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Zone
evento multidisciplinare di arti visive, video, danza e teatro sul tema fondativo della struttura circolare del tempo e della memoria
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 21 aprile al 6 maggio 2007 la Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto ospita nelle sale del settecentesco Palazzo Collicola (via Loreto Vittori, 11) e al Teatrino delle Sei (Piazza della Signoria) le opere di Rachele Caputo, A. M. Hoch, Julian Janowski in un percorso espositivo intitolato “Zone”. L’evento multidisciplinare di arti visive, video, danza e teatro è stato ideato e coordinato da Roberta Taddei in collaborazione con Offucina Eclectic Arts. Il catalogo è a cura di Emidio De Albentiis con un testo critico di Italo Tomassoni.
L'evento, patrocinato dal Comune di Spoleto e sostenuto dal La MaMa E.T.C. di New York e dal La MaMa Umbria International, è concepito come una struttura itinerante e, dopo questa prima tappa a Spoleto, sarà riproposto tra il 2007 e il 2009 a Perugia, Foligno, Roma, Berlino, Wroclaw, Varsavia, New York (probabilmente anche a Napoli, Londra, Parigi).
L'assunto centrale posto in modo implicito dai creatori delle Zone è l'esplorazione del problema fondativo della struttura circolare del tempo e della memoria, che in questa mostra determina una nuova teatralità delle diverse forme espressive usate dai tre artisti: ed è proprio all'inedita teatralità dell'evento che Italo Tomassoni dedica il saggio critico introduttivo del catalogo, mentre ad Emidio De Albentiis, professore di Storia dell'Arte all'Accademia di Belle Arti di Perugia, è affidata l'analisi stilistico-formale delle opere esposte.
A. M. Hoch, Rachele Caputo e Julian Janowski, sono tre artisti molto diversi tra loro per formazione culturale, linguaggio espressivo e provenienza geografica, ma accomunati dallo stesso interesse nei confronti dell'incerto fenomeno di unioni e di divisioni "proporzionali" che caratterizza l'odierna condizione umana. Si tratta di un largo contesto esistenziale, senza puntualizzazioni di particolari orientamenti politici o ideologici.
A. M. Hoch, pittrice, scultrice e creatrice di installazioni newyorkese, espone in Italia per la prima volta e presenterà una nuova versione di "Mitosis: Formation of daughter Cells", ovvero di un'installazione multimediale su larga scala commissionata nel 2004 dal Beall Center for Art and Technology, Irvine, CA. Grazie ad un uso particolarissimo di pittura, scultura e tecnologie digitali l'artista indaga la natura enigmatica della memoria umana e di quella contenuta nel codice genetico. In questo modo ricrea un ambiente quotidiano e metaforico al tempo stesso, dove il visitatore - attivando a sua insaputa dei sensori nascosti nelle pareti /scultura - viene coinvolto simultaneamente nella visione proiettata, in punti e in modi diversi, della fase di divisione cellulare (mitosi) dei cromosomi, quando il DNA si distribuisce nelle cellule figlie determinandone la struttura. Allo stesso tempo, l’artista coinvolge il pubblico nell'ascolto di dialoghi a cinque voci scritti dalla stessa Amy Hoch con un formidabile stile poetico/tecnico che accosta versi di Rumi a termini propri della microbiologia e della neuroscienza il cui tema conduttore è la sofferta ricerca della collocazione esistenziale e mnemonica di ciascun personaggio. I testi sono letti e interpretati da attori professionisti del calibro di Wallace Shawn e Deborah Eisenberg.
