31 ottobre 2019

Artissima: impressioni dalla preview e qualche riflessione sulla continuità

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Appena usciti dalla preview di Artissima 2019, qualche riflessione a caldo sugli stand e sull'ingrediente speciale della fiera di Ilaria Bonacossa

Salvadori Artissima
Remo Salvadori, Galleria Christian Stein, Artissima 2019

Una preview decisamente affollata, questa di Artissima 2019, che sembra essere partita con il piede giusto, almeno a giudicare dalle prime impressioni e dai volti soddisfatti. Non solo delle tante persone che attraversano le varie sezioni all’Oval Lingotto ma, soprattutto, dei galleristi che, in questa occasione, condividono le luci della ribalta insieme ai loro artisti, mettendo in campo le proprie scelte e il loro lavoro.

Impressioni dalla preview di Artissima 2019

D’altra parte, si tratta di una fiera, quindi l’occasione deve essere buona e utile per corroborare il mercato dell’arte. Ed è proprio in questo ambito delicato che la fiera diretta da Ilaria Bonacossa sembra aver trovato un buon equilibrio, senza eccessivi sbalzi di umore ed evitando le dimensioni monumentali. Tutto è molto curato e armonico, risultando godibile anche per il pubblico non particolarmente interessato a metter mano al portafoglio. Anche se la forbice d’acquisto è piuttosto ampia, dai circa 1500 agli oltre 100mila euro, più o meno e la voglia di farsi un regalo potrebbe svegliarsi da uno stand all’altro.

Tra le mirabilia di questa preview di Artissima, notevole la prova di grande valore delle gallerie provenienti dall’area mediorientale. In particolare segnaliamo la Sfeir-Semler Gallery, con sedi ad Amburgo e Beirut, che porta una nutritissima selezione composta da artisti del calibro di Anna Boghiguian, Robert Barry, Walid Raad, Yto Barrada, Wael Shawky e, in particolare, Lawrence Abu Hamdan, nominato nella shortlist 2019 del Turner Prize. Per Sfeir-Semler è la prima volta ad Artissima, «Siamo molto contenti di questa partecipazione, ci sembra una fiera ben curata e abbiamo delle buone aspettative», ci hanno detto.

Lawrence Abu Hamdan, Courtesy of the artist & Sfeir-Semler Gallery Beirut/Hamburg

Toni simili anche da Marfa’, sempre da Beirut, che porta una ambiziosa e suggestiva opera video multicanale di Caline Aoun, ispirata ai colori del tramonto sul deserto e prosecuzione di un’installazione già presentata durante la Biennale di Sharjah. Spostandoci nella vecchia Europa, tra le nuove presenze segnaliamo anche Suprainfinit di Bucarest, che porta una serie di opere dell’italiano Alessandro Teoldi, dei quadri tessili molto colorati.

Back To The Future e Present Future

«Perfetta!», così i galleristi commentano la sezione Back to The Future, apprezzando sia il viavai delle persone che la cura maniacale dei vari stand. Tra gli altri, una menzione allo stand di Christian Stein, che presenta una serie di opere iconiche di Remo Salvadori, come i cerchi concentrici fatti di corde d’acciaio e i disegni ovali metallici. Notevoli anche le proposte di Pinksummer, che porta alcuni pezzi storici di Superstudio, e di Florence Loewy, con una bella serie del William Wegman delle origini, ovvero, prima che diventasse il fotografo dei cani. Prezzo? Intorno ai 100mila dollari. Non proprio economico ma una occhiata non costa nulla.

William Wegman, Courtesy of Florence Loewy / William Wegman Studio

Proseguendo il nostro tour de force ad Artissima 2019, arriviamo alla sezione Present Future, dove troviamo una bella installazione di pani blu di Augustas Serapinas, presentata da Apalazzo in collaborazione con Emalin, e diverse opere di Marcos Avila-Forero riferite alla travagliata storia della Colombia. Coloratissime e scanzonate le opere di Puck Verkade, presentate dalla olandese Dürst Britt & Mayhew. In un video, Verkade ci parla dell’importanza di tutti gli esseri, anche di quelli più fastidiosi, per esempio le mosche, nel mantenimento degli equilibri dell’ecosistema. Divertenti anche i suoi disegni su carta e, al prezzo di 1500 euro, forse più di qualcuno ci farà il pensiero.

Puck Verkade. Courtesy of the artist and Dürst Britt & Mayhew, The Hague.

A proposito, Dürst Britt & Mayhew è la terza volta che torna ad Artissima, che ormai considera un appuntamento fisso. Questa costanza fa sorgere una riflessione sull’importanza della fidelizzazione e della continuità. Sarà forse questo l’ingrediente segreto che dà sapore alla fiera, bilanciando l’assenza dei grandissimi nomi, per esempio Gagosian e Hauser & Wirth?

Arrivano i nostri

Ci torneremo in un altro articolo ma, per il momento, al caldo della preview, dobbiamo dire che gli italiani non hanno fatto mancare il proprio impegno ad Artissima. Belli gli stand di Alberto Peola, con Francesca Ferreri, Gabriele Arruzzo, Perino & Vele, Cosimo Veneziano, Gioberto Noro, Simone Mussat Sartor, Gregorio Botta, Paolo Bini, Eva Frapiccini, Botto & Bruno, Fatma Bucak, Laura Pugno, Gallery Apart, con Chto Delat, Bertille Bak, Babi Badalov e Oliver Ressler, Enrico Astuni, che porta Christian Jankowski, Øystein Aasan, Ugo La Pietra, Maurizio Nannucci, Alberto Garutti, Steven Pippin, Michela Rizzo, con David Rickard, Ryts Monet, Michael Hoepfner, Hamish Fulton, Pantaleone, con Stefano Arienti, Franco Noero, con Simon Starling, Tunga, Gabriel Sierra, e Sprovieri, con Jannis Kounellis, Francesco Arena, Jimmie Durham e Pedro Cabrita Reis.

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