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Zolla
ZOLLA, è un’operazione artistica site-specific. Il progetto è il risultato di una ricerca il cui campo d’indagine è stato un pezzo di prato spontaneo. Il lavoro è sfociato in una performance/mostra alla quale i visitatori sono chiamati a prendere parte.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Presso la Galleria Embrice, dal 4 all’11 maggio 2024, sarà presente ZOLLA, un'operazione
artistica site-specific a cura di Nooffice – Armando Mangone e Maria Luisa Priori. Il
progetto è il risultato di una ricerca condotta nell’ultimo anno e il campo d’indagine è
stato un pezzo di prato spontaneo. Il lavoro di Nooffice è sfociato in una
performance/mostra alla quale i visitatori saranno invitati a prendere parte: lo spazio
espositivo diventerà una sorta di tempio/teatro, all'interno del quale si potrà entrare e
"vedere" Zolla. La performance “gioca” sulla ritualità e i ribaltamenti di senso, sul mistero,
il disagio e i limiti della conoscenza umana, immaginando un luogo dove l'esser umano è
libero di inventare nuove forme di dialogo con l'indecifrabile “mostro”, il diverso, il nonumano. Sabato 11 maggio alle 18, lo spazio espositivo tornerà nella sua consueta
configurazione per ospitare il dibattito conclusivo con gli autori e Massimo Canevacci -
antropologo, Stefano Catucci - filosofo, Antonella Greco - storica dell’arte e Alessandro
Picone - PhD Studi Politici.
La mostra&performance si occupa del rapporto dei sapiens (in specie della pars
occidentalis) con la vita non umana. La consapevolezza che scuote il cuore e che anima il
viaggio è espressamente dichiarata dagli autori: “Agiamo dentro un contesto di guerra,
quella guerra che la specie nostra ha dichiarato al mondo non umano”. Le grandi
infrastrutture mentali e fattuali, che mediano il rapporto con il mondo della vita, plagiano
lo sguardo ad una logica di guerra e dominio.
Gli autori scrivono “l'altro da noi (il non umano) non è un libro che sappiamo leggere”,
non sono in gioco solamente le capacità cognitive o peggio una pretesa sensibilità, ma i
fondamenti stessi della gnoseologia e dell’essere. In pieno global warming, secondo
Mangone e Priori, “lo sguardo che gioca intorno all'oggetto-natura è il nodo di questa
epoca”. Riflettere sul destino del mondo ponendo al centro un umile Zolla di prato
significa rendere questo concentrato di vita non umana “oggetto simbolico”, anche
nell’immaginario gerarchico.
Il riferimento al grande artista tedesco A. Durer dura quanto un battito d’ali, l’elezione
(alchemica) ad oggetto estetico della Zolla è solo un primo passo. Come sostengono gli
autori “lo stato di serenità e di piacevolezza che l’effetto piante/giardino spesso evoca si
schianterà presto”, questo umile pezzo di prato trasferito nel vaso di plastica è un mondo
intero. Zolla, è formazione, una potente generatrice di forme, viventi e immaginifiche. Gli
autori esortano a guardare meglio perché “La Zolla è immensa, di estensione
continentale: fiumi, laghi, valli e montagne”, baluardo di enormi creature.
Lo spazio, la luce, le forme, i tempi della fruizione della mostra&performance sono
occultamenti o illuminazioni? “Il tavolo non è apparecchiato, nessuna posata o menù”, in
riferimento alla Zolla si lascia intendere che i dispositivi potrebbero essere inganni, ”un
gioco di distrazioni”. Gli asini-umani sono profondamente afflitti dalla presunzione di
“sapere”. La capacità manipolatoria - tecnologica e scientifica - persuade profondamente
noi tutti di disporre, a piacimento e sempre, come sul palmo della mano, tutto il Vivente.
Da questo sentimento di dominio consegue la “guerra”.
Tutto gira ancora attorno al tema della “conoscenza”, antico presupposto della
riflessione “etica”. Che cos’è conoscenza? quest’ultima concorre al bene? Dove è
intrinseco il confine nelle gerarchie dell’essere, l’etica e il bene sono stabilmente affare
del sapiens (e come potrebbe essere altrimenti).
Varcata la soglia, oltrepassate le tende nere che oscurano lo spazio interno di Embrice,
andiamo incontro alla dimora di Zolla. I visitatori forse saranno invitati a riunirsi in
preghiera e a riscoprire una neo sacralità panteica? Forse quel che si vede non è come
sembra, oppure molte cose insieme possono coesistere ed essere contemporaneamente
false. Affacciarsi alla finestra e cadere nel paesaggio da fermi o meglio guadare dentro un
pozzo, “Del pozzo non si vede il fondo, questa è Zolla”.
