27 aprile 2006

fino al 24.IX.2006 Infinite Painting Codroipo (ud), Villa Manin

 
Cos’hanno in comune lo stralunato personaggio col nasone del video di Paul McCarthy, la Z di Cattelan-Zorro e il Capitan Gambadilegno di Jeff Koons? Pensateci. Forse una tesi stuzzicante. Forse è tutta pittura…

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È bello provocare, anche in un’epoca in cui è sempre più difficile épater le bourgeois. È il gioco che fanno molti artisti, ricercando il lato estremo delle cose e raccontandoci come spesso il limite sia pura convenzione. E anche l’arte in fin dei conti potrebbe essere letta, in chiave postmoderna, come la storia del continuo spostamento oltre confine dell’hic sunt leones. Talvolta sono anche critici e curatori a lanciare provocazioni, con idee e teorizzazioni, nel tentativo di ribaltare modelli e apparenze. Ma è destino statistico che non tutte le ciambelle riescano con il buco, soprattutto quando gli ingredienti, pur buoni se non addirittura ottimi, vengono amalgamati così così, rivelando che dietro alle etichette (e ai titoli) c’è più il mestiere che la bontà della ricetta.
È il caso di questa mostra. La tesi, sia chiaro, è stuzzicante: non si dipinge con il solo pennello. E nel contempo –scrive Francesco Bonami– “è impossibile sfuggire alla pittura”, che diventa un linguaggio a sé in grado di generare codici e contenuti del tutto autonomamente, fino a bucare la tela e a diventare infinita. Nel saggio introduttivo si racconta di come la pittura sia diventata il mezzo di un occidentale “realismo globale”, caratterizzato dall’intreccio di “immagini, spiritualità e materialismo”, in opposizione all’astrazione “generata dal fondamentalismo religioso”. Tesi che sembra frutto di una trovata per un titolo ammiccante piuttosto che un reale motivo scientifico, poiché l’unico realismo che l’Occidente cerca di imporre è quello della tecnologia e del capitale, essendo esso stesso vittima della rappresentazione iconica (non abbiamo tutti in mente due aerei che si abbattono contro due torri?). Ci saremmo aspettati invece un’indagine attorno alle contaminazioni della pittura, alle influenze che altri media hanno avuto sul lin guaggio e viceversa, che sono indagate nella mostra un po’ troppo perifericamente.
Spicca l’eccezionale video Painter di PaulPaul McCarthy, Painter, 1995, fotogramma da video McCarthy (1945, Salt Lake City), che racconta con una narrazione cattiva e acida di un pittore con un grosso naso posticcio. Incapace di articolare qualsiasi forma di pensiero logico, ricorre ad enormi tubi di colore, uno dei quali è di color shit e arriva perfino a mutilarsi in preda ad evidente schizofrenia. O la sempre corrosiva Zeta di Zorro di Maurizio Cattelan (1960, Padova), che prende per il didietro Lucio Fontana. Bello l’olio di Neo Rauch (1960, Lipsia), a cavallo tra neo-pop e fumetti, ma che quasi accantona il realismo deformando le dimensioni di alcuni particolari del corpo. Intenso il video di Rirkrit Tiravaija (1961, Buenos Aires) ripreso di spalle mentre dipinge una delle domande esistenziali più forti, chiedendosi quale sia il posto in cui le persone vanno dopo la morte. I fratelli Chapman citano Goya nel ciclo Disastri della guerra e Marlene Dumas (1953, Città del Capo) realizza acquarelli in cui mescola crocifissioni e volti comuni: le persone sono rese emaciate da un segno che sa letteralmente scavare dentro la superficie. Un po’ come fa Luc Tuymans (1958, Mortsel, Belgio) con Gilles de Binches, in cui la maschera carnascialesca diventa emblema di una condizione di piatto grigiore esistenziale. Numerosi gli altri artisti e pochi gli italiani (ma siamo o no esterofili?), qualcuno forse fuori dalle righe o con lavori non sempre ben scelti. Impossibile non segnalare il Damien Hirst (1965, Bristol) di Redemption, in cui ali di farfalle sono incollate su di un ovale in una composizione in cui si incrociano numerosi simmetrie. Pezzo di una poeticità realisticamente globale.

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mostra visitata all’inaugurazione l’8 aprile 2006


Infinite Painting. Pittura Contemporanea e Realismo Globale
a cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto
catalogo € 15
(opere di Franz Ackermann, assume vivid astro focus, Alessandra Ariatti, Janis Avotins, Robert Bechtle, Avner Ben Gal, Glenn Brown, Maurizio Cattelan, Jake and Dinos Chapman, Dan Colen, George Condo, Enrico David, Bart Domburg, Marlene Dumas, Etta Etrong, Urs Fischer, Fisschli and Weiss, Ellen Gallagher, Felix Gmelin, Trenton Doyle Hancock, Mary Heilmann, Thomas Hirschhorn, Damien Hirst, Choi Hochul, Matthew Day Jackson, Piotr Janas, Sergej Jensen, Ji Wenyu, Mike Kelley, Jeff Koons, Udomsak Krisanamis, Dinh Q. Le, Loretta Luz, Paul McCarthy, Takashi Murakami, Wangechi Mutu, Chris Ofili, Gabriel Orozco, Alessandro Pessoli, Lari Pittman, Magnus von Plessen, Monique Prieto, Richard Prince, Neo Rauch, Anri Sala, Wilhelm Sasnal, Thomas Scheibotz, Shirana Shahbazi, Rudolf Stingel, Thaddeus Strode, Hiroshi Sigimoto, Eve Sussman, Rirkrit Tiravaija, Rosemarie Trockel, Luc Tuymans, Piotr Uklannski, Kelley Walker, Andro Wekua, Zhang Enli, Zhou Tiehai, Konstantin Zvedochetov)
Codroipo (Ud), Centro d’Arte Contemporanea Villa Manin, Piazza Manin 10
fino al 4 giugno da martedì a venerdì 9-18, sabato e domenica 10-19; dal 6 giugno al 24 settembre da martedì a domenica 10.30-19.30
visite guidate e laboratori didattici su prenotazione
ingresso € 6, ridotto € 4, gruppi € 2
per informazioni tel.0432 906509, fax 0432 908387
info@villamanincontemporanea.it
www.villamanincontemporanea.it


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1 commento

  1. Capra, non è una cosa personale, anche perchè non ti conosco 🙂 però anche qui, come a Monfalcone non hai colto molte altre cose interessanti. Pace amen, abbiamo due visioni della pittura e delle mostre sulla pittura differenti. Comunque bon lavoro

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