11 novembre 2014

Ma non c’era la crisi?

 
Chiude l’art week torinese e subito si contano gli ingressi. Che si dicono smisurati. Verità o mistificazione?

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Dicono che c’è crisi. Bah. Paratissima è stata presa d’assalto (vero, non si pagava); The Others? Presa d’assalto (ok, pochi euro di biglietto); Artissima? Peggio che la corsa all’oro! E qui, invece, al botteghino il prezzo era decisamente più alto (15 euro). Poi One Torino con la sua Shit & Die e il figurone fatto rispetto all’offerta dello scorso anno. Risultato? Quattro giorni di una fila che girava intorno a Palazzo Cavour.
E meno male, insomma, che il popolo non ha voglia di spendere denaro, men che meno per l’arte!
E invece la comunicazione ufficiale di Artissima, nella serata di ieri, ha dichiarato di aver superato il tetto dei 50mila visitatori raggiunto lo scorso anno, con il più 10 per cento di ingressi paganti rispetto al 2013. Collezionisti? Anche qui si dice siano stati il 30 per cento in più. Se hanno comprato non si sa, tra un refrain di “ma”, “ni”, “forse” e “non so”. Ma com’è che ogni anno, anche quando peggio non potrebbe andare, per le fonti ufficiali si continua a crescere? Davvero la bolla non scoppia? E quando scoppierà, quante vittime resteranno sul campo? Dov’è tutta questa crisi, questa situazione “non ideale” di cui spesso lamentano i galleristi a porte chiuse per poi dire, quanto interpellati, che va tutto bene? Non si capisce a quale gioco stiamo giocando, se non a quello di una sorta di mistificazione. O in un senso, nell’altro o in entrambi. 

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