06 ottobre 2000

La fotografia “Sott’osservazione”: a Padova un Centro ed il suo primo quaderno Padova, ex fornace

 
Sottosservazione. Percorsi di lettura della fotografia. È stato il titolo della serata (il 25 settembre) dedicata all’inaugurazione, presso la sede dell’ex Fornace di via Siracusa a Padova, del Centro Nazionale di Fotografia, voluto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova...

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Ed è senza dubbio significativo che per questa occasione il coordinatore del centro e curatore del progetto Enrico Gusella non abbia organizzato un semplice appuntamento autoelogiativo; invece ha voluto immediatamente una partenza lanciata, presentando al pubblico numeroso ed entusiasta il primo dei quaderni editi a cura del centro e annunciando le imminenti esposizioni e progetti. Sul palco si sono avvicendati relatori estremamente qualificati, che hanno dilettato il parterre nel quale si trovavano anche volti noti del mondo della cultura e della fotografia.
Cronaca degli interventi per la presentazione
Come di rito è toccato a Gusella fare da padrone di casa: tra i ringraziamenti, particolari quelli rivolti a quanti si sono già prodigati per arricchire il centro con alcune donazioni di rilievo: dai volumi e riviste di Lanfranco Colombo, alle 50 foto e volumi vari donati dalla famiglia del noto fotografo padovano Leoni, fino alle foto donate da Ugo Locatelli, artista presente tra i relatori. Durante la comunicazione il coordinatore del neo-nato Centro ha tenuto sottolineare l’attività del già avviato spazio espositivo padovano al Sottopasso della Stua, dedicando alcune considerazioni in merito al nuovo quaderno distribuito gratuitamente agli intervenuti, dal titolo “Sottosservazione”, che raccoglie i contributi della Giornata di Studio tenutasi il 18/12/’99 intorno ai temi della fotografia.
A seguire l’intervento di Eugenio Gazzola, tra l’altro direttore della rivista “Galleria”, che ha preso le mosse da un’opera di Ugo Locatelli dal titolo “Il Paradiso visto dall’alto”. Quest’opera è costruita su un nucleo centrale di foto di letti di fiumi visti dall’alto, accostate l’una all’altra formando una sorta di metamorfica via tortuosa, alla base della quale è collocata una piramide stilizzata realizzata anch’essa con strisce di foto orizzontali. Sembra così ricrearsi il percorso dantesco della salita dalle cornici delle purgatorio fino alle cerchie celesti. Intorno al nucleo dell’opera, le “orme” dell’artista: vecchi lavori degli anni ’70 che ripercorrono le tappe di una ricerca mai conclusa nel campo del concettuale. Della descrizione di quest’opera chiave Gazzola si è servito per esporre uno degli esiti fondamentali della meditazione intellettuale di Locatelli, cioè l’individuazione di un punto o momento chiave che sta tra il testo scritto e la rappresentazione come la partitura musicale sta all’esecuzione.

