15 settembre 2018

Pyotr torna libero

 

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Pyotr Pavlensky, l’attivista russo rifugiato in Francia nel 2017, che aveva appiccato il fuoco ad una sede della Banca nazionale denunciando – dopo le innumerevoli performances a Mosca – “i banchieri europei (che) hanno preso il posto dei monarchi”, oggi esce dal carcere.
Durante la breve udienza pre-trail che si è tenuta, un rappresentante della Banca di Francia ha detto che l’istituto potrebbe citare in giudizio Pavlensky per “diffamazione”. E l’artista ha risposto che l’istituzione è “un simbolo della distruzione di tutte le iniziative rivoluzionarie”.
Oksana Shalygina, compagna di Pavlensky, alla radio francese si è detta sorpresa dalla sentenza: il PM ha elencato cinque punti per cui, secondo l’autorità, Pyotr dovrebbe restare in prigione, tra i quali vi era anche “l’estrema pericolosità” del soggetto.
Il suo processo inizierà nel gennaio 2019 e, nel frattempo, gli aderenti al collettivo Femen hanno mostrato il loro sostegno a Pavlensky ricreando la prima protesta dell’attivista di Mosca, fuori dal tribunale parigino. Con le bocche cucite, gli attivisti hanno denunciato “La repressione guidata dallo stato francese verso Pyotr Pavlensky e la volontà di imbavagliare la sua libertà di parola e di espressione”. Ma con la banca non si scherza, a quanto pare. 

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