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Vincere il Tempo. I Collezionisti: la passione per l’arte e il dono alla città
Il nuovo allestimento della selezione di opere dalle raccolte dell’Accademia Carrara di Bergamo.
Comunicato stampa
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Mentre la monumentale sede neoclassica dell’Accademia Carrara di Bergamo è in restauro, l’esposizione della selezione maggiore delle sue raccolte, allestita dal 2008 nel Palazzo della Ragione di Bergamo Alta, lascia il posto a una nuova rassegna che ripercorre quella storia collezionistica che, inaugurata alla metà del XVIII secolo dal conte Carrara e tutt’oggi viva, fa ancora oggi della Pinacoteca un unicum nel panorama museale europeo.
Fondata nel 1785 dal conte Giacomo Carrara e arricchita in oltre duecento anni di storia dai lasciti di grandi conoscitori come Guglielmo Lochis (pervenuto nel 1866), Giovanni Morelli (1891), e in tempi più recenti Federico Zeri (1998), la Carrara è il frutto dalla generosità anche di molti altri cultori.
Memoria e simbolo del collezionismo italiano, che ha preservato capolavori assoluti della storia dell’arte, da Pisanello a Foppa, da Bellini a Mantegna, da Raffaello a Tiziano.
La mostra Vincere il Tempo. I Collezionisti: la passione per l’arte e il dono alla città racconta una storia affascinante e ininterrotta in cui si intrecciano mecenatismo e profondo senso civico, rievocando, attraverso i “doni” alla città di Bergamo, le figure di quegli illuminati collezionisti che scelsero la Carrara per trasformare la magnificenza privata in pubblica, riconoscendo nell’oggetto artistico non più un bene da custodire e godere in secreto, quanto un tassello nell'ambito del mosaico del patrimonio artistico della nazione, dunque visibile e accessibile.
Vincere il Tempo è la sfida vinta da quei raffinati collezionisti, che coltivarono per tutta la vita l’idea di offrire al godimento pubblico le opere d’arte che andavano raccogliendo.
L’invito è dunque ad entrare nel mondo del collezionismo che ha fatto la grandezza della Carrara, avvicinando i protagonisti, anche sotto un profilo umano, per scoprirne le personalità, conoscere le passioni che li hanno sospinti, le ragioni che hanno guidato le loro scelte, le occasioni che sono stati capaci di cogliere. Ma anche la determinazione con cui preservarono le proprie raccolte dallo smembramento e dagli appetiti dei più importanti musei d’Europa, per affidarle, infine, all’Accademia Carrara di Bergamo.
Nella Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione di Bergamo Alta, nel progetto di allestimento di Mario e Tommaso Botta, significative sequenze dalle collezioni di Giacomo Carrara, Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli, introducono a tutto questo, mentre ai loro ritratti, ad opera di pittori e scultori che li frequentarono, è affidato il compito di renderci familiari i loro volti e il loro modo di essere.
Ad accogliere il visitatore è la sezione Di collezione in collezione, in cui quindici dipinti, tra ‘500 e ‘800, testimoniano la qualità e la vivacità culturale dei collezionisti della città. Tra loro Francesco Baglioni, Maria Ricotti Caleppio, Cesare Pisoni, Carlo Ceresa, che nel donare il meglio delle proprie raccolte all’Accademia Carrara, avvalorano il progetto del fondatore: da Lazzaro Bastiani a Piccio, passando per Francesco Guardi, con la presenza di artisti stranieri, a dare ragione del carattere internazionale delle raccolte.
Si entra quindi nell’universo dei grandi collezionisti con la Raccolta Carrara, quella del fondatore della Pinacoteca, con la quale attuò il progetto maturato nell’arco di un’intera vita: collezionare arte, con competenza, per metterla nella disponibilità di tutti e adoperare il suo alto potenziale educativo per formare giovani artisti. Due assunti che Giacomo Carrara(1714-1796) mise in atto alla fine del Settecento a Bergamo, aprendo una Galleria con annessa Scuola di pittura.
