10 agosto 2019

Le fotografie iconiche delle più importanti scoperte scientifiche

di

Fotografia scientifica di Eadweard Muybridge

Pubblicato a maggio 2019 da Aperture, Seeing Science è un progetto curato da Marvin Heiferman in collaborazione con l’Università del Maryland che raccoglie le fotografie più iconiche nell’ambito delle scoperte scientifiche. Il suo obiettivo è esplorare il ruolo determinante delle fotografie scientifiche nel definire e divulgare un modo di rappresentare non solo il mondo ma anche la scienza stessa. Producendo un impatto sull’opinione pubblica, sulla politica e sull’economia, così come sulla cultura visiva e popolare.

William Anders, Earthrise, 1968

Una delle più note e riprodotte fra tutte le fotografie di scienza, avvenne per caso. Al terzo giorno di viaggio, l’Apollo 8 si trovava a percorrere la quarta orbita intorno alla luna e vi fu un breve lasso di tempo in cui il finestrino dell’astronave era rivolto ltre la superficie lunare. L’astronauta William Anders si affacciò proprio in quel momento ed ebbe giusto il tempo di caricare una Hasselblad con un rullino Ektachrome  70mm e rapidamente scattare un paio di scatti di uno spettacolo assolutamente inedito fino a quel momento: l’alba della Terra sul ruvido orizzonte della Luna.

Telescopio spaziale Hubble, Pillars of creation, 2015

Scattata per la prima volta nel 1995, questa fotografia è generalmente ritenuta la più iconica ripresa dal telescopio spaziale Hubble. Situati nella Nebulosa Aquila a circa 6500 anni luce di distanza dalla terra, queste colossali formazioni verticali di gas interstellare e polveri hanno 200 volte la massa del Sole  sono denominate “pilastri della creazione” in virtù del fatto che al loro interno, in corrispondenza delle aree oscure, si ritiene che avvenga la formazione di nuove stelle (protostelle) e dunque di nuovi pianeti.

James Balog, Bridge glacier, 2009

Balog, geomorfologo di formazione, ha sempre usato la fotografia come mezzo per documentare i suoi viaggi e arrampicate. Verso il 1980, però, i suoi interessi si sono focalizzati sul problema del cambiamento climatico, cirando così verso il fotogiornalismo scientifico. I suoi lavori hanno così iniziato a focalizzarsi su problemi come le specie in pericolo, la deforestazione e lo scioglimento dei ghiacciai (criosfera).

Enrico Sacchetti, CMS experiment at CERN’s Large Hardon Collider, 2014

Questa fotografia è stata scattata nel più grande acceleratore di particelle del mondo, al CERN di Ginevra e rileva uno dei problemi principali della fotografia scientifica, soprattutto quando ci si rapporta alla microfisica: i rapporti scalari tra dimensioni. Si può infatti solo avere un assaggio dell’effettiva dimensione di questa enorme struttura alta più di cinque piani dal sollevatore turchese in basso a sinistra.

Todd R. Forsgren, Wedge-Tailed Sabrewing (Compylopterus curvipennis), 2014

Al fine di raccogliere foto per il suo progetto Ornithological Photographs, Forsgren monta di volta in volta un rudimentale set fotografico in vari punti dell’emisfero occidentale. Le fotografie mostrano diversi tipi di uccelli temporaneamente intrappolati in delle reti a maglie finissime montate da un team di ornitologi con l’obiettivo identificare, misurare e segnare gli esemplari intercettati. Crudele? No, è solo un modo da raccogliere dati per la ricerca sui loro comportamenti di specie, migrazione e tassi di sopravvivenza.

Anna Atkins, Pteris rotundifolia, 1853

Spesso accreditata come la prima donna a scattare una fotografia, Anna Atkins era una botanica inglese che ha conosciuto il mondo della fotografia grazie agli amici di famiglia William Henry Fox Talbot e Sir John Herschel. Le sue immagini venivano prodotte sistemando esemplari di piante che aveva raccolto di persona su fogli di carta fotosensibile blu. I suoi Photographs of British Algae: Cyanotype Impressions sono considerati tra i primi esempi di atlanti fotografici della storia.

Raymond G. Gosling e Rosalind E. Franklin, Photograph 51, 1952

Photograph 51 o Photo 51 è il nome con cui è nota l’immagine di diffrazione a raggi X del DNA, realizzata grazie alla biochimica Rosalind Franklin nel dipartimento di Biofisica di Cambridge nel 1952, ed è considerata forse la foto più importante mai fatta in ambito scientifico. Questa immagine ha infatti condotto Maurice Wilkins, James Watson e Francis Crick alla comprensione definitiva della struttura a doppia elica del DNA, pubblicata il 25 Aprile 1953 e valsa il premio Nobel. Rosalind Franklin è morta di cancro per l’eccessiva esposizione ai raggi X a cui si è sottoposta, non ha ricevuto il Nobel e non è stata nemmeno menzionata alla premiazione.

Eadweard Muybridge, The horse in motion, 1878

Scattata da Eadweard Muybridge nel circuito di Palo Alto di Leland Stanford, magnate delle ferrovie, propietario di una scuderia di cavalli da corsa, politico e cofondatore della Stanford University, mentre era a cavallo della giumenta Sallie Gardner, con un’andatura di un miglio per 1 minuto e 40 secondi (circa 58 km/h), questa serie di 24 fotografie è considerata uno dei primi protofilm della storia e la sua origine di si deve ad una scommessa sull’andatura del cavallo, per scoprire se vi fosse un momento del galoppo in cui tutti gli zoccoli dell’animale sono staccati da terra.

James Ball, EAI pace tr-48, 2016

Estratta dalla serie fotografica Guide to Computing realizzata dal fotografo James Ball aka Docubyte con lo studio INK, nasce con l’intento di ricostruire una sintetica genealogia dei computer utilizzati al giorno d’oggi, mostrando esemplari storici dall’IBM 1401 al Pilot ACE di Alan Turing in veste digitalmente restaurata con un risultato dall’inedito impatto estetico.

Oliver Wasow, Women selling technology, 2018

Questo scatto fa parte del progetto fotografico Picturing Science di Oliver Wasow, a sua volta inserito in Seeing Science  di Heiferman, dove il fotografo newyorkese ha raccolto immagini reperite online e ordinate tematicamente, con l’intento di esplorare i molteplici modi con cui la scienza è stata, ed è ancora, rappresentata dalla cultura visiva. Le  immagini vengono dunque separate dal loro contesto originale grazie al processo di ricontestualizzazione tematica nel progetto acquisiscono significati inediti che possono condurre ad una nuova comprensione di come le immagini della scienza sono costruite, usate e percepite.

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