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14
luglio 2008
fino al 24.VIII.2008 Josef Maria Auchentaller Gorizia, Palazzo Attems-Petzenstein
friuli v. g.
Dai successi di Vienna al silenzio di un’isola. In un percorso inedito, la vita d'un artista sorprendente. Che ha trascorso la maturità quasi esiliandosi ai confini dell’Impero...
Strana esistenza quella di Josef Maria Auchentaller (Vienna, 1865 – Grado, Gorizia, 1949). Originale interprete del rinnovamento culturale nella Vienna di Klimt, nel momento di massimo successo -era il 1902- si ritira nel silenzio di Grado, lontano dalla capitale, nell’albergo della moglie posto sul mare come la prua di una nave.
È così che partecipa al lancio turistico del centro balneare, progettando alcuni manifesti, fra cui, nel 1906, il celebre Seebad Grado, in cui si fondono gli elementi descrittivi -i momenti di vita in spiaggia- al messaggio essenziale, icastico, rivolto alla buona società austriaca. Il tutto contraddistinto da un segno leggero, che svela l’aspirazione a una vacanza in una cornice raffinata.
È molto interessante confrontare il lavoro finito con lo studio preparatorio: l’opera finale è sintesi di due fasi distinte, il bozzetto grafico e la prima stesura di pittura. Auchentaller aveva messo a punto questo procedimento già negli anni viennesi, al tempo della composizione della copertina per la rivista culturale “Jugend” (1896-98), quando aveva attinto ai miti dell’antichità e li aveva trasformati in simboli pregnanti, graficamente sintetici, attraverso l’attenuazione della densità del colore e la stilizzazione delle figure.
Ma è la partecipazione al movimento della Secessione e alla redazione della rivista ufficiale del gruppo, “Ver Sacrum” a consacrare la maturazione artistica di Auchentaller, ormai in grado di definire i canoni espressivi della propria pittura. Oltre quaranta bozzetti documentano questa fase, e colpiscono i primi disegni (una serie di fiori e piante stilizzate) che, dopo numerosi passaggi, portano a compimento l’astrazione dal soggetto naturalistico. E così, anche sotto l’influsso della grafica giapponese, la scelta cromatica si riduce a due colori contrapposti, uno per il disegno, l’altro per lo sfondo.
La mostra offre un esauriente spaccato della sua vasta produzione: le quattrocento opere sono state organizzate in sei sezioni secondo un doppio criterio, temporale e di genere. Molti gli inediti, come il manifesto per le regate di Grado del ‘22. L’ultima fase si arricchisce di ritratti e di pezzi d’arte applicata, come gioielli, tessuti, oggettistica, vetrate e mobili, in cui ritroviamo i tratti caratteristici del suo segno, l’armonia, la simmetria, le linee fluttuanti. Senza essere mai decorazione, stupiscono per il gioco d’intrecci fra mito, soggetto femminile e quello naturalistico, al punto che in Dreieckige Dose i capelli della ragazza sono rappresentati come i petali di fiore e accostati alle ali di una farfalla.
Infine i ritratti, che si sviluppano bidimensionalmente (si risolvono in uno sapiente contrasto fra il volto e il contesto) ma mantengono intatta l’espressività, a tratti sintetizzata in pura macchia di colore.
È così che partecipa al lancio turistico del centro balneare, progettando alcuni manifesti, fra cui, nel 1906, il celebre Seebad Grado, in cui si fondono gli elementi descrittivi -i momenti di vita in spiaggia- al messaggio essenziale, icastico, rivolto alla buona società austriaca. Il tutto contraddistinto da un segno leggero, che svela l’aspirazione a una vacanza in una cornice raffinata.
È molto interessante confrontare il lavoro finito con lo studio preparatorio: l’opera finale è sintesi di due fasi distinte, il bozzetto grafico e la prima stesura di pittura. Auchentaller aveva messo a punto questo procedimento già negli anni viennesi, al tempo della composizione della copertina per la rivista culturale “Jugend” (1896-98), quando aveva attinto ai miti dell’antichità e li aveva trasformati in simboli pregnanti, graficamente sintetici, attraverso l’attenuazione della densità del colore e la stilizzazione delle figure.
Ma è la partecipazione al movimento della Secessione e alla redazione della rivista ufficiale del gruppo, “Ver Sacrum” a consacrare la maturazione artistica di Auchentaller, ormai in grado di definire i canoni espressivi della propria pittura. Oltre quaranta bozzetti documentano questa fase, e colpiscono i primi disegni (una serie di fiori e piante stilizzate) che, dopo numerosi passaggi, portano a compimento l’astrazione dal soggetto naturalistico. E così, anche sotto l’influsso della grafica giapponese, la scelta cromatica si riduce a due colori contrapposti, uno per il disegno, l’altro per lo sfondo.
La mostra offre un esauriente spaccato della sua vasta produzione: le quattrocento opere sono state organizzate in sei sezioni secondo un doppio criterio, temporale e di genere. Molti gli inediti, come il manifesto per le regate di Grado del ‘22. L’ultima fase si arricchisce di ritratti e di pezzi d’arte applicata, come gioielli, tessuti, oggettistica, vetrate e mobili, in cui ritroviamo i tratti caratteristici del suo segno, l’armonia, la simmetria, le linee fluttuanti. Senza essere mai decorazione, stupiscono per il gioco d’intrecci fra mito, soggetto femminile e quello naturalistico, al punto che in Dreieckige Dose i capelli della ragazza sono rappresentati come i petali di fiore e accostati alle ali di una farfalla.
Infine i ritratti, che si sviluppano bidimensionalmente (si risolvono in uno sapiente contrasto fra il volto e il contesto) ma mantengono intatta l’espressività, a tratti sintetizzata in pura macchia di colore.
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mostra visitata il 22 maggio 2008
dal 23 aprile al 24 agosto 2008
Josef Maria Auchentaller – Un secessionista ai confini dell’Impero
a cura di Roberto Festi
Palazzo Attems-Petzenstein
Piazza De Amicis, 2 – 34170 Gorizia
Orario: da martedì a domenica ore 9-19
Ingresso: intero € 6; ridotto € 4
Catalogo EsaExpoedizioni
Info: tel. +39 0481547541; fax +39 0481531798; musei@provincia.gorizia.it; www.provincia.gorizia.it
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