Rachele Caputo, danzatrice e coreografa italiana, si è formata tra Roma, Parigi e New York studiando balletto e danza contemporanea con vari maestri di fama internazionale (Peter Goss, Robert Kovich, Cindy Green, Jocelyn Lorenz, Dana Reitz, Tere O'Connor, Ande Peck). Danzatrice in tutte le produzioni e in alcuni casi anche assistente coreografa della Compagnia di Danza Enzo Cosimi dal 1986 al 2001, nel 1999 fonda insieme a Franco Senica la Compagnia SAT/Caputo Senica. E' autrice, anche in collaborazione con Franco Senica, di diversi lavori coreografici di intensa spiritualità e frutto di un lavoro di riflessione su alcuni grandi eventi e destini dell'umanità. Collabora con diversi artisti visivi e musicisti compositori. A Spoleto presenterà una rielaborazione, creata apposta per i locali della Galleria Civica d’Arte Moderna, del suo spettacolo "La Zona" ispirato al film Stalker di Andrej Tarkovskij: in un territorio liminare - di confine - dove l'ignoto è assunto come dimensione fondamentale, la memoria topografico-cosmogonica dello Stalker sembra l'unica istanza di salvezza.
Julian Janowski, artista di origine polacca, esporrà alcuni lavori che rappresentano una continuazione ideale di quelli già esibiti all'Ex Museo Civico di Spoleto in occasione della mostra Senza Confini .
Saranno visibili tre installazioni, di cui la prima è formata da tre monumentali strutture circolari che suggeriscono il mondo esterno, dove l'entrata potrebbe essere rischiosa e l'uscita potrebbe richiedere un atto di ribellione. I quadri, esposti in un'altra sala, rappresentano invece il mondo interiore dove luci, ombre linee e superfici si integrano in combinazioni illimitate. Il cortometraggio evoca la situazione dell’abbandono come memento.
Nello spettacolo "Ghost Trio" di Samuel Beckett - diretto e interpretato da Julian Janowski e che sarà presentato al Teatrino delle Sei come parte integrante dell'evento "Zone" - l'azione si sviluppa in una camera spoglia nella quale l'oggetto più importante, e allo stesso tempo più misterioso, è una cassetta. Lo spettacolo si conclude con un breve supplemento, aggiunto da Julian Janowski, ispirato alla piéce "L'ultimo nastro di Krapp " dello stesso S. Beckett.
L'evento, patrocinato dal Comune di Spoleto e sostenuto dal La MaMa E.T.C. di New York e dal La MaMa Umbria International, è concepito come una struttura itinerante e, dopo questa prima tappa a Spoleto, sarà riproposto tra il 2007 e il 2009 a Perugia, Foligno, Roma, Berlino, Wroclaw, Varsavia, New York (probabilmente anche a Napoli, Londra, Parigi).
L'assunto centrale posto in modo implicito dai creatori delle Zone è l'esplorazione del problema fondativo della struttura circolare del tempo e della memoria, che in questa mostra determina una nuova teatralità delle diverse forme espressive usate dai tre artisti: ed è proprio all'inedita teatralità dell'evento che Italo Tomassoni dedica il saggio critico introduttivo del catalogo, mentre ad Emidio De Albentiis, professore di Storia dell'Arte all'Accademia di Belle Arti di Perugia, è affidata l'analisi stilistico-formale delle opere esposte.
A. M. Hoch, Rachele Caputo e Julian Janowski, sono tre artisti molto diversi tra loro per formazione culturale, linguaggio espressivo e provenienza geografica, ma accomunati dallo stesso interesse nei confronti dell'incerto fenomeno di unioni e di divisioni "proporzionali" che caratterizza l'odierna condizione umana. Si tratta di un largo contesto esistenziale, senza puntualizzazioni di particolari orientamenti politici o ideologici.
