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Vladimir Pajevic / Ana Kapor
Vladimir Pajevic e Ana Kapor, entrambi originari di Belgrado, vivono a Roma ormai da diversi anni. Quarant’anni lei e cinquantasei lui, sono sposati da tempo ed il loro legame non solo ha origine nel matrimonio ma anche in una profonda passione per la pittura che è divenuta per entrambi una professione.
Comunicato stampa
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Formatisi all’Accademia di Belgrado lui e a quella di Roma lei, sono entrambi cultori della “buona tecnica” e saldamente legati alla pittura figurativa.
Espongono spesso insieme, come anche in questa occasione, ma nonostante le numerose affinità sono evidenti due percorsi ben distinti, come distinte saranno le due sezioni in cui si articolerà la mostra, i magici giardini di Pajevic l’una e le metafisiche architetture di Kapor l’altra.
Il catalogo di una recente mostra è introdotto dai testi dei due artisti stessi in cui si presentano l’un l’altro.
Da Vladimir presenta Ana:
(…) “E’ affascinata dagli sfondi e dalle architetture che nascondono, forse, il mistero dei tempi passati. Ana non ha voluto distruggere quel sogno. Lei non è mai entrata dentro gli edifici passando per i corridoi misteriosi dei castelli che dipinge, non ha percorso le maestose sale da ballo dove risuona il canto dei menestrelli, non ha mai visitato le polverose ed oscure quinte dove si consumano intrighi, congiure e drammi d’amore. Rimane affascinata soprattutto da quei dannati, misteriosi palazzi che ci danno la possibilità di sognare la loro vita interiore. I suoi quadri sono uno sguardo malinconico della Principessa imprigionata nel proprio castello, che nel cuore del Quattrocento comtemplava le colline lontane, i boschi ed il mare, sognando di viaggiare e di fuggire” (…)
Da Ana presenta Vladimir:
(…) “ A volte ho l’impressione che Vladimir stia cercando quel giardino (il giardino dei miracoli: era un mondo di quiete, d’indicibile bellezza e serenità). Talvolta lo trova ma c’è sempre un muro, un cancello rinserrato che lo separa da quel tranquillo e verde universo. Poi, anni fa, la sensazione che il giardino con il portone misterioso fosse nascosto proprio a Roma lo persuase a cercarlo dietro i muri scrostati degli antichi palazzi vestiti d’edera e addormentati in un sogno metafisico. Non ci sono numeri civici a distinguere i suoi cancelli, non ci sono divieti di parcheggio o segnali di senso unico nei muri del suo mondo estemporaneo. I quadri di Vladimir ci raccontano l’eterno sogno di serenità e solitudine, vissuto nell’ombra dell’oleandro”. (…)
quali la scelta del paesaggio come tema centrale, metafisici silenzi realismo magico, realismo romantico lui, realismo magico in entrambi il soggetto è il paesaggio, in entrambi un silenzio di tipo metafisico lei .
Espongono spesso insieme, come anche in questa occasione, ma nonostante le numerose affinità sono evidenti due percorsi ben distinti, come distinte saranno le due sezioni in cui si articolerà la mostra, i magici giardini di Pajevic l’una e le metafisiche architetture di Kapor l’altra.
Il catalogo di una recente mostra è introdotto dai testi dei due artisti stessi in cui si presentano l’un l’altro.
Da Vladimir presenta Ana:
(…) “E’ affascinata dagli sfondi e dalle architetture che nascondono, forse, il mistero dei tempi passati. Ana non ha voluto distruggere quel sogno. Lei non è mai entrata dentro gli edifici passando per i corridoi misteriosi dei castelli che dipinge, non ha percorso le maestose sale da ballo dove risuona il canto dei menestrelli, non ha mai visitato le polverose ed oscure quinte dove si consumano intrighi, congiure e drammi d’amore. Rimane affascinata soprattutto da quei dannati, misteriosi palazzi che ci danno la possibilità di sognare la loro vita interiore. I suoi quadri sono uno sguardo malinconico della Principessa imprigionata nel proprio castello, che nel cuore del Quattrocento comtemplava le colline lontane, i boschi ed il mare, sognando di viaggiare e di fuggire” (…)
Da Ana presenta Vladimir:
(…) “ A volte ho l’impressione che Vladimir stia cercando quel giardino (il giardino dei miracoli: era un mondo di quiete, d’indicibile bellezza e serenità). Talvolta lo trova ma c’è sempre un muro, un cancello rinserrato che lo separa da quel tranquillo e verde universo. Poi, anni fa, la sensazione che il giardino con il portone misterioso fosse nascosto proprio a Roma lo persuase a cercarlo dietro i muri scrostati degli antichi palazzi vestiti d’edera e addormentati in un sogno metafisico. Non ci sono numeri civici a distinguere i suoi cancelli, non ci sono divieti di parcheggio o segnali di senso unico nei muri del suo mondo estemporaneo. I quadri di Vladimir ci raccontano l’eterno sogno di serenità e solitudine, vissuto nell’ombra dell’oleandro”. (…)
quali la scelta del paesaggio come tema centrale, metafisici silenzi realismo magico, realismo romantico lui, realismo magico in entrambi il soggetto è il paesaggio, in entrambi un silenzio di tipo metafisico lei .
03
aprile 2004
Vladimir Pajevic / Ana Kapor
Dal 03 aprile al 06 maggio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA FORNI
Bologna, Via Farini, 26, (Bologna)
Bologna, Via Farini, 26, (Bologna)
Orario di apertura
9,30-13 e 16-19,30
chiuso lunedì mattina e festivi
Vernissage
3 Aprile 2004, ore 18
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