Questa mostra trae spunto da una piccola raccolta di saggi della scrittrice americana Mary McCarthy: Vivere con le cose Belle, in cui solo l’ultimo scritto tratta questo tema (Il Mulino, 1990). Oltre ai contenuti, così pertinenti, mi ha colpito anche il linguaggio piacevole della scrittrice. Mostra quindi dedicata anche agli oggetti, quasi tutti del ‘900. Solo alcuni, con i quadri sono più recenti. Mary McCarthy fa un distinguo netto tra il critico contemporaneo e lo storico dell'arte. Il primo ha una rete di amicizie con artisti e mercanti, mentre il secondo tende a stringere legami con curatori e studiosi. Come dicevo, in questa mostra non ci sono solo sculture ma anche oggetti d’uso e qualche quadro. Ogni oggetto ha una sua storia, una propria memoria. E io cerco in qualche modo di raccontarla. Non a caso ognuno di noi ama pensare che la bellezza non è soltanto un bene in sé ma è anche buona a qualcosa. Sono invidiabili quanti sono in condizione di circondarsi di cose belle – nelle forme più varie, oggetti, mobili, porcellane e quadri – non semplicemente per il piacere sensuale che deriva dal guardare o toccare questi oggetti o per il prestigio sociale che conferiscono, ma proprio per la loro natura di cose. A differenza dell'orecchio, l'occhio è un organo geloso, concupiscente e il nostro rapporto con la bellezza visiva porta in sè una certa idea di possesso o esclusione.
Mi auguro che la mostra piaccia al pubblico, nella stessa misura in cui io le ho amate e scelte.



Franklin Watts


SI RINGRAZIA FELIPE CACIOLO DELLA GALLERIA - FELIPE ART STUDIO- PER AVER SCATTATO LA FOTO