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Vittorio Avondo – Il paesaggio dell’Ottocento
In occasione del centenario della morte, l’esposizione intende presentare, attraverso dipinti, fotografie e documenti, la figura di ampio interesse storico e culturale di un personaggio che, accanto alla sua originaria vocazione pittorica, ha rimarcato nel corso dell’intensa carriera uno spiccato interesse per le antichità e il collezionismo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Fondazione Cosso presenta un nuovo evento espositivo dedicato a uno dei principali artisti della pittura paesaggistica dell’Ottocento piemontese: Vittorio Avondo. In occasione del centenario della morte, l’esposizione intende presentare, attraverso dipinti, fotografie e documenti, la figura di ampio interesse storico e culturale di un personaggio che, accanto alla sua originaria vocazione pittorica, ha rimarcato nel corso dell'intensa carriera uno spiccato interesse per le antichità e il collezionismo.
Nel 1936 Torino omaggia la figura di Avondo con una personale nel centenario della nascita, a cura del Museo Civico. Delle 69 opere esposte, tre appartenevano alla Contessa Sofia di Bricherasio e quattro vedute di campagna romana alla famiglia del pinerolese Ernesto Bertea. Questa mostra al Castello di Miradolo – a cura di Daniela Magnetti – intende cercare di ricostruire l'evento espositivo del 1936 riportando sul territorio l'opera pittorica di un artista amato dal lungimirante mecenatismo della contessa di Bricherasio e dagli artisti locali. Sono esposti 42 dipinti di Avondo, un ritratto del pittore a mezzo busto, libretti d’opera, fotografie e oggetti personali appartenuti ad Avondo.
Vittorio Avondo nasce a Torino il 10 agosto 1836. Discendente di un’agiata famiglia vercellese originaria di Lozzolo e Serravalle Sesia, il padre avvocato e docente universitario, Avondo coltiva la passione per l’arte e l’antiquariato superando le resistenze paterne. Dal 1852 al 1856 Avondo è in Svizzera, dove conosce Antonio Fontanesi e frequenta per quattro anni lo studio di Alexandre Calame. Nel 1855, in occasione di un soggiorno a Parigi per l’Esposizione Universale, ha l’opportunità di cogliere le novità del naturalismo francese di Rousseau, Courbet e Corot. L’ammirazione per quest’ultimo e per i paesisti di Fontainebleau risultano determinanti per il superamento della fase calamista e l’accostamento ai modi francesizzanti di Menn e Castan. Nel 1857 si trasferisce a Roma dove ha opportunità di stringere amicizie che incideranno profondamente sulla sua evoluzione: da Fortuny a D’Andrea, da Nino Costa all’ambiente inglese. Questi elementi costituiscono componenti importanti per l’acquisizione di un suo linguaggio indipendente con l’avvio di proficui studi sulla campagna romana, terra che, anche a distanza di molti anni, continuerà ad ispirarlo. All’inizio del decennio successivo soggiorna per brevi periodi in Piemonte, in particolare nel vercellese e nel canavese, dove sin dal 1862 è in rapporto con Pittara e il gruppo di Rivara. Campagna presso Gattinara, 1867 (GAM, Torino) rappresenta uno dei risultati più significativi legati a quest’ambito.
Avondo è un personaggio eclettico, uomo di cultura, studioso e collezionista d’arte antica, condivide l’impegno di De Andrade per il recupero e la valorizzazione dell’arte e dell’architettura medioevali. Nel 1872 acquista e restaura con De Andrade il Castello di Issogne in Val d’Aosta, che donerà poi allo Stato nel 1907. Una decina di anni più tardi fornisce indicazioni per i lavori di Palazzo Silva a Domodosssola, quindi, nel 1884 collabora con De Andrade alla costruzione del Borgo Medioevale di Torino e, l’anno successivo, è impegnato nel restauro di Casa Cavassa a Saluzzo. Numerosi sono i suoi impegni pubblici, come quello per il nuovo ordinamento del Museo del Bargello di Firenze, per il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, per l’Esposizione Generale Italiana di Torino nel 1898, per la Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti. Nel 1890 diventa direttore del Museo Civico torinese, di cui arricchisce le collezioni con qualificati acquisti della coeva pittura di paesaggio. Muore a Torino il 6 dicembre 1910.
Con questo nuovo appuntamento la Fondazione Cosso rinnova, nel suo secondo anno di attività, lo spirito di conoscenza e di confronto con culture diverse e nello stesso tempo sottolinea il forte legame con il territorio pinerolese.
Come di consueto, legati alla mostra ci saranno laboratori e attività didattiche di vario genere, pensati appositamente per le scuole, per gli adulti e per le famiglie: Bimbi al Castello con tematiche sia artistiche che naturalistiche, Le mani in mostra e le letture animate di Leggero Leggerò.
Inoltre, ad accompagnare i visitatori durante il percorso espositivo, ci saranno nuovamente delle installazioni musicali dal vivo.
