31 luglio 2009

fino all’1.VIII.2009 Logiche Trasversali Trieste, Factory Art

 
Sei giovani artisti che usano il corpo come mezzo di comunicazione. Un percorso trasversale, che prende il volo dal post human. Con la convinzione che per evadere dal conformismo sia necessario far spazio all’emozione...

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Una mostra concisa e densa negli spazi della galleria triestina, ultima prima del trasferimento a Berlino. Sei giovani artisti guidano il visitatore all’interno di quest’universo diagonale e multidisciplinare, caratterizzato da una percezione fresca e quasi visionaria, incentrato sul corpo e sulla sua esibizione. Come scrive la curatrice Roberta Ridolfi, oggigiorno la “logica” occupa infatti lo strato prevedibile del pensiero umano, legato alla banalità del quotidiano, mentre sono le opere d’arte fondate sull’emotività a permetterci d’intraprendere un percorso alternativo, trasversale, non scontato né collaudato.
Andi Ant presenta così sei Uniforms chatolic clergyman, falli sovradimensionati in silicone nero vestiti con un colletto da prete, che sfidano il fruitore trascinandolo in pensieri a metà strada fra l’ironico e il blasfemo. Le opere su carta di Max Bottino mostrano invece le ceneri di una performance svolta dall’artista durante il vernissage. Attraverso l’investigazione tra gli “strati sottili della carne”, Bottino tenta di istituire un dialogo con una grossa pitonessa albina nello spazio ristretto del cortile interno della galleria. La sua volontà è quella di attuare un mutamento/scambio di pelle con il rettile, come raccontano anche i disegni presentati.
Veronica Dell’Agostino - Capuccetto Rosso (06) - 2006 - stampa lambda su alluminio - cm 50x70 - ed. 5+1 p.d.a.
È un mondo fiabesco quello contemplato da Veronica Dell’Agostino, restituito in fotografie come mise en abyme di spettacoli dal sapore antico, ma nel contempo talmente nitide dal sembrare qui e ora. L’artista, in versione Cappuccetto Rosso, preferisce mettersi davanti e non dietro l’obiettivo, inserendosi nel suo lavoro come attrice protagonista e regista. Riemerge vorticosamente l’immagine di lei stessa, l’unica e la sola Cindy Sherman delle sue stesse favole.
Da una ricerca inizialmente mediata dalle nuove tecnologie, il lavoro di Giovanni Gaggia si è poi concentrato sulla performance nuda e cruda. L’artista è unico interprete della performance su video Come Santo Francesco sanò un lebbroso: un cuore tagliato, strizzato e ricucito rappresenta il simbolo della passione, della carnalità, e funge da veicolo privilegiato per sciogliere le pulsioni primordiali attraverso un travagliato processo catartico. Il medium fotografico rappresenta invece per Stella Pellegrini l’unico strumento possibile per restituire algidità e pulizia ai suoi soggetti intrisi di pulsioni vitalistiche. Siamo di nuovo nel mondo delle favole, e Il cuore di Biancaneve, rappresentato metaforicamente da una mela rossa, è tagliato e ritratto come frutto allegorico con sangue e vino mescolati che rimandano ad atmosfere sacre.
Stella Pellegrini - Il cuore di Biancaneve - 2009 - c-print su alluminio - cm 50x70 - ed. 3+1 p.d.a.
Sono immortalati da un pennello vivace e brioso gli esseri teriomorfici che popolano la pittura di Elena Rapa, abitanti di un mondo di stoffe leopardate, con gli occhi lucidi da anime giapponesi, in mezzo a tartan, unghie laccate, venature di legni profumati e arterie sanguinolente. In bilico tra il weird, l’estetica manga e il mondo della moda. Ma in un’atmosfera magica.

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alice ginaldi
mostra visitata il 9 luglio 2009


dal 25 giugno al primo agosto 2009
Logiche Trasversali
a cura di Roberta Ridolfi
Factory Art
Via Duca d’Aosta, 6/a – 34121 Trieste
Orario: da martedì a sabato ore 17-20
Ingresso libero
Catalogo a cura di Beatrice Crastini
Info: tel. +39 040314452; info@factory-art.com; www.factory-art.com

[exibart]

1 commento

  1. trovo molto interessante la ricerca proposta dai sei giovani artisti per certi versi mi ha ricordato il teatro della crudelta’di Artaud. mi piacerebbe promuovere un dialogo artistico fra la poesia e altre forme espressive.

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