23 dicembre 2014

Per l’abolizione dell’inferno

 

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Non è la prima volta che qualcuno ci prova. Prima, per ben due volte nel 1998 e nel 2001, ci si era messo d’impegno l’artista argentino Leòn Ferrari con papa Woytila. Ma niente. Anzi, la prima risposta fu alquanto dura e in seguito ammorbidita. Ferrari muore nel 2013, proprio quando il cardinale Bergoglio (suo connazionale) sale al suolo pontificio. L’artista, però, non può più rivolgere la sua preghiera al nuovo papa, che nel frattempo ha preso il nome di Francesco. E che però,  alla fine della prima stazione della Croce ha dichiarato che “Dio non condanna nessuno”. Apriti cielo! Forse una speranza c’è. Ecco allora che in occasione della 31esima edizione della Biennale di San Paolo l’Etcetera Colective ha rilanciato l’appello. Che fino ad oggi conta 15mila adesioni. E chissà se il clima natalizio sia favorevole al pronunciamento dell’abolizione dell’inferno.

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