Nel 1936 Torino omaggia la figura di Avondo con una personale nel centenario della nascita, a cura del Museo Civico. Delle 69 opere esposte, tre appartenevano alla Contessa Sofia di Bricherasio e quattro vedute di campagna romana alla famiglia del pinerolese Ernesto Bertea. Questa mostra al Castello di Miradolo – a cura di Daniela Magnetti – intende cercare di ricostruire l'evento espositivo del 1936 riportando sul territorio l'opera pittorica di un artista amato dal lungimirante mecenatismo della contessa di Bricherasio e dagli artisti locali. Sono esposti 42 dipinti di Avondo, un ritratto del pittore a mezzo busto, libretti d’opera, fotografie e oggetti personali appartenuti ad Avondo.
Vittorio Avondo nasce a Torino il 10 agosto 1836. Discendente di un’agiata famiglia vercellese originaria di Lozzolo e Serravalle Sesia, il padre avvocato e docente universitario, Avondo coltiva la passione per l’arte e l’antiquariato superando le resistenze paterne. Dal 1852 al 1856 Avondo è in Svizzera, dove conosce Antonio Fontanesi e frequenta per quattro anni lo studio di Alexandre Calame. Nel 1855, in occasione di un soggiorno a Parigi per l’Esposizione Universale, ha l’opportunità di cogliere le novità del naturalismo francese di Rousseau, Courbet e Corot. L’ammirazione per quest’ultimo e per i paesisti di Fontainebleau risultano determinanti per il superamento della fase calamista e l’accostamento ai modi francesizzanti di Menn e Castan. Nel 1857 si trasferisce a Roma dove ha opportunità di stringere amicizie che incideranno profondamente sulla sua evoluzione: da Fortuny a D’Andrea, da Nino Costa all’ambiente inglese. Questi elementi costituiscono componenti importanti per l’acquisizione di un suo linguaggio indipendente con l’avvio di proficui studi sulla campagna romana, terra che, anche a distanza di molti anni, continuerà ad ispirarlo. All’inizio del decennio successivo soggiorna per brevi periodi in Piemonte, in particolare nel vercellese e nel canavese, dove sin dal 1862 è in rapporto con Pittara e il gruppo di Rivara. Campagna presso Gattinara, 1867 (GAM, Torino) rappresenta uno dei risultati più significativi legati a quest’ambito.
Avondo è un personaggio eclettico, uomo di cultura, studioso e collezionista d’arte antica, condivide l’impegno di De Andrade per il recupero e la valorizzazione dell’arte e dell’architettura medioevali. Nel 1872 acquista e restaura con De Andrade il Castello di Issogne in Val d’Aosta, che donerà poi allo Stato nel 1907. Una decina di anni più tardi fornisce indicazioni per i lavori di Palazzo Silva a Domodosssola, quindi, nel 1884 collabora con De Andrade alla costruzione del Borgo Medioevale di Torino e, l’anno successivo, è impegnato nel restauro di Casa Cavassa a Saluzzo. Numerosi sono i suoi impegni pubblici, come quello per il nuovo ordinamento del Museo del Bargello di Firenze, per il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, per l’Esposizione Generale Italiana di Torino nel 1898, per la Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti. Nel 1890 diventa direttore del Museo Civico torinese, di cui arricchisce le collezioni con qualificati acquisti della coeva pittura di paesaggio. Muore a Torino il 6 dicembre 1910.
Con questo nuovo appuntamento la Fondazione Cosso rinnova, nel suo secondo anno di attività, lo spirito di conoscenza e di confronto con culture diverse e nello stesso tempo sottolinea il forte legame con il territorio pinerolese.
Come di consueto, legati alla mostra ci saranno laboratori e attività didattiche di vario genere, pensati appositamente per le scuole, per gli adulti e per le famiglie: Bimbi al Castello con tematiche sia artistiche che naturalistiche, Le mani in mostra e le letture animate di Leggero Leggerò.
Inoltre, ad accompagnare i visitatori durante il percorso espositivo, ci saranno nuovamente delle installazioni musicali dal vivo.
27
marzo 2010
Vittorio Avondo – Il paesaggio dell’Ottocento
Dal 27 marzo al 04 luglio 2010
arte moderna
Location
CASTELLO DI MIRADOLO
San Secondo Di Pinerolo, Via Cardonata, 1, (Torino)
San Secondo Di Pinerolo, Via Cardonata, 1, (Torino)
Biglietti
Intero: € 7,00
Ridotto: € 5,00 (gruppi, convenzionati, studenti fino a 26 anni, over 65, militari
Bambini sotto i 14 anni: € 3,00
Gratuito: bambini fino a 6 anni; Abbonamento musei una navetta gratuita messa a disposizione dalla Provincia di Torino collega tutti i sabati e tutte le domeniche Torino al Castello di Miradolo, con partenza alle 14.30 da Piazza CLN. Prenotazione obbligatoria
Orario di apertura
da Lunedì a giovedì 14-19 (il mattino aperto su prenotazione). da Venerdì a domenica 10–19. Aperture straordinarie lunedì 19 e 26 aprile e lunedì 3, 10 e 17 maggio, dalle 14 alle 19.
Vernissage
27 Marzo 2010, ore 10.30 su invito per la stampa. ore 15 apertura al pubblico
Editore
ALLEMANDI
Autore
Curatore