31 ottobre 2017

Il Bass è tornato

 
Il celebre museo di Miami Beach ha riaperto, dopo un "lifting" costato 12 milioni di dollari e un anno di ritardo

di

“Incredibilmente fortunato” a non aver riportato danni dopo il passaggio dell’uragano Irma, il museo d’arte contemporanea di Miami Beach è stato riaperto il 29 ottobre dopo un restauro costato 12 milioni di dollari, iniziato nel 2015 e ritardato più volte. 
L’architetto David Gauld ha lavorato ampliando gli spazi per più del 50 per cento, con difficoltà in stile “Tetris”, ha riportato Silvia Karman Cubiñá, direttore esecutivo e curatore del museo. La riorganizzazione ha coinvolto il cortile esterno e l’aggiunta di quattro nuove gallerie. La città di Miami Beach ha contribuito ai lavori (pubblici-privati) per 7,5 milioni.
Cubiñá attribuisce i ritardi nella riapertura (che doveva essere nell’autunno 2016 e poi posticipata alla primavera del 2017 e infine a ottobre) alla sfida di ristrutture di un edificio storico. Il team ha incontrato “sorprese”, dai tubi non inclusi nei piani, e ha dovuto aderire ai rigorosi codici del consiglio di conservazione di Miami Beach.
Ma ora, in attesa di Art Basel, le mostre: Pascale Marthine Tayou, che mescola i suoi lavori con i pezzi della collezione dei fondatori del museo, Johanna e John Bass. Il 7 dicembre poi arriverà Mika Rottenberg, artista di New York, ma anche “vecchie glorie” per nuove acquisizioni, in primi Tony Oursler e Cerith Wyn Evans, parte di una donazione di circa 80 opere multimediali della collezione di video di Martin e Cricket Taplin, donato al museo di quest’estate.
E ovviamente, dopo essere stato rimosso per colpa di Irma, è tornato al suo posto anche il grande neon di Sylvie Fleury Eternity Now (2015). Welcome back Bass!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui