02 aprile 2007

fino all’8.VII.2007 Luca Cambiaso Genova, Palazzo Ducale e Palazzo Rosso

 
Un artista del '500 che ha impregnato le strade di Genova e si è spinto fino in Spagna (all’epoca) e in Texas (oggi). La crisi di un periodo e di un uomo. Un percorso che non risolve vecchi problemi ma ne propone di nuovi…

di

Oltre duecento opere tra dipinti, arazzi, sculture, grandi pale d’altare e disegni. La mostra che Genova dedica a Luca Cambiaso (Moneglia 1527 – El Escorial 1585), artista che segnò profondamente la città nel secondo Cinquecento, non solo è esaustiva dal punto di vista dell’esposizione, ma prevede approfondimenti articolati tra cicli di conferenze, convegni, percorsi cambiaseschi a Genova e in Riviera, visite d’eccezione in spazi privati, ponteggi realizzati appositamente per osservare da vicino gli affreschi del Ratto delle Sabine (Villa Imperiale) e Ulisse saetta i Proci (Palazzo della Meridiana). Tutta la città è coinvolta dunque, ed è importante che sia così, considerando come tracce di questo artista siano sparpagliate ovunque e facciano parte integrante della quotidianità dei cittadini.
Questa mostra, però, ha origini lontane. Il Blanton Museum of Art di Austin (Texas) ospita la più importante raccolta di opere di Cambiaso al di fuori di Genova ed è proprio con una monografica su questo autore che è stata inaugurata recentemente la sua nuova sede. Secondo Jonathan Bober, curatore del museo texano, Cambiaso è “l’ultimo grande maestro a ricevere la giusta attenzione di una mostra monografica moderna”. Quella italiana è un ampliamento dell’esposizione americana, e il suo sapore internazionale è aumentato dall’apporto di studiosi e musei di tutto il mondo.
Il risultato è una mostra densa, che si articola su più livelli e non si sottrae alla complessità. Le crisi di Cambiaso, che così bene rispecchiano le problematiche dell’epoca, sono analizzate senza la pretesa di venire risolte facilmente, ma preferendo anzi sollevare nuovi interrogativi e spingere la ricerca in nuove direzioni.
Il primo dipinto è un autoritratto dell’artista che ritrae il padre, pittore a sua volta. Gli esordi giovanili di Cambiaso e tutta la sua opera sono costantemente esaminati alla luce dei suoi rapporti stilistici con i grandi maestri del Cinquecento (Michelangelo, Correggio, Tiziano ma anche Perin del Vaga, Beccafumi e tanti altri). Le successiva stanze si articolano seguendo quelli che sono stati i temi, le ossessioni e le trasformazioni del Cambiaso.
Luca Cambiaso - The Rape of the Sabines - National Gallery of Scotland
Quello della Vergine con il Bambino è sicuramente uno dei soggetti più frequentati, ed è proprio grazie a questa costanza che risultano evidenti, nelle varianti, la sua ricerca stilistica e la maturazione artistica.
Alcuni dipinti non erano mai stati esposti in Italia, (la vasta produzione cambiasesca è sparpagliata in giro per il mondo), ed è esposta una scultura, da poco riscoperta e studiata, proveniente dalla facciata della Chiesa di Comuneglia.
La fortuna del pittore presso la committenza religiosa è nota, sottolineata dalle impressionanti pale d’altare, e forse per questo colpiscono tanto le sue opere profane. Molto belli sono anche gli studi preparatori, meravigliosamente cubisti. E poi ancora attraverso i Notturni, gli Ecce Homo, le Carità, si giunge al periodo Spagnolo, quello terribile dell’Escorial, dove Cambiaso, chiamato da Filippo II come pittore di corte, si scontrerà con il potere laico senza riuscire a farsi valere come artista. Ancora una volta un dipinto inedito per l’Italia, proveniente da Terragona, e la proiezione della volta della Basilica di San Lorenzo all’Escorial.

annalisa rosso
mostra visitata il 10 marzo 2007


dal 3 marzo all’otto luglio 2007
Luca Cambiaso – Un maestro del Cinquecento europeo
a cura di Piero Boccardo, Franco Boggero, Clario Di Fabio, Lauro Magnani, con la collaborazione di Jonathan Bober (Blanton Museum of Art di Austin, Texas)
Palazzo Ducale, Appartamento del Doge, piazza Matteotti 9 Genova (centro storico) – orario: 9-19 tutti i giorni, chiuso il lunedì
Sezione a Palazzo Rosso, Musei di Strada Nuova, via Garibaldi 18 Genova (centro storico) – orario: 9-19 da martedì a venerdì, 10-19 sabato e domenica, chiuso il lunedì – per info e prenotazioni: 010 55744004 www.palazzoducale.genova.it  – prevendita on line: www.vivaticket.it – Catalogo Silvana Editoriale


[exibart]


1 commento

  1. la mostra su Luca Cambiaso rende giustizia all’arte genovese del XVI secolo, testimoniando come la Liguria, ritenuta periferica rispetto al grande movimento rinascimentale, ne abbia in realtà non solo appreso la lezione ma vi abbia contribuito con assoluta originalità. L’arte di Luca e quella di coloro che lo seguirono, non si muove affatto in un ristretto ambito regionale: Genova era la più internazionale delle città italiane e poteva facilmente mettere in contatto i suoi artisti con quanto accadeva altrove. Cambiaso va iscritto alla più alta scuola del Manierismo, sebbene per motivi anagrafici e stilistici non afferisca certo alla prima maniera, dei Rosso e dei Pontormo. Tuttavia, pur all’interno di questo grande movimento, possiede una sua cifra che non rimarrà lettera morta: io la individuo nella qualità sintetica della sua opera, nella capacità di tratteggiare senza dettagliare, e nella modulazione di tale capacità in funzione della fruibilità dell’opera e quindi dello spettatore. Sfondi paesaggistici quasi di solo colore, pochi colpi di pennello, come di spatola, tanto determinata è l’intenzione dell’artista di convogliare l’attenzione dell’occhio su ciò che si vuole raccontare. Artista pienamente controriformato, in questo senso, e perciò moderno: non mi interessa più farti vedere quanto sono bravo nei giochi di trasparenza di una boccetta o di un bicchiere, mi piace che tu ascolti la mia storia e ne apprenda la frase spirituale. Un vero poeta, in questo: il mezzo è al servizio della parola pittorica, del senso immateriale del discorso artistico. E pure i disegni: finalizzati all’obiettivo: le teste sono parallelepipedi orientati, a seconda di dove poi, nell’opera definitiva, si intenda far volgere lo sguardo al personaggio. E così i corpi, sintetizzati in rigide figure geometriche volte unicamente a individuarne la postura, per poi nell’opera dipinta, porle nello spazio secondo equilibri e anche squilibri attentamente studiati. Ovviamente il Cubismo non c’entra niente: inopportunamente citato in ossequio al
    sincretismo di moda, che vanta
    tra i suoi massimi epigoni Philippe Daverio, questo accostamento svia l’attenzione dal carattere mirabilmente sintetico
    e moderno della poetica di Luca Cambiaso. E’ grazie a questa mostra che forse un giorno vedremo il grande artista
    sottratto alla schiera delle seconde linee della Maniera italiana, finalmente ammesso tra i grandi rinnovatori
    dell’arte europea.

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