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Scompare a 82 anni Ennio Tamburi, pittore di origini marchigiane, nato a Jesi nel 1936, ma da sempre diviso tra Roma e Zurigo, uno di più importanti pittori astratti degli anni ’80. Fin dagli esordi si è distinto nel panorama dell’arte contemporanea attraverso il suo interesse per il linguaggio informale, per composizioni e scomposizioni geometriche intese come metodo per leggere la realtà. Noti i suoi acquerelli e le sue carte, che raccontano la storia dell’arte del Novecento, il minimalismo, l’uso rigoroso del colore, la serialità. Negli anni ’60, dopo una riflessione sul valore politico e spirituale dell’arte, l’artista inizia a lavorare con la scultura e usare mezzi diversi come metalli e neon. Dopo una grande personale da Leo Castelli torna alla pittura, abbandonando olio e acrilico, soffermandosi su carte orientali e acquerelli. Importanti anche le sue incursioni nel mondo del cinema e teatro collaborando con registi come Luchino Visconti, Roman Polansky, Giorgio Strehler e Luca Ronconi.
L’artista è stato protagonista di una grande mostra nel 2012 presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna.