12 febbraio 2019

Laurie Anderson vince un Grammy con il suo album ispirato a un dramma personale

 

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Per la 61ma edizione dei Grammy, hanno sfilato i nomi più glamour del panorama musicale, da Childish Gambino, la cui This is America si è aggiudicata il premio per la canzone dell’anno, a Lady Gaga, vincitrice della Migliore performance solista pop con Joanne (Where Do You Think You’re Goin’?), fino ai Carters, cioè la coppia Beyoncé/Jay-Z. Ma se il rap è stato grande protagonista, ad aggiudicarsi un riconoscimento è stata anche Laurie Anderson, artista visiva, cineasta, sceneggiatrice, compositrice, poetessa e musicista d’avanguardia.
Anderson ha vinto il premio per la Migliore performance di Musica da camera/Small Ensemble, con Landfall, album registrato in collaborazione con Kronos Quartet, della Nonesuch Records. L’album, che fonde musica elettronica e tradizionale, è ispirato all’uragano Sandy, che devastò New York nell’autunno del 2012, colpendo anche la stessa artista.
La tempesta infatti inondò il suo studio di Canal Street, distruggendo il suo intero archivio personale, composto da opere d’arte, strumenti musicali, documenti e altri effetti personali lì conservati per decenni. Una esperienza che Anderson ha raccontato anche in un libro, recentemente pubblicato, All the Things I Lost in the Flood.
Moglie di Lou Reed e vicina a personalità come William S. Burroughs, Wim Wenders, Brian Eno, Peter Gabriel e Philip Glass, Anderson aveva già ricevuto quattro nomination ai Grammy, la prima nel 1984.

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