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Da simboli riservati a marinai e galeotti, i tatuaggi hanno conquistato una popolarità e un’accettazione sociale impensabile fino a una ventina di anni fa, diventando di fatto espressione della cultura mainstream. Gli artisti dell’inchiostro più dotati e innovativi hanno raggiunto, grazie soprattutto a internet, un successo e una notorietà equiparabili a quella di alcuni designer e artisti contemporanei, attirando anche l’attenzione del mondo dell’arte. A dimostrazione di questo nuovo trend c’è stato negli ultimi anni un moltiplicarsi di mostre e aste incentrate su disegni e fotografie di tatuaggi realizzati dai mostri sacri del settore.
Il fenomeno è molto simile a quello che ha investito la graffiti art qualche anno fa: una pratica sovversiva e ostile all’establishment entra nelle gallerie e nei musei per essere più o meno istituzionalizzata, con un successo di pubblico inimmaginabile. Il tatuaggio esprime peraltro il netto ribaltamento del principio che vede l’opera d’arte intimamente connessa al suo creatore: in questo caso è il possessore che, oltre a ospitare l’opera sulla propria pelle, genera l’impulso vitale necessario per evitare che il disegno resti un semplice bozzetto su carta. (Giulia Testa)
Fonte: The Atlantic





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