A. M. Hoch, pittrice, scultrice e creatrice di installazioni newyorkese, espone in Italia per la prima volta e presenterà una nuova versione di "Mitosis: Formation of daughter Cells", ovvero di un'installazione multimediale su larga scala commissionata nel 2004 dal Beall Center for Art and Technology, Irvine, CA. Grazie ad un uso particolarissimo di pittura, scultura e tecnologie digitali l'artista indaga la natura enigmatica della memoria umana e di quella contenuta nel codice genetico. In questo modo ricrea un ambiente quotidiano e metaforico al tempo stesso, dove il visitatore - attivando a sua insaputa dei sensori nascosti nelle pareti /scultura - viene coinvolto simultaneamente nella visione proiettata, in punti e in modi diversi, della fase di divisione cellulare (mitosi) dei cromosomi, quando il DNA si distribuisce nelle cellule figlie determinandone la struttura. Allo stesso tempo, l’artista coinvolge il pubblico nell'ascolto di dialoghi a cinque voci scritti dalla stessa Amy Hoch con un formidabile stile poetico/tecnico che accosta versi di Rumi a termini propri della microbiologia e della neuroscienza il cui tema conduttore è la sofferta ricerca della collocazione esistenziale e mnemonica di ciascun personaggio. I testi sono letti e interpretati da attori professionisti del calibro di Wallace Shawn e Deborah Eisenberg.
Rachele Caputo, danzatrice e coreografa italiana, si è formata tra Roma, Parigi e New York studiando balletto e danza contemporanea con vari maestri di fama internazionale (Peter Goss, Robert Kovich, Cindy Green, Jocelyn Lorenz, Dana Reitz, Tere O'Connor, Ande Peck). Danzatrice in tutte le produzioni e in alcuni casi anche assistente coreografa della Compagnia di Danza Enzo Cosimi dal 1986 al 2001, nel 1999 fonda insieme a Franco Senica la Compagnia SAT/Caputo Senica. E' autrice, anche in collaborazione con Franco Senica, di diversi lavori coreografici di intensa spiritualità e frutto di un lavoro di riflessione su alcuni grandi eventi e destini dell'umanità. Collabora con diversi artisti visivi e musicisti compositori. A Spoleto presenterà una rielaborazione, creata apposta per i locali della Galleria Civica d’Arte Moderna, del suo spettacolo "La Zona" ispirato al film Stalker di Andrej Tarkovskij: in un territorio liminare - di confine - dove l'ignoto è assunto come dimensione fondamentale, la memoria topografico-cosmogonica dello Stalker sembra l'unica istanza di salvezza.
Julian Janowski, artista di origine polacca, esporrà alcuni lavori che rappresentano una continuazione ideale di quelli già esibiti all'Ex Museo Civico di Spoleto in occasione della mostra Senza Confini .
Saranno visibili tre installazioni, di cui la prima è formata da tre monumentali strutture circolari che suggeriscono il mondo esterno, dove l'entrata potrebbe essere rischiosa e l'uscita potrebbe richiedere un atto di ribellione. I quadri, esposti in un'altra sala, rappresentano invece il mondo interiore dove luci, ombre linee e superfici si integrano in combinazioni illimitate. Il cortometraggio evoca la situazione dell’abbandono come memento.
Nello spettacolo "Ghost Trio" di Samuel Beckett - diretto e interpretato da Julian Janowski e che sarà presentato al Teatrino delle Sei come parte integrante dell'evento "Zone" - l'azione si sviluppa in una camera spoglia nella quale l'oggetto più importante, e allo stesso tempo più misterioso, è una cassetta. Lo spettacolo si conclude con un breve supplemento, aggiunto da Julian Janowski, ispirato alla piéce "L'ultimo nastro di Krapp " dello stesso S. Beckett.
21
aprile 2007
Zone
Dal 21 aprile al 06 maggio 2007
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE – MUSEO CARANDENTE
Spoleto, Via Loreto Vittori, 11, (Perugia)
Spoleto, Via Loreto Vittori, 11, (Perugia)
Biglietti
libero per la mostra di A. M. Hoch e J. Janowski; la performance di Rachele Caputo e di J. Janowski, Euro 5,00
Orario di apertura
tutti i giorni, a esclusione del martedì, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19
Vernissage
21 Aprile 2007, ore 17.30
Autore
Curatore