“L’architettura è nei grandi edifici, nelle opere difficili e reboanti tramandatici dal tempo, ma è anche nel piccolo tugurio, in un muro di recinzione, in ogni cosa sublime o modesta che contenga sufficiente geometria da stabilire un rapporto matematico” (Le Corbusier).

Dov’è l’architettura? Ognuno può provare a riscoprirla nei luoghi più disparati. Io l’ho cercata in questi spazi che hanno perso da tempo la loro funzione fisiologica, congiuntamente al nostro utilizzo e, spesso, al nostro stesso sguardo. Luoghi perduti, dimenticati, eppure carichi di suggestioni, prospettive, contrasti; strutture immerse nel silenzio, superfici dai cromatismi accesi, forme sospese nello spazio e nel tempo. Il degrado dell’opera architettonica diventa quindi motivo d’interesse e di ri-scoperta. La mia insomma è una visione che esula dalla memoria storica in senso stretto. Non si tratta, infatti, di una ricerca filologica nell’ambito dell’archeologia industriale; l’intento è piuttosto quello di osservare, di riflettere sul presente, e questo spiega anche la preferenza data all’utilizzo del colore rispetto al b/n. Questa esposizione “fotografa” i primi passi di questa mia personale ricerca.

Walter Rossignolo è nato a Torino nel 1978. Ha frequentato il corso base di fotografia e il corso avanzato di stampa b/n presso Artèvision. Si è avvicinato alla fotografia solo da pochi anni, sviluppando un interesse particolare verso la fotografia di paesaggio e la fotografia di architettura. Utilizza prevalentemente una fotocamera reflex 35mm. Attualmente collabora con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani di Torino per un progetto di documentazione fotografica.