Nell’opera di Valentini la dominante espressiva di matrice geometrica viene influenzata dai protagonisti del razionalismo astratto, quali Luigi Veronesi, Albe Steiner e Max Huber fondando il suo senso di armonia e di proporzione traendo suggerimento dal contatto con la cultura rinascimentale avvenuta durante i suoi studi presso l’Istituto di Belle Arti di Urbino, orientando così la ricerca a vantaggio dello studio dello spazio, delle forme e del loro equilibrio.
La mostra comprende una serie di 18 opere caratterizzate da linee e forme che creano architetture terrestri e aree celesti avvolte da spazi e tempi sospesi, marcati da un geometrico rigore. La familiare immagine del cielo viene interpretata come metafora dello spaesamento, mentre i segni delle traiettorie sono il tentativo di creare un percorso di avvicinamento alle forze cosmiche.
La ricerca stilistica dell’opera di Valentini è fondata sull’uso di linee, fili, chiodi e tondini passando per rivestimenti frantumati che nell’insieme si presentano come una sorta di degrado dominato dal caos, ma che in realtà vogliono essere frammenti di un universo di bellezza e di armonia.
L’artista nel tentativo di raffigurare l’infinito, che ci circonda e sovrasta, crea opere silenziose che parlano di cielo e terra, di spazio e tempo, di passato e presente, sviluppando l’interesse nel concepire lo spazio interiore con spirito di smarrimento di fronte al mistero della vita rendendo visibile la tensione e l’inquietudine.