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Stop-Motion, i pionieri della fotografia in mostra al Rijksmuseum di Amsterdam
Fotografia
Dopo aver ricevuto gloria in tutto il mondo, l’opera del venerato fotografo britannico-americano Eadweard Muybridge (1830-1904) viene ora celebrata ad Amsterdam, in una mostra estiva ospitata dal Rijksmuseum in cui viene proposta, in anteprima, una selezione di 25 fotografie dell’artista che include alcune immagini che hanno catturato per la prima volta i movimenti di animali ed esseri umani. La maggior parte delle stampe proviene dalla collezione della Rijksakademie van beelden kunsten (Accademia statale di belle arti) di Amsterdam, mentre le restanti provengono dalla collezione del Rijksmuseum.
La mostra però include anche negativi su vetro dello scienziato e fotografo francese Étienne-Jules Marey (1830-1904), che ha condotto studi simili sul movimento nello stesso periodo di Muybridge. Per un approccio scientifico e non solo culturale adottato in questa esposizione dal Rijksmuseum, che ha ricevuto questi negativi su vetro in regalo nel 2020, decidendo di mostrarli oggi in questa mostra, dal titolo Stop-Motion. The Photography of Muybridge & Marey, che vale la pena visitare. All’interno della galleria fotografica del museo olandese.
Si tratta in effetti di un momento unico nella storia della scienza, dell’arte e della fotografia che viene qui celebrato: quando la macchina fotografica ha superato l’occhio umano per diventare uno strumento essenziale per osservare e rappresentare il mondo che ci circonda, come evidenzia Taco Dibbits, Direttore del Rijksmuseum. Con l’artista che, in questo caso come forse non mai, cerca di raggiungere l’impossibile, spingendosi ben oltre i limiti imposti dall’occhio e dalla mente umana.
In effetti, nel 1872, Muybridge tentò di fare qualcosa che fino ad allora era sembrato impossibile. Voleva risolvere quello che veniva considerato un mistero: ovvero se tutti e quattro gli zoccoli di un cavallo al galoppo si sollevassero da terra contemporaneamente. Muybridge collegò un gran numero di macchine fotografiche per catturare una rapida sequenza di immagini dei movimenti di un cavallo, da una varietà di angolazioni. Ciò che scoprì fu che mentre tutti e quattro gli zoccoli effettivamente si sollevavano da terra, lo facevano in un modo molto diverso da come gli artisti li avevano sempre rappresentati. Questo dimostrò che la macchina fotografica poteva essere utilizzata per fare qualcosa che l’occhio umano non era in grado di fare: poteva catturare e analizzare i movimenti rapidi.
Muybridge espanse poi il suo lavoro sperimentale in un megaprogetto che comprendeva 28mila scatti di esseri umani e animali in movimento. Pubblicò i risultati nel 1887 in Animal Locomotion, un libro di fotografie di elefanti, struzzi, aquile, tigri, cani, gatti e molti altri animali selvatici e domestici. Tuttavia, la maggior parte delle fotografie di Muybridge catturava il movimento umano. Istruì i suoi soggetti umani a compiere un’ampia varietà di azioni, dal camminare e salire le scale al saltare in un pagliaio, trasportare un secchio e raccogliere un fazzoletto.
Insomma, si tratta di un lavoro unico, dall’importanza a dir poco storica, che la Rijksakademie van beeldende kunsten di Amsterdam ha saputo accaparrarsi, con una delle tante istituzioni che ne hanno contraddistinto il lavoro negli anni. Acquisendo quasi un centinaio di fotografie intorno al 1890. E oggi, probabilmente, gli studenti e gli artisti dell’accademia avranno studiato le immagini con cura e con attenzione, per assicurarsi di non commettere gli stessi errori di quegli artisti che non erano ancora a conoscenza degli esperimenti di Muybridge.
Ma studi analoghi, come detto, erano stati condotti anche dallo scienziato francese Étienne-Jules Marey, contemporaneo di Muybridge (entrambi nacquero nel 1830 e morirono nel 1904), il quale condusse studi molto simili sul movimento. Con la sola differenza – o, comunque, la più rilevante – che quest’ultimo catturò sequenze di scatti su singole lastre fotografiche, in cui le immagini nelle esposizioni risultanti si sovrapponevano parzialmente e non potevano essere visualizzate separatamente. Nel 2020, il Rijksmuseum ha ricevuto in dono 30 negativi di Marey (una selezione delle quali in esposizione) dove le immagini mostrano una serie di attività sportive, tra cui ostacoli, salto con la corda, scherma, calcio e salto in alto.
Un modo anche per contestualizzare e valorizzare al meglio il lavoro di ricerca e il risultato ottenuto dal fotografo, per un’esposizione che ha un valore anche didattico, realizzata anche grazie a un importante prestito del Rce – Rijksdienst voor het Cultureel Erfgoed / Rijksakademie van beeldende kunsten e da una serie di donazioni alla collezione fotografica del Rijksmuseum.