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Vittore Antonio Cargnel – Bianche sensazioni
La neve in Cargnel, ancora prima che manifestazione simbolica, è vero evento atmosferico: a riprova di ciò gioca la ricorrenza del tema che aumenta esponenzialmente col trasferimento dell’artista prima nel trevigiano e poi in Friuli, dove le nevicate sono episodi per nulla eccezionali.
Comunicato stampa
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La neve in Cargnel, ancora prima che manifestazione simbolica, è vero evento atmosferico: a riprova di ciò gioca la ricorrenza del tema che aumenta esponenzialmente col trasferimento dell’artista prima nel trevigiano e poi in Friuli, dove le nevicate sono episodi per nulla eccezionali. La presenza della neve colloca immediatamente la veduta nella stagione invernale, in cui le rare figure, quasi ombre in molti casi, escono dallo loro case per seguire le funzioni religiose: ombre appena abbozzate si infilano in una processione silenziosa in cui il rumore dei passi sembra attutito fisicamente dalla coltre di neve. In assenza di un’immagine di Inverno, esposto al Glaspalast di Monaco di Baviera nel 1901, è presumibile che il primo paesaggio imbiancato di Cargnel sia Ultima neve del 1906.
Quando l’artista si avvicina al tema ha di certo presenti le eccezionali accensioni luministiche di Ippolito Caffi e soprattutto le vette innevate di Guglielmo Ciardi, ripreso a sua volta anche da Francesco Sartorelli nel grande Mattino esposto alla Biennale di Venezia del 1897.
Secondo la lezione monacense la neve di Cargnel ha corpo fisico, è tattile: la trattazione della materia cromatica di Bach in Winter di Paul Crodel, esposto alla mostra del Glaspalast nel 1901, riaffiora a tutti gli effetti in Inverno del 1910, quanto in Via di paese - Poffabro (1912) o Fiera di Primiero (1924).
Attraverso un calibrato impiego dei bianchi alcune opere, come Mattino invernale, Sole d’inverno o Fratta di Sacile riescono persino a trasmettere l’effettivo gelo dell’inverno friulano.
Quando l’artista si avvicina al tema ha di certo presenti le eccezionali accensioni luministiche di Ippolito Caffi e soprattutto le vette innevate di Guglielmo Ciardi, ripreso a sua volta anche da Francesco Sartorelli nel grande Mattino esposto alla Biennale di Venezia del 1897.
Secondo la lezione monacense la neve di Cargnel ha corpo fisico, è tattile: la trattazione della materia cromatica di Bach in Winter di Paul Crodel, esposto alla mostra del Glaspalast nel 1901, riaffiora a tutti gli effetti in Inverno del 1910, quanto in Via di paese - Poffabro (1912) o Fiera di Primiero (1924).
Attraverso un calibrato impiego dei bianchi alcune opere, come Mattino invernale, Sole d’inverno o Fratta di Sacile riescono persino a trasmettere l’effettivo gelo dell’inverno friulano.
16
dicembre 2008
Vittore Antonio Cargnel – Bianche sensazioni
Dal 16 dicembre 2008 al 15 febbraio 2009
arte moderna
Location
BANCA POPOLARE FRIULADRIA – PALAZZO COSSETTI
Pordenone, Piazzale Xx Settembre, 2, (Pordenone)
Pordenone, Piazzale Xx Settembre, 2, (Pordenone)
Orario di apertura
lun-ven ore 8.30-13.30/14.30-17.30
Vernissage
16 Dicembre 2008, ore 12
Autore
Curatore