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opere uguali ma diverse. Da conservare, guardare e analizzare in tutte le
declinazioni possibili. Sono le stanze degli amanti di Lorenzo Mattotti,
riproposte dalle edizioni Logos in due raffinati contenitori.
Il primo rappresenta per certi
versi la genesi di un processo creativo che i puristi potranno giudicare
discontinuo. Perché apparentemente non c’è una storia. Né un prologo né un
epilogo. Ci sono però i frammenti dell’intimità e parte di quelle sensazioni
che solo una coppia può vivere, leggere e interpretare. Ci sono gli attimi di
attesa, l’avvicinamento, il contatto, il pensiero, la riflessione, il dubbio,
l’eccitazione. E l’amore, prima e dopo. C’è il bacio.
Ecco, questo piccolo albo di
dieci centimetri per ventuno è l’esatta riproduzione di un quaderno di disegni
realizzati a matita. I soggetti sono loro: un uomo e una donna i cui corpi si
muovono e si collocano fluidi in uno spazio identificabile con La stanza.
In lavori come questi non si ha – né si può avere – la pretesa di riconoscere
per forza una storia. Se apprezziamo volumi così fatti è perché ripropongono
istantanee della creatività di un artista come Mattotti, che nell’illustrazione
riesce sempre a esprimere quell’unicità che va al di là dello stile tanto
riconoscibile.
A questo piccolo volume, che
assomiglia a una sorta di backstage creativo, segue il cartonato Stanze.
Nato come il catalogo di una mostra, il volume racchiude l’evoluzione di questi
due amanti. Le cui emozioni non sono più legate esclusivamente alla posizione dei
loro corpi. No, qua interviene la tecnica. Ogni capitolo è infatti suddiviso in
base ai materiali utilizzati: incisioni a punta secca, pastelli, carboncini,
acrilici su tela, chine e inchiostri su carta nepalese. La tecnica interviene
quindi sulle interpretazioni delle prospettive, mentre il simbolismo dei colori
fa il resto.
“È proprio quello il
fascino”, ci spiega dal suo atelier parigino Lorenzo Mattotti,
colui che è stato tra i fondatori del gruppo Valvoline e che oggi realizza illustrazioni, fra gli altri, per The
New Yorker, Le Monde,
Das Magazin, Suddeutsche Zeitung, Nouvel Observateur. “Vede, Stanze è un tipo di
lavoro che non è stato comandato da nessuno. Tutto ha inizio dai miei personali
interessi. Tutto inizia con quel taccuino che è stato stampato così com’era. Il
tema mi sembrava particolarmente ricco e affascinante, così l’ho sviluppato a
poco a poco utilizzando altri tipi di tecnica”. Del resto, come
abbiamo già avuto modo di dire, ogni tecnica contribuisce a creare
un’atmosfera: “Certe emozioni emergono solo col carboncino, altre sono
suscitate dall’uso dell’inchiostro su carta nepalese. Così ogni declinazione si
arricchisce e diventa particolare”, prosegue Mattotti.
Questa storia senza storia,
così illustrata, sul piano della comunicazione sembra universalmente
comprensibile. Non solo non ci sono balloon o didascalie, ma i volumi si
presentano senza testi introduttivi e saggi critici. Che, seppur ben fatti, a
volte sono perfino troppo invadenti o condizionanti. Per tutte queste caratteristiche,
il livello di penetrazione si alza e si estende. Ma cosa ne pensa Mattotti? “Quando
si trova un soggetto forte e profondo, be’, si capisce subito. Quanto arriva?
Difficile capirlo. Posso dire che quando disegno con libertà, senza
commissioni, ho la sensazioni che il mio lavoro penetri ancora di più nel
pubblico. Forse non si generano quelle distanze e quei veli creati dal
committente. Si sente un’energia diversa e c’è più interesse. Questo lo si
legge. E la gente lo capisce”.
Che il pubblico, come spesso
capita, sia quindi sottovalutato? “Io sono uno che rischia
abbastanza”, risponde Mattotti. “Anche se devo ammettere che
l’illustrazione, in Italia, è usata pochissimo per impattare col pubblico. Le
copertine disegnate, ad esempio, sono rarissime. Ma se gli si tocca delle
corde, il pubblico è capace di capire subito. Tutto sta però nella ricchezza
del messaggio. Se questo è stratificato e se ha la giusta profondità, beh,
allora penetra nella gente e l’arricchisce. Nello sguardo delle persone ho
sempre avuto fiducia. Il problema, semmai, è fargli vedere il messaggio. Perché
è davvero raro che si parli della lettura delle immagini”.
Lorenzo
Mattotti a Venezia
Lorenzo
Mattotti. Segni e colori
La
Divina Commedia. Lorenzo Mattotti, Milton Glaser e Moebius
Lorenzo Mattotti – La
Stanza
Logos Books, Modena 2010
Pagg. 176, € 12
ISBN 9788857601281
Lorenzo Mattotti – Stanze
Logos Books, Modena 2010
Pagg. 208, € 35
ISBN 9788857601267
Info: la scheda dell’editore
[exibart]
mostre ed eventi

Uros Gorgone
Federico Pazzagli
Direttore Responsabile:
Matteo Bergamini
Direttore Editoriale:
Cesare Biasini Selvaggi
Direttore Commerciale:
Federico Pazzagli
f.pazzagli@exibart.com
Fax: 06/89280543
Pietro Guglielmino
Adriana Proietti
Art Director:
Uros Gorgone
Progetti speciali:
Daniele Perra
Redazione:
Mario Francesco Simeone
Nicoletta Graziano
Silvia Conta
Yasmin Riyahi
Erica Roccella
Collaboratori

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