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Può l’arte aiutare a promuovere i rapporti diplomatici? Il ministero degli esteri tedesco ha deciso di scoprirlo scommettendo sulla cultura come strumento di avvicinamento con paesi difficili, definiti “schegge impazzite” della diplomazia internazionale.
A testimonianza dell’intenzione di investire nell’arte come mezzo di cooperazione, il governo tedesco ha attivamente promosso e incoraggiato l’organizzazione di una mostra che vedrà per la prima volta fuori dall’Iran la collezione dell’ultima sovrana persiana, la moglie dello Scià di Persia. Insieme al marito, costretto ad abbandonare il trono dopo la rivoluzione islamica del ’79, l’imperatrice Farah Pahlavi era riuscita a mettere insieme opere di Pollock, Warhol, Picasso e molti altri mostri sacri dell’arte occidentale, insieme a numerosi pezzi di arte iraniana. La mostra, che ad aprile approderà al Maxxi di Roma, è un tentativo non troppo velato di normalizzare le relazioni diplomatiche con la Repubblica Islamica, sulla scia di analoghe iniziative con paesi sensibili come Ucraina, Arabia Saudita e Cuba.
I diplomatici tedeschi hanno dichiarato di essere consapevoli delle critiche che una tale collaborazione potrebbe sollevare, ma hanno deciso di perseverare con la strategia convinti che porterà i suoi frutti in futuro. Come si dice in questi casi, ai posteri l’ardua sentenza. (Giulia Testa)
Fonte: The Art Newspaper





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