30 giugno 2023

Other Identity #68. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Marco Donazzan

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Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo millennio: la parola a Marco Donazzan

MARCO DONAZZAN, RITRATTO
MARCO DONAZZAN, RITRATTO

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana l’ospite intervistato è Marco Donazzan.

 

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Other Identity: Marco Donazzan

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«L’arte, una realizzazione personale di manifestare in varie forme espressive ciò che nasce da un pensiero, da un desiderio, da un sentimento, da un’idea… Non è fare per esibire quanto piuttosto per lasciare nel tempo un segno tangibile del nostro sentire, del nostro essere. Per un forte, profondo bisogno espressivo / comunicativo. E nella realizzazione di una immagine fotografica, arte è ciò che continua a darmi emozione a trasmettermi sensazioni a incuriosirmi nel tempo».

Flowers – 2021 – pellicola a colori – 6×7

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«È fotografare.  Dopo molto tempo trascorso a scattare in una piatta routine, ho deciso di lasciare la città natale, Vicenza e la mia stabilità, per ricominciare, con uno spirito diverso, un nuovo percorso. Che mi rispecchiasse. Mi sono dedicato a progetti personali, a viaggiare a scattare con passione, come non avevo mai fatto. Fotografare in pellicola. Vivere con ritmi diversi, guardare, pensare in modo diverso e trovare Il TEMPO. Credo che questo mi abbia portato a maturare anche come fotografo trovando la mia identità. Amo i colori caldi del tramonto, amo scattare ritratti delle persone più diverse cercando di fermare in un infinito click, il loro essere».

MANFRED -2021 – pellicola a colori – 6×7

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Sinceramente non ho mai dato molto peso a questo anche se penso che il ruolo che giocano al giorno d’oggi i social network nella costruzione della propria immagine siano importanti. Spero che si venga giudicati per le opere che si realizzano che per altro».

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Con l’avvento di Internet e ultimamente dei social, ovviamente l’utilizzo di immagini, libri, film è diventata sempre più semplice e veloce. Siamo bombardati da migliaia di flash ogni giorno. Mi capita spesso di vedere una pubblicità, un videoclip, una fotografia che richiami a frame già visti. È fondamentale conoscere quello che c’è stato e che c’è per non cadere in un plagio. Semplicemente cerco di realizzare uno scatto sperimentando e creando qualcosa di diverso, anche se magari solo in parte».

Mariana and Mariri – 2020 – pellicola a colori – 6×7

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Penso che questa parola sia utilizzata in modo smodato da anni e che i veri artisti siano, o siano stati pochi nella storia moderna; basti pensare a Pablo Picasso, Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol per citarne alcuni. Non so se mai verrò ricordato come un’artista ma in questo momento mi definisco come fotografo».

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Come mi è accaduto per un breve periodo da giovane, mi rivedrei nuovamente proiettato nel mondo della musica. Seduto dietro le pelli della batteria di una rock band, suonando ovunque e immortalando la vita on the road in prima persona».

Nick-2019-pellicola-a-colori-6×7

Biografia

Marco Donazzan nato a Vicenza nel 1987. La passione per la fotografia nasce quando, da ragazzino, sfogliando le riviste sportive, rimase attratto dalle immagini pubblicate, come dalle foto che il padre giornalista, scattava a seguito di eventi quali Formula1, Parigi Dakar, America’s cup, Olimpiadi estive ed invernali. Inizia a lavorare come fotografo dapprima seguendo le band musicali della propria città per poi arrivare ad artisti quali Omar Pedrini, Ron, Lost, Enula e Dufresne. La sua passione si divide tra l’amore per le geometrie urbane e gli emozionanti paesaggi naturali, tra i concerti punk e i ritratti. Le sue foto sono state pubblicate da Vanity Fair, Sport Week, La Repubblica, Corriere della Sera e Dice. Nel 2021 pubblica per Selfself Books, il suo primo libro intitolato: ”Galata Köprüsü”, un progetto realizzato ad Istanbul sui pescatori del famoso ponte.

Outtake of Alexiey – 2019 – pellicola a colori – 6×7
Sunset in Favignana – 2021 – pellicola a colori – 6×7

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