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Un’energia brulicante, il sole caldo, Castello Ursino, le strade di polvere, il vociare ininterrotto, la pietra lavica. Siamo a Catania, nel quartiere San Cristoforo ed il BOCS dimora in un garage incastonato su di un viatico di casupole dai tetti bassi e le porte similari, a due passi dalla Fondazione Brodbeck.
“Il BOCS nasce come spazio espositivo no profit nel 2008 per ovviare alla carenza di luoghi destinati agli artisti emergenti e per favorire un dialogo tra gli addetti ai lavori e non”. La sua storia si lega a quella di vita dei suoi fondatori, Giuseppe Lana e Claudio Cucuzza, il primo artista ed impegnato nella selezione e messa in opera dei progetti espositivi, il secondo nella gestione tecnica che il tutto comporta. Sin dagli inizi, il BOCS ha saputo sfruttare la frizzante energia dei luoghi anonimi ma provvisti di un’anima tanto umana da poterla assaporare, toccare, ascoltare, impregnata così com’è di odori, gesti, accenti. Il BOCS di per sé è infatti uno spazio grezzo, dall’architettura scarnificata e il decoro inesistente ed è grigio, come la pietra di quel vulcano che domina la vista. La scelta di un nudo interno ricorda un poco raffinato white cube o grey cube – dovremmo dire piuttosto – che centralizza l’opera e la sua percezione, ma la Sicilia non è un luogo da spazi asettici. Così oltre l’opera ciò che trasuda dalle sgombre pareti è la linfa che le ha dato origine, contaminata e contaminante di domande sul da farsi e sul come farsi. Decine sono stati i progetti site specific e gli artisti in residenza ed altrettanto numerose le collaborazioni con altri spazi indipendenti e accademie, università, istituzioni sia pubbliche che private. Ma dal 2011 la formula cambia: dal garage in Via Grimaldi al numero 150 prende piede una pratica condivisa ed un dialogo che rimbalza da un interlocutore ad un altro senza mai chiudersi in una sola voce.
Giuseppe Lana, che ora di casa sta a Londra, così ci spiega questa fase: «Abbiamo iniziato un progetto sperimentale di residenze scegliendo di operare in luoghi del territorio siciliano distanti dai centri più attivi. BOCS origini è una nuova proposta di incontro tra artisti e pubblico, un tentativo esperenziale di ri/scoperta delle nostre radici e un ulteriore momento di riflessione rispetto alla questione centro/periferia».
Agira in provincia di Enna e Canicattì nell’entroterra agrigentino sono state le prime tappe, ma poi l’orizzonte si è ampliato includendo BOCS Ltd, ovvero un progetto che al suo primo appuntamento ha coinvolto tre artist-run spaces tra Catania, Berlino e Londra. Così tra giugno e settembre dello scorso anno in una project room presso il Centro Culturale Polivalente di Catania, si sono avvicendati gli artisti: Filippo Leonardi e Sebastiano Mortellaro per BOCS, Johannes Buss e Ekaterina Mitichkina per Schau Fenster di Berlino, Sally Morfill e Rochelle Fry per Five Years di Londra. Miriam La Rosa sottolinea bene in catalogo come la pratica della collaborazione abbia radici lontane… era un certo esprit a mettere in scena le opere di Duchamp, Man Ray, Dalì ed animare infatti le esposizioni surrealiste.
«Attraverso la costruzione di questo network – continua Lana – il BOCS ambisce ad essere matrice di nuove trasformazioni, andando anche a modificare la percezione esterna nei confronti del nostro territorio». Ma alla domanda di chiusura su come vi finanziate, l’energia si disperde e la risposta non lascia margini di immaginazione: «Tutte le attività del BOCS sono state sempre sostenute attraverso varie formule di fundraising: micro collezionismo, CenaContemporanea e Low Cost Gallery sono state delle esperienze importanti che ci hanno permesso l’auto finanziamento. Abbiamo provato ad accedere ai fondi pubblici, ma sfortunatamente non siamo mai riusciti ad ottenerli».
Condivisione, processualità, rete sono le parole chiave di questa “scatola” che si moltiplica su di uno spazio rizomatico. Allora “qualcuno potrà obiettare che più l’opera tende alla moltiplicazione dei possibili più si allontana da quell’unicum che è il self di chi scrive, la sincerità interiore, la scoperta della propria verità. Al contrario rispondo io chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni, ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili”. (Italo Calvino, La Molteplicità in Lezioni Americane).
Gli artisti che fino ad ora hanno collaborato con il BOCS sono stati: Gabriele Abbruzzese, Vanessa Alessi, barbaragurrieri, Francesco Balsamo, Federico Baronello, canecapovolto, Alessandra Cianelli, Gabriella Cinciamino, Andrea Coppola, Annamaria Di Giacomo, Zoltan Fazekas, Alessandro Gagliardo, Stefania Galegati Shines, Patricija Gilyte, Luk Huybrecht, Agne Jonkute, Filippo La Vaccara, Filippo Leonardi, Gianluca Lombardo, Inga Liksaite, Ellen Michiels, Sebastino Mortellaro, Adriano Nasuti-Wood, Carmelo Nicotra, Daniele Puglisi, Maria Domenica Rapicavoli, Veerle Smets, Veronica Tanzi, Lisa Wade, Stefania Zocco.