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La giornalista e cineasta Laura Poitras, recentemente premiata con un Oscar per il documentario “Citizenfour”, ha un nuovo progetto in cantiere. Dopo aver raccontato la vicenda di Edward Snowden, l’informatico di un’agenzia di intelligence statunitense che ha diffuso dettagli sui programmi di sorveglianza di massa del governo (che per anni ha spiato le conversazioni telefoniche e telematiche di milioni di persone in nome della lotta al terrorismo), ha deciso di dare una svolta artistica alla propria carriera. Questa scelta, che risale al 2012 ed ha già visto una serie di collaborazioni con il Whitney Museum, ha dato vita a “Astro Noise”, la prima personale dell’artista ospitata dal museo newyorkese.
La mostra raccoglie i risultati delle sperimentazioni di Poitras su temi che aveva già affrontato come giornalista. Le telecamere, i droni, le torture, la sospensione dei diritti e gli abusi non sono mali necessari al servizio della guerra al terrorismo, come il governo tenta di far credere. Partendo da questo punto di vista fortemente politico Poitras vira gradualmente sull’esistenziale, interrogandosi sulle ripercussioni di una vita ipercontrollata in cui è impossibile restare mai veramente da soli. (Giulia Testa)
Fonte: El País





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