27 luglio 2020

Banksy raccontato ai bambini: intervista a Fausto Gilberti

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Bombolette di vernice spray, opere che si auto-distruggono e parchi giochi al contrario. Ecco il nuovo libro di Fausto Gilberti, dedicato allo street-artist dall’identità segreta, Banksy

Banksy secondo Fausto Gilberti (Courtesy: Corraini)
Banksy secondo Fausto Gilberti (Courtesy: Corraini)

Dopo Piero Manzoni, Yves Klein, Jackson Pollock, Marcel Duchamp, Lucio Fontana e Yayoi Kusama, Fausto Gilberti dedica il suo nuovo libro per bambini, edito da Corraini, allo street-artist più misterioso di sempre: Banksy. Lo abbiamo intervistato, e ci ha raccontato qualcosa in più riguardo al libro e al suo lavoro.

Intervista a Fausto Gilberti: da Piero Manzoni a Banksy, l’importanza di raccontare l’arte ai bambini

Ciao Fausto. Da poco è uscito il tuo ultimo lavoro Banksy, per Corraini Edizioni. Com’è nata l’idea di dedicare un libro illustrato per i più piccoli a Banksy?

«Da alcuni anni realizzo libri che raccontano la vita e le opere di alcuni artisti contemporanei. Finora ho raccontato sette artisti, e la scelta è sempre ricaduta su quelli meno tradizionali che non hanno fatto soltanto quadri e sculture, ma anche opere di più ampio respiro, spesso strane, bizzarre e inusuali. Banksy mi sembrava molto adatto da raccontare ai bambini anche per via della sua identità segreta e misteriosa».

Ecco la copertina del nