10 aprile 2020

‘Weird Sensations feels good’: l’ASMR all’ArkDes di Stoccolma

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All'ArkDes di Stoccolma la prima mostra in museo con opere della cultura ASMR: lavori audiovisivi, oggetti di design e app, per un percorso che fa "rabbrividire"

"Artificial Skin for Mobile Devices" (2019) by Marc Teyssier. Photo: Marc Teyssier, courtesy ArkDes

“Weird Sensations feels good: l’ArkDes – Sweden’s National Centre for Architecture and Design di Stoccolma presenta la prima mostra in un museo con opere della cultura ASMR: lavori audiovisivi, oggetti di design e app invitano il pubblico in un percorso concepito come una “comfort zone” totale.

Lo chiamano orgasmo cerebrale: è l’ormai celebre l’ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response), in realtà una sensazione di formicolio accompagnata da uno stato di benessere e rilassamento mentale, provocato da uno stimolo esterno di natura sensoriale – visiva, uditiva o tattile (l’esempio più classico, una voce che sussurra lentamente all’orecchio).

Diventato in pochi anni un fenomeno planetario, l’ASMR si è innestato e diffuso rapidamente nel web, incanalandosi in una vasta gamma di espressioni – dai tutorial per creare, guardare e “ascoltare” lo slime (per chi non avesse figli minori: una pasta morbida ricavata dal Guar, gomma vegetale), all’universo sconfinato di YouTuber che giornalmente danno appuntamento a milioni di follower per sedute online di eccitazione ASMR a bassa intensità. Dopo aver “conquistato” i media, compresi quelli eccellenti – BBC in primis – e il mondo della pubblicità (il video di IKEA sul letto Oddly ha più di due milioni e mezzo di visualizzazioni), l’ASMR varca ora, per la prima volta, le soglie di un museo.

Il titolo della mostra “Weird Sensations feels good” si riferisce alla prima discussione online su questa sensazione nel 2007, successivamente coniata come “ASMR” da Jennifer Allen nel 2010. Il progetto, ospitato presso ArkDes – centro per l’architettura e il design di Stoccolma – è inevitabilmente trasversale e presenta una serie di opere della cultura ASMR globale di trenta “ASMRtists”: lavori audiovisivi in primis – come ad esempio il primo video sussurrato pubblicato su YouTube dall’ASMRtist WhisperingLife – ma anche oggetti di design, tra cui l’unico prototipo di Artificial Skin per dispositivi mobili di Marc Teyssier. Non mancano le opere del famoso pittore e conduttore televisivo Bob Ross (1942-1995), considerato un precursore del fenomeno ASMR con i suoi video The Joy of Painting trasmessi su PBS.

Spiega il curatore, James Taylor-Foster “Sfruttando le stesse tecnologie che cerca di sovvertire – l’iper-connettività e Internet, lo schermo e le piattaforme di streaming – l’ASMR ritaglia una nicchia di gentilezza, cura, empatia e nuove forme di ospitalità online”. E continua: “La mostra utilizza l’ASMR come un veicolo per comprendere l’evoluzione dell’intimità digitale e le strutture emergenti del sentimento collettivo.” Intimità digitale versus distanza sociale: l’ASMR sembra racchiudere la quintessenza di questo nostro tempo, oggi più che mai fatto di solitudini forzate e collettive causa quarantene da Covid.
Ma nelle intenzioni, la mostra proporrebbe uno spostamento del fenomeno dalla solitudine degli schermi individuali allo spazio pubblico. Un principio che si traduce anche nell’allestimento, concepito in collaborazione con ETER Architects come un lungo cuscino a metà tra letto e panchina pubblica. L’obiettivo è sovvertire le logiche della classica visita museale e trasformare il percorso in un’esperienza di morbida “comfort zone”.

“WEIRD SENSATION FEELS GOOD” at ArkDes, featuring works by Bob Ross. Photo: Johan Dehlin, courtesy ArkDes

A detta del curatore gli ASMRst stanno “costruendo un movimento culturale che trascende la lingua e la cultura a favore dei sentimenti corporei”: è inevitabile pensare che un’arte con ASMR abbia il gioco facile, se non sporco. L’aspetto sensoriale, per quanto ammaliante, non rischia di rimanere un medium fine a se stesso, che ci fa restare accoccolati una volta di più nella nostra comfort zone abituale, se non torpore, mentale e fisico?

Un assunto ben diverso da come il corpo e gli stimoli sensoriali siano stati esplorati e utilizzati nell’arte. Il “Manifesto del tattilismo” di Marinetti ha quasi un secolo, mentre solo a voler “pescare” nell’ampia categoria “Performance”, il Tap e Touch Cinema di VALIE EXPORT (1960), partendo da tutt’altre premesse, la sapeva lunga su come utilizzare le sensazioni legate al tatto per trascinarci proprio al di fuori da ogni comfort zone possibile.

L’ArkDes è attualmente chiuso a causa dell’emergenza Covid; il vernissage della mostra (prorogata fino al primo novembre) si è svolto perciò online il 7 aprile sulla piattaforma e-flux (da cui è nato il primo video che trovate all’inizio di questa pagina) ed era stato annunciato come esperienza da fare ognuno davanti al proprio device, cuffie alla mano, anzi alle orecchie. Sono inoltre in programma visite curatoriali online, ma anche diverse possibilità di partecipazione virtuale da parte del pubblico, come l’archivio anonimo Archive of Feelings e un filtro Instagram disegnato da Irene Stracuzzi e PostNew.

Drawing of the scenography for “WEIRD SENSATION FEELS GOOD” at ArkDes by ĒTER Architects (2020), courtesy ArkDes

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