04 novembre 2021

Bye bye Artissima: intervista a Ilaria Bonacossa

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Dopo cinque anni filati, ad Artissima cala ufficialmente il sipario sull'era Bonacossa. Potevamo sfuggire alla tentazione di un resoconto di fine mandato con la sua (futura ex) direttrice? Ovvio che no

Ilaria Bonacossa © Giorgio Perottino / Artissima
Era il lontano 2017, e la neo direttrice Ilaria Bonacossa ancora non immaginava che Artissima sarebbe stata la sua casa per un intero lustro. Ora, a un passo dal game over, è arrivato il momento di tirare con lei le somme, tra tempo trascorso e Controtempo presente. Spingendosi anche un po’ verso il futuro.

Leggendo qua e là tracciare un profilo per Artissima 2021 non è difficile. Adesso sorprendimi: cosa ancora non hai detto su questa edizione?

Non vi ho detto che dopo un anno di stop Artissima vi coglierà in “controtempo” per la qualità degli stand e per il talento degli artisti presentati. Guardando ai progetti inviati dalle gallerie mi sono innamorata ancora una volta dell’arte contemporanea e di tutto quello che può darci. Tra le novità di cui non vi ho ancora parlato c’è Sufing NFT che intende offrire un nuovo punto di vista alla concezione contemporanea degli NFT e del loro rapporto con l’arte contemporanea. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Moderna e Contemporanea CRT, Artissima offrirà un premio di produzione di 8.000 euro a cinque artisti esposti in fiera e alle rispettive gallerie per realizzare un’opera digitale registrata con NFT su blockchain.
Tra le altre cose, sono particolarmente felice di riportare in fiera le storiche sezioni curate atterrate nell’anno pandemia sulla coinvolgente piattaforma online Artissima XYZ powered by Fondazione Compagnia di Sanpaolo. L’allestimento seguirà la forma delle lettere e su schermi dedicati saranno visibili i contenuti curati da Ordet. Per tutto il resto vi aspetto a Torino!

Artissima. International Fair of Contemporary Arts © Perottino-Piva-Bottallo/ Artissima

Dall’Unplugged dell’anno passato al Controtempo del 2021, lasci la direzione di Artissima mettendo in musica due annate difficili. Potrei chiederti cosa porterai di questa esperienza nel tuo futuro lavorativo, e lo faccio anche. Oltre che professionalmente però, umanamente come ti hanno cambiato cinque anni di fiera?

Lavorare ad Artissima per cinque anni è come fare contemporaneamente tre master in gestione di eventi culturali, in pubblica amministrazione e in comunicazione e marketing culturale! Credo di essermi diplomata in tutti e tre, mentre avevo già le competenze curatoriali e storico-artistiche. A parte gli scherzi, la capacità e professionalità del team e le diverse competenze che ruotano intorno alla fiera rendono lavorare per Artissima un’occasione unica in cui si impara tutto sul funzionamento del mondo dell’arte e delle gallerie. L’importanza di quest’ultime resta impareggiabile nello scrivere la storia dell’arte e nell’indirizzarne gli sviluppi futuri. Umanamente sono invecchiata, ho molti capelli grigi! Ma il mio entusiasmo è rinnovato. Ho lavorato con delle donne fantastiche che spero di poter chiamare amiche. Con i progetti speciali ho avuto la possibilità di continuare a collaborare direttamente con gli artisti che è sempre un’esperienza meravigliosa. E ho imparato a delegare, non è facile, ma è un passaggio cruciale per poter lavorare a progetti grandi e complessi.

Artissima. International Fair of Contemporary Arts © Perottino-Piva-Bottallo/ Artissima

Quando viene presentato un evento, fieristico e non solo, è sempre tutto – passami il termine – “meravigliosamente perfetto”. E ci mancherebbe, per carità. Ma apriamo il confessionale: c’è un minimo rimpianto, qualcosa che avresti voluto fosse e in questi cinque anni non è stato?

Per noi che lavoriamo dentro l’evento niente è mai perfetto, è un continuo aggiustare le cose nei minimi dettagli, un continuo perfezionare… ma da fuori nessuno se ne accorge!
Rimpianti… Sicuramente mi sarebbe piaciuto lavorare di più sullo spazio pubblico attivando sinergie costruttive, per esempio con Luci d’Artista. Il più grande rimpianto è non aver convinto la città ad affidarci lo spazio di Torino Esposizioni di Pier Luigi Nervi come sede a lungo termine per poter restaurare un gioiello dell’architettura italiana e riportare Artissima nella sede in cui l’ho vista la prima volta nel 2001.

Artissima. International Fair of Contemporary Arts © Perottino-Piva-Bottallo/ Artissima

Ultima domanda dell’ultima intervista da direttrice: buoni propositi post-Artissima?

Il primo proposito è ricominciare a fare sport. Lavorare per un’istituzione e continuare a dirigere il Master in Contemporary Art Markets alla Naba Nuova Accademia di Belle Arti a Milano. Ma non parliamo del dopo. Siamo nel pieno del rush finale e la grinta e la concentrazione ora sono tutte per Artissima!

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