Per il quinto appuntamento di WorkUp, Silvia Sbordoni (Roma, 1979) presenta una installazione fotografica e sonora, realizzata in occasione della rassegna: un lavoro di indagine e interrogazione dello spazio “reale”, in questo caso lo spazio urbano esterno al locale.



Attraverso un processo di astrazione e depurazione, immagini e suoni del paesaggio cittadino vengono modificati secondo la percezione della realtà propria dell’artista: ci si immerge in uno spazio altro, dilatato, sospeso, assente, a noi però vagamente familiare dato che ne facciamo esperienza entrando nel locale, o lo riconosciamo attraverso le grandi vetrine che si affacciano sulla strada. Un modo per ripensare lo spazio urbano, per cambiarne la percezione, per attivare uno sguardo proprio e dunque diverso sulla realtà che è sempre la stessa, quella che abbiamo ogni giorno di fronte ai nostri occhi.



Silvia Sbordoni (Roma, 1979), laureata all’Accademia di Belle Arti di Roma, lavora con la fotografia. Nel 2004 è stata selezionata per il master di Media Art Design organizzato dalla Provincia di Roma – Assessorato alle politiche culturali, della comunicazione e dei sistemi informativi. Durante il suo percorso formativo ha collaborato all’organizzazione e alla realizzazione di alcuni progetti artistici della Fondazione Adriano Olivetti di Roma, quali Prototipi; nell’ambito della 50esima Biennale di Venezia ha partecipato al progetto europeo RADAR, Creative Human Lab in European Cities, Culture 2000 Framework Program in Venezia, come assistente dell’artista Lorenzo Scotto. Nel 2004 ha avuto le sue prime esperienze espositive presso la galleria Ellequadro documenti di Genova, con le mostre “Peter Pan” e “25! en-plein – W/M”; ha partecipato inoltre a “I solisti e la banda”, workshop organizzato dalla Fondazione Baruchello, a cura di Carla Subrizi, tenuto da Emilio Fantin e Cesare Pietroiusti.