24 marzo 2015

Pompei verso il mondo

 

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Finalmente a rimbalzare da una testata internazionale all’altra, nei giorni scorsi è stata una buona notizia proveniente dall’Italia.
Si sono conclusi gli interventi di restauro, finanziati con fondi ordinari della Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia per un importo di circa 900.000 euro, iniziati nel maggio del 2013 della Villa dei Misteri a Pompei.
Scoperta parzialmente nel 1909-1910 il complesso è un esempio mirabile di commistione tra villa d’otium e villa rustica, appartenuta forse alla famiglia degli Istacidii, fra le più importanti della Pompei di età augustea. Presenta, secondo gli studi più aggiornati, un impianto architettonico risalente al I secolo a. C. con successive trasformazioni fino al momento dell’eruzione (79 d.C.).
La Sala dei Misteri, che dà il nome alla villa, è coronata da uno straordinario ciclo pittorico, ampiamente discusso dagli studiosi, che occupa la fascia mediana della sala, al di sopra di uno zoccolo decorato a finto marmo che funge da podio. La scena è dominata dalla coppia divina posta al centro della parete di fondo, in cui si identificano Dioniso e Afrodite (o Arianna). 
Il culmine della tensione narrativa è raggiunto nella scena rituale in cui una donna inginocchiata scopre il fallo, mentre un personaggio alato è intento alla flagellazione rituale.
I lavori di restauro hanno interessato tutti gli apparati decorativi, mosaici e pitture, degli oltre 70 ambienti in cui si articola la Villa e sono stati organizzati in lotti per consentire la visita del pubblico nelle aree non interessate dal cantiere, evitando così che un edificio tanto importante non fosse fruibile per un periodo molto lungo.
I restauri sono stati preceduti da una puntuale campagna di indagine preliminare, volta all’identificazione e caratterizzazione dei materiali, delle tecniche pittoriche, della natura delle alterazioni cromatiche e delle incrostazioni prodottesi negli anni, studiando il manufatto antico attraverso il confronto nel tempo delle immagini dei decori.
Un ruolo rilevante nei restauri è stato ricoperto da chimici, fisici e archeologi, che hanno contribuito a migliorare la conoscenza dei manufatti. Queste figure professionali sono state di costante supporto per lo sviluppo dell’intervento, affiancando in ogni momento l’attività e la sensibilità del restauratore. (Federica Pignata)

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