artistica site-specific a cura di Nooffice – Armando Mangone e Maria Luisa Priori. Il
progetto è il risultato di una ricerca condotta nell’ultimo anno e il campo d’indagine è
stato un pezzo di prato spontaneo. Il lavoro di Nooffice è sfociato in una
performance/mostra alla quale i visitatori saranno invitati a prendere parte: lo spazio
espositivo diventerà una sorta di tempio/teatro, all'interno del quale si potrà entrare e
"vedere" Zolla. La performance “gioca” sulla ritualità e i ribaltamenti di senso, sul mistero,
il disagio e i limiti della conoscenza umana, immaginando un luogo dove l'esser umano è
libero di inventare nuove forme di dialogo con l'indecifrabile “mostro”, il diverso, il nonumano. Sabato 11 maggio alle 18, lo spazio espositivo tornerà nella sua consueta
configurazione per ospitare il dibattito conclusivo con gli autori e Massimo Canevacci -
antropologo, Stefano Catucci - filosofo, Antonella Greco - storica dell’arte e Alessandro
Picone - PhD Studi Politici.
La mostra&performance si occupa del rapporto dei sapiens (in specie della pars
occidentalis) con la vita non umana. La consapevolezza che scuote il cuore e che anima il
viaggio è espressamente dichiarata dagli autori: “Agiamo dentro un contesto di guerra,
quella guerra che la specie nostra ha dichiarato al mondo non umano”. Le grandi
infrastrutture mentali e fattuali, che mediano il rapporto con il mondo della vita, plagiano
lo sguardo ad una logica di guerra e dominio.
Gli autori scrivono “l'altro da noi (il non umano) non è un libro che sappiamo leggere”,
non sono in gioco solamente le capacità cognitive o peggio una pretesa sensibilità, ma i
fondamenti stessi della gnoseologia e dell’essere. In pieno global warming, secondo
Mangone e Priori, “lo sguardo che gioca intorno all'oggetto-natura è il nodo di questa
epoca”. Riflettere sul destino del mondo ponendo al centro un umile Zolla di prato
significa rendere questo concentrato di vita non umana “oggetto simbolico”, anche
nell’immaginario gerarchico.
Il riferimento al grande artista tedesco A. Durer dura quanto un battito d’ali, l’elezione
(alchemica) ad oggetto estetico della Zolla è solo un primo passo. Come sostengono gli
autori “lo stato di serenità e di piacevolezza che l’effetto piante/giardino spesso evoca si
schianterà presto”, questo umile pezzo di prato trasferito nel vaso di plastica è un mondo
intero. Zolla, è formazione, una potente generatrice di forme, viventi e immaginifiche. Gli
autori esortano a guardare meglio perché “La Zolla è immensa, di estensione
continentale: fiumi, laghi, valli e montagne”, baluardo di enormi creature.
Lo spazio, la luce, le forme, i tempi della fruizione della mostra&performance sono
occultamenti o illuminazioni? “Il tavolo non è apparecchiato, nessuna posata o menù”, in
riferimento alla Zolla si lascia intendere che i dispositivi potrebbero essere inganni, ”un
gioco di distrazioni”. Gli asini-umani sono profondamente afflitti dalla presunzione di
“sapere”. La capacità manipolatoria - tecnologica e scientifica - persuade profondamente
noi tutti di disporre, a piacimento e sempre, come sul palmo della mano, tutto il Vivente.
Da questo sentimento di dominio consegue la “guerra”.
Tutto gira ancora attorno al tema della “conoscenza”, antico presupposto della
riflessione “etica”. Che cos’è conoscenza? quest’ultima concorre al bene? Dove è
intrinseco il confine nelle gerarchie dell’essere, l’etica e il bene sono stabilmente affare
del sapiens (e come potrebbe essere altrimenti).
Varcata la soglia, oltrepassate le tende nere che oscurano lo spazio interno di Embrice,
andiamo incontro alla dimora di Zolla. I visitatori forse saranno invitati a riunirsi in
preghiera e a riscoprire una neo sacralità panteica? Forse quel che si vede non è come
sembra, oppure molte cose insieme possono coesistere ed essere contemporaneamente
false. Affacciarsi alla finestra e cadere nel paesaggio da fermi o meglio guadare dentro un
pozzo, “Del pozzo non si vede il fondo, questa è Zolla”.
04
maggio 2024
Zolla
Dal 04 all'undici maggio 2024
arti performative
altro
altro
Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì 6 maggio a venerdì 10 maggio:
ore 18:00 inizio performance;
ore 19:30 proiezione: Zolla (r)evolution.
Sabato 11 maggio:
ore 18:00: apertura mostra.
ore 18:30: dibattito con gli autori Nooffice (Armando Mangone e Maria Luisa Priori), partecipano inoltre: Massimo Canevacci (antropologo), Stefano Catucci (filosofo), Antonella Greco (storica dell’arte), Alessandro Picone (PhD Studi Politici).
Domenica chiuso.
Vernissage
4 Maggio 2024, dalle ore 18,00 inizio performance.
alle ore 19,30 proiezione: Zolla (r)evolution
Sito web
Autore
Curatore