Composta tra il 1755 e il 1796, la raccolta, in origine costituita da più di 1200 dipinti, si distingue per la sua ricchezza. L’attenzione del collezionista si concentra sulla pittura del Rinascimento (Foppa), rivela la qualità degli artisti di origine bergamasca (Moroni, Salmeggia, Ceresa, Fra’ Galgario), ma si interessa anche all’arte contemporanea (Capella).
Fra i commissari della Galleria fondata dal Carrara che nel 1835 promossero la vendita all’asta di parte della sua raccolta, vi era anche Guglielmo Lochis, destinato a diventare il secondo importante “donatore” della Pinacoteca cittadina, che nella circostanza acquistò più di 250 quadri per arricchire la sua straordinaria collezione, per la quale fece edificare una sede ad hoc sul modello del Pantheon, la Pinacoteca alle Crocette di Mozzo, aperta a chiunque volesse visitarla, ma destinata soprattutto a riscuotere l’ammirazione di connoisseur, turisti, nobili e reali d’Europa, che consideravano questa collezione una tappa obbligatoria nei loro tour.
Nella sezione della mostra dedicata alla Raccolta Lochis, la statura culturale di Guglielmo Lochis (1789-1859), uomo della Restaurazione, si rispecchia nella sua selezionatissima raccolta. I 240 dipinti pervenuti all’Accademia Carrara configurano una ricognizione sistematica delle maggiori scuole artistiche italiane, dai maestri del quattro e cinquecento (Tura, Bellini), alla pittura veneta del settecento (Tiepolo, Longhi, Guardi). Unica eccezione il barocco, assente dalla raccolta.
Sebbene fosse lusingato dall’allora direttore della National Gallery sir Charles Eastlake perché esportasse a Londra la collezione, Lochis fu determinato nel non volerla smembrare, nella speranza di consegnare intatta la sua Pinacoteca alla città di Bergamo. Alla sua morte, tuttavia, le sue disposizioni testamentarie furono disattese. La raccolta fu smembrata ma il Comune di Bergamo optò per una soluzione che consentisse di preservare e fare confluire nell’Accademia Carrara 240 opere selezionate da una commissione di esperti, di cui fece parte Giovanni Morelli che sarebbe stato protagonista della terza eccellenza delle raccolte donate alla Carrara.
Alla Raccolta Morelli è infatti dedicata un’altra sezione della mostra. Conoscitore di profilo europeo Giovanni Morelli (1816-1891), patriota d’ispirazione liberale e senatore del regno, è noto per aver posto le basi di un metodo comparativo per lo studio delle opere d’arte. La sua raccolta, costellata di autentici capolavori (Pisanello, Bellini), è composta da un centinaio di dipinti e di alcune sculture, a documentare in particolare la pittura toscana (Botticelli) e la fiammingo-olandese.
La mostra conduce, infine, all’incontro “a tu per tu” con I protagonisti. Dalle personalità molto diverse, e non solo per le differenti epoche in cui sono vissuti, i protagonisti di questa storia collezionistica si presentano nella loro apparenza fisica, attraverso una sequenza di ritratti eseguiti da Fra’ Galgario, Piccio e Franz von Lenbach.
Una sezione speciale del nuovo allestimento dell’Accademia Carrara è riservata ad un work in progress di presentazione di restauri, donazioni, approfondimenti, scoperte scientifiche, collezioni meno note.
Il primo Focus è non a caso dedicato a Federico Zeri (1921-1998), il grande storico dell’arte che, lasciando in dono la sua collezione di sculture alla Carrara, ha voluto legare il suo nome a quelli dei grandi conoscitori dei secoli passati che hanno formato il patrimonio del museo. Anch’egli, resistendo fino all’ultimo alle lusinghe francesi, consegnò la sua eredità artistica - 46 opere, datate tra il '400 e l’800, da Pietro Bernini a Domenico Guidi, da Alessandro Vittoria a Nicolas Cordier, con una predilezione per il barocco romano – all’Accademia Carrara, tramandando al futuro la sua immagine di collezionista.
