Nato a Bondeno (FE) nel 1944, è torinese di adozione. All'inizio della sua carriera, ha frequentato per alcuni anni gli studi dei pittori torinesi Soffiantino e Calandri, apprendendo le varie tecniche pittoriche e di incisione.
Alla fine degli anni '70 ha frequentato a lungo lo studio romano di Riccardo Tommasi Ferroni, noto pittore e incisore italiano.
Dal 1988 ha alternato la sua attività in Italia a lunghi soggiorni negli Stati Uniti, dove ha esposto nelle più importanti gallerie di New York, Miami, Los Angeles e Southampton e partecipato a vari Art Expo. Collabora inoltre con importanti gallerie nelle principali capitali europee, quali Bruxelles, Parigi e Amsterdam.

Tra le mostre, citiamo: 1974 Galleria K. Frenzel Goppingen, Germania, 1982 Galleria Davico Torino, 1984 Galleria La Bussola Torino, 1988 Uptown Gallery New York, 1990 Silvretta Park Hotel Klosters Svizzera, Art Expo New York, 1991 Martin Khan Gallery Hawaii, 1992 Lev Moros Gallery Los Angeles, 1994 Centre D’Art VAAS Vence Francia, 1995 Commenoz Gallery Miami, Galleria Lorelei Bruxelles, 1997 Pieter Bruegel Gallery Amsterdam, Galleria La Tesoriera Torino, 1998 Chrysalis Gallery Southampton, Artissima Torino, 1999 Galleria Lorelei Bruxelles, Galleria Davico Torino, 2000 Galleria Nunky Parigi, 2002 Art Expo New York, 2003 Art Expo Los Angeles, 2004 Art Expo New York, 2006 Galleria Il Quadrato Chieri, Galleria Davico Torino, 2007 Museo Antinori Firenze.

Dal testo di Diego Bionda, sul catalogo della mostra: “Trovare oggi, in un pittore contemporaneo, la sapienza pittorica, la consapevolezza artistica e allo stesso tempo artigianale, che possiamo leggere nei dipinti di Walther Jervolino, è veramente cosa rara. E parlo proprio di artigianale nel senso nobile del termine, di chi costruisce la propria modernità sapendo che cosa è accaduto nei secoli prima di lui. ……. I risultati si possono apprezzare alle pareti della galleria, e suscitano ancora stupore, a dimostrazione che non solo la pittura non è morta, ma che anzi, gli appassionati sanno ancora distinguere, apprezzare ed emozionarsi. Il legame con il passato naturalmente non è mai negato: dalle citazioni dei ritratti celebri, alle scelte di supporti e tecniche rare. In una tecnica mista quale “L’Incorruttibile Van Eyck “, Jervolino racconta sei secoli d’arte in due sole immagini, che come due fotogrammi rendono l’idea dell’evoluzione dell’arte, correndo da Van Eyck a Lucio Fontana, in un accostamento che potrebbe quasi essere considerato sacrilego…….

Non è possibile raccontare la ricerca pittorica di quarant’anni di attività intensa riassumendola in meno di venti dipinti, ma sicuramente questa scelta suggerisce quali esiti la sua pittura insegua e abbia raggiunto e quali sfide con l’arte motivino ancora il suo dipingere.”