vivere quotidiano, ci fanno meditare a lungo su una vita spesa troppo di corsa: la nostra.