Fondata nel 1785 dal conte Giacomo Carrara e arricchita in oltre duecento anni di storia dai lasciti di grandi conoscitori come Guglielmo Lochis (pervenuto nel 1866), Giovanni Morelli (1891), e in tempi più recenti Federico Zeri (1998), la Carrara è il frutto dalla generosità anche di molti altri cultori.
Memoria e simbolo del collezionismo italiano, che ha preservato capolavori assoluti della storia dell’arte, da Pisanello a Foppa, da Bellini a Mantegna, da Raffaello a Tiziano.
La mostra Vincere il Tempo. I Collezionisti: la passione per l’arte e il dono alla città racconta una storia affascinante e ininterrotta in cui si intrecciano mecenatismo e profondo senso civico, rievocando, attraverso i “doni” alla città di Bergamo, le figure di quegli illuminati collezionisti che scelsero la Carrara per trasformare la magnificenza privata in pubblica, riconoscendo nell’oggetto artistico non più un bene da custodire e godere in secreto, quanto un tassello nell'ambito del mosaico del patrimonio artistico della nazione, dunque visibile e accessibile.
Vincere il Tempo è la sfida vinta da quei raffinati collezionisti, che coltivarono per tutta la vita l’idea di offrire al godimento pubblico le opere d’arte che andavano raccogliendo.
L’invito è dunque ad entrare nel mondo del collezionismo che ha fatto la grandezza della Carrara, avvicinando i protagonisti, anche sotto un profilo umano, per scoprirne le personalità, conoscere le passioni che li hanno sospinti, le ragioni che hanno guidato le loro scelte, le occasioni che sono stati capaci di cogliere. Ma anche la determinazione con cui preservarono le proprie raccolte dallo smembramento e dagli appetiti dei più importanti musei d’Europa, per affidarle, infine, all’Accademia Carrara di Bergamo.
Nella Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione di Bergamo Alta, nel progetto di allestimento di Mario e Tommaso Botta, significative sequenze dalle collezioni di Giacomo Carrara, Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli, introducono a tutto questo, mentre ai loro ritratti, ad opera di pittori e scultori che li frequentarono, è affidato il compito di renderci familiari i loro volti e il loro modo di essere.
Ad accogliere il visitatore è la sezione Di collezione in collezione, in cui quindici dipinti, tra ‘500 e ‘800, testimoniano la qualità e la vivacità culturale dei collezionisti della città. Tra loro Francesco Baglioni, Maria Ricotti Caleppio, Cesare Pisoni, Carlo Ceresa, che nel donare il meglio delle proprie raccolte all’Accademia Carrara, avvalorano il progetto del fondatore: da Lazzaro Bastiani a Piccio, passando per Francesco Guardi, con la presenza di artisti stranieri, a dare ragione del carattere internazionale delle raccolte.
Si entra quindi nell’universo dei grandi collezionisti con la Raccolta Carrara, quella del fondatore della Pinacoteca, con la quale attuò il progetto maturato nell’arco di un’intera vita: collezionare arte, con competenza, per metterla nella disponibilità di tutti e adoperare il suo alto potenziale educativo per formare giovani artisti. Due assunti che Giacomo Carrara(1714-1796) mise in atto alla fine del Settecento a Bergamo, aprendo una Galleria con annessa Scuola di pittura.
Composta tra il 1755 e il 1796, la raccolta, in origine costituita da più di 1200 dipinti, si distingue per la sua ricchezza. L’attenzione del collezionista si concentra sulla pittura del Rinascimento (Foppa), rivela la qualità degli artisti di origine bergamasca (Moroni, Salmeggia, Ceresa, Fra’ Galgario), ma si interessa anche all’arte contemporanea (Capella).
Fra i commissari della Galleria fondata dal Carrara che nel 1835 promossero la vendita all’asta di parte della sua raccolta, vi era anche Guglielmo Lochis, destinato a diventare il secondo importante “donatore” della Pinacoteca cittadina, che nella circostanza acquistò più di 250 quadri per arricchire la sua straordinaria collezione, per la quale fece edificare una sede ad hoc sul modello del Pantheon, la Pinacoteca alle Crocette di Mozzo, aperta a chiunque volesse visitarla, ma destinata soprattutto a riscuotere l’ammirazione di connoisseur, turisti, nobili e reali d’Europa, che consideravano questa collezione una tappa obbligatoria nei loro tour.
