González D’Ègara, spagnolo che vive tra Berlino e Barcellona, è
uno degli artisti più interessanti degli ultimi decenni, scrive il prof.
Carmine Benincasa. Coniuga ideale e reale, Dante e Manzoni. Ha
una visione unitaria e al contempo policentrica. Conosce il mondo
naturale così come il mondo umano. Con impeto e passione
scruta, guarda, racconta, prende le distanze o s’immedesima in ciò
che narra. Alla passione coniuga scienza e metodo, ricapitolando
Cartesio, Bacone, Pascal e Locke. Insegue le qualità estetiche del
racconto ma vi unisce libertà e tensioni ideali.

Figlio di una Spagna oppressa dall’impotenza politica di Franco,
con le sue opere narra un futuro sociale e politico da costruire. Il
presente della Spagna vive una utopia democratica con eccesso di
laicità positivista e questo dà alla sua opera una attualità inquietante
e un sapore di inattualità tematica.

Con questa seconda serie di opere dedicate alla Genesi (la prima
attualmente in mostra a Berlino), González D’Ègara spazia dal
Bereshit all’iconografia dei volti di Adamo.

La mostra, composta da 14 opere olio su legno, recentemente
ospitata a Venezia presso i Magazzini del Sale “Gardini”, sede della
RSC Bucintoro, viene ora esposta presso la Galleria Ca’ d’Oro a
Roma.

La presentazione critica affidata al prof. Carmine Benincasa avrà
luogo martedí 14 giugno alle ore 18,00.

La storica rivista Cahiers d’Art ha curato un catalogo trilingue
(italiano/spagnolo/catalano), arricchito da fotografie a colori,
che include tutte le opere presenti in mostra ed altre fra le più
rappresentative di questo nuovo percorso artistico di González
D’Ègara. I testi che accompagnano il volume sono dello stesso
prof. Carmine Benincasa, di Matilde Flori, Rodrigo Pérez Garcìa e
Andrea Barale.