L’incognita di questa originale equazione sta nel lasso temporale in cui si avvera nell’artista il concepimento dell’atto artistico, vicino all’idea di kustwollen di Riegl (forse più di quanto possa sembrare) e denominato a-reale, in cui l’alfa privativo serve a identificare un tempo di passaggio, di migrazione tra una realtà ed un’altra; momento irreale, eppure legame ineludibile, nodo di Gordio che sugella relazioni di interdipendenza e vicendevole affermazione tra le varie realtà che precedono e seguono l’atto artistico.
E’ toccato a Ugo Locatelli in prima persona specificare l’importanza del concetto di migrazione nella sua opera; con l’ausilio di diapositive l’artista ha dimostrato come in una foto aerea sia possibile, scoprendo ad esempio il paleoalveo di un fiume, cogliere un momento di sospensione di senso tra ciò che appare e ciò che può esser visto: è lì, nell’identificazione di una realtà possibile come quella di un paleoalveo, qui letto o forma alternativi per il fiume, il margine di intervento che ha l’artista, alla ricerca di altre soluzioni alla realtà; ed è proprio in quell’atto che è contenuto il manifestarsi del momento areale. Di qui la necessità di destrutturate l’immagine che sta di fronte, superando tutte le regole dell’osservazione, sapendo imparare a convivere con l’ambiguità celata o manifesta degli oggetti: esemplare l’immagine del “Nastro di Mobius” che non consente una sua collocazione nello spazio in modo razionale, perché risulta impraticabile la scelta di definirne l’inizio o la fine, il sopra e il sotto, il dentro e il fuori (di nuovo la migrazione). L’ambiguità tra realtà e irrealtà, a cui si rivolge la ricerca di Locatelli, in verità corrisponde ad un’altra ambiguità, quella tra conscio ed inconscio; in queste condizioni gli oggetti si collocano in modo da far preferire alla loro identità individuale le relazioni che intercorrono tra l’uno e l’altro di essi (da una visione meccanicistica a un visione sistemica).
In seguito ha preso la parola l’Assessore Pisani che, annunciando il prossimo allestimento del soppalco dell’ex fornace padovana, ha posto l’accento sulla qualificazione e la caratterizzazione degli spazi espositivi, in quest’ottica inserendo la politica culturale della sua amministrazione che ha rilanciato luoghi importanti della città patavina, dalla Galleria al Sottopasso della Stua all’ex Museo Civico del Santo, quest’ultimo dedicato agli eventi di grande richiamo. All’Assessore è toccato anche di illustrare il folto e stimolante programma espositivo del neonato Centro Nazionale di Fotografia.
A seguire il prof. Osvaldo Da Pos, docente di filosofia della percezione alla facoltà di psicologia dell’ateneo padovano ha sollecitato la platea intorno alle questioni relative alle differenze che intercorrono tra la fase percettiva e quella cognitiva e ha fornito elementi utili a comprendere i termini di una domanda solo all’apparenza ambigua: “Che cosa vediamo?”. Per ciò che concerne il primo tema Da Pos ha spiegato come, rispetto ad un oggetto, alla fase percettiva segua, in ognuno di noi, una fase cognitiva che risulta determinata dalle esperienze e dalla cultura specifica dell’osservatore. Avviene così che una stessa realtà contenga in sé molteplici, possibili, altre realtà individuali. Interessante la seconda trattazione di Da Pos sull’entità del visibile. Premesso che ogni visibile è oggetto, e stabilito che ciò che definisce il visibile all’occhio è un mero flusso di onde elettromagnetiche e niente più, appare come conseguenza che il visibile consta di una pura astrazione cerebrale di traduzione di un flusso elettromagnetico.
E. Gusella
Di qui la incapacità di affermare che ciò che è veduto sia effettivamente corrispondente alla percezione di altri sensi quali il tatto e l’udito, ma anche l’inconsistenza del termine “rappresentazione”.
L’ultimo contributo della serata è stato dato da Maria Pia Orlandini, direttore editoriale su New Media, che pur con una conduzione del discorso piuttosto sterile, è riuscita almeno a insinuare nella platea alcuni interrogativi intorno alla praticabilità di una lettura in senso sacro e misterico degli esiti della ricerca sulla percezione visiva.
A mo’ di conclusione non possiamo esimerci dal lodare la serata padovana, soprattutto perché, attraverso gli interventi, si è riusciti a dare la misura delle potenzialità di ricerca e sperimentazione che il Centro Nazionale di Fotografia di Padova può condurre nel campo di pertinenza, non sottraendosi al compito di qualificarsi quale luogo di dibattito fattivo e di promozione per artisti giovani e meno giovani.

Presentazioni e programma espositivo del Centro Nazionale di Fotografia di Padova

Padova, Aula Magna della Facoltà di Psicologia, via Venezia 8:

12/X/2000, ore 15.00: Presentazione del Centro con il prof. Osvaldo da Pos e il Dr. Enrico Gusella. “Il Centro Nazionale di Fotografia di Padova: una risorsa per la città”

Piove di Sacco (Pd), sala riunioni della Biblioteca comunale “Diego Valeri”, via Garibaldi 42.

12/X/2000, ore 20.30: Presentazione del Centro con il Dr. Entrico Gusella.

Padova, Museo Civico di Piazza del Santo:

Dal 20/XII/2000 al 25/II/2001 “Lorenzo Capellini. Schiene”

Dal 10/III/2001 al 29/IV/2001 “Robert Doisneau. Personale”

Aprile-Ottobre 2001 “Gianni Berengo Gardin. Personale”

Novembre 2001-Febbraio 2002 “Giovanni Uncini. Personale”

Padova, Galleria Sottopasso della Stua:

Dal 21/X/2000 al 3/XII/2000 “Mario Vidor. Dal Paesaggio … i corpi”

Comune di Padova – Assessorato alla Cultura – Centro Nazionale di Fotografia, c/o Settore Attività Culturali, via Porciglia 35, 35121 Padova. Informazioni: tel 049/8204543 o 049/8204542, fax 049/8204545, e-mail gusellae@comune.padova.it

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Alfredo Sigolo

[exibart]

2 Commenti

  1. Padova mi sembra stia diventando un centro importante per la fotografia,vi auguro tante soddisfazioni
    Io esporro’ un mio reportage sull’ India a Padova fiere il 4 e 5 di novembre , sono particolarmente felice di esporre nella vostra citta’cosi presa da febbre fotografica.
    bun lavoro a tutti gli amanti della fotografia.

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