Nella sezione della mostra dedicata alla Raccolta Lochis, la statura culturale di Guglielmo Lochis (1789-1859), uomo della Restaurazione, si rispecchia nella sua selezionatissima raccolta. I 240 dipinti pervenuti all’Accademia Carrara configurano una ricognizione sistematica delle maggiori scuole artistiche italiane, dai maestri del quattro e cinquecento (Tura, Bellini), alla pittura veneta del settecento (Tiepolo, Longhi, Guardi). Unica eccezione il barocco, assente dalla raccolta.
Sebbene fosse lusingato dall’allora direttore della National Gallery sir Charles Eastlake perché esportasse a Londra la collezione, Lochis fu determinato nel non volerla smembrare, nella speranza di consegnare intatta la sua Pinacoteca alla città di Bergamo. Alla sua morte, tuttavia, le sue disposizioni testamentarie furono disattese. La raccolta fu smembrata ma il Comune di Bergamo optò per una soluzione che consentisse di preservare e fare confluire nell’Accademia Carrara 240 opere selezionate da una commissione di esperti, di cui fece parte Giovanni Morelli che sarebbe stato protagonista della terza eccellenza delle raccolte donate alla Carrara.
Alla Raccolta Morelli è infatti dedicata un’altra sezione della mostra. Conoscitore di profilo europeo Giovanni Morelli (1816-1891), patriota d’ispirazione liberale e senatore del regno, è noto per aver posto le basi di un metodo comparativo per lo studio delle opere d’arte. La sua raccolta, costellata di autentici capolavori (Pisanello, Bellini), è composta da un centinaio di dipinti e di alcune sculture, a documentare in particolare la pittura toscana (Botticelli) e la fiammingo-olandese.
La mostra conduce, infine, all’incontro “a tu per tu” con I protagonisti. Dalle personalità molto diverse, e non solo per le differenti epoche in cui sono vissuti, i protagonisti di questa storia collezionistica si presentano nella loro apparenza fisica, attraverso una sequenza di ritratti eseguiti da Fra’ Galgario, Piccio e Franz von Lenbach.
Una sezione speciale del nuovo allestimento dell’Accademia Carrara è riservata ad un work in progress di presentazione di restauri, donazioni, approfondimenti, scoperte scientifiche, collezioni meno note.
Il primo Focus è non a caso dedicato a Federico Zeri (1921-1998), il grande storico dell’arte che, lasciando in dono la sua collezione di sculture alla Carrara, ha voluto legare il suo nome a quelli dei grandi conoscitori dei secoli passati che hanno formato il patrimonio del museo. Anch’egli, resistendo fino all’ultimo alle lusinghe francesi, consegnò la sua eredità artistica - 46 opere, datate tra il '400 e l’800, da Pietro Bernini a Domenico Guidi, da Alessandro Vittoria a Nicolas Cordier, con una predilezione per il barocco romano – all’Accademia Carrara, tramandando al futuro la sua immagine di collezionista.
10
dicembre 2010
Vincere il Tempo. I Collezionisti: la passione per l’arte e il dono alla città
Dal 10 dicembre 2010 al 30 settembre 2011
arte antica
Location
PALAZZO DELLA RAGIONE
Bergamo, Piazza Vecchia, (Bergamo)
Bergamo, Piazza Vecchia, (Bergamo)
Biglietti
Intero: € 5,00; Ridotto e gruppi: € 3,00; Scuole, giovani card e family card: € 1,50
Agevolazione: Bergamo Card
Convenzione famiglie: Genitori biglietto intero, figli omaggio (fino a 18 anni compiuti)
Orario di apertura
Estivo: da giugno a settembre - martedì - domenica 10-21; sabato sino alle 23.
Invernale: da ottobre a maggio - martedì - venerdì: 9,30-17,30; sabato e domenica: 10-18.
Chiusura: lunedì non festivi, 25 dicembre, 1 gennaio
Vernissage
10 Dicembre 2010, ore 18
Ufficio stampa
B@BELE
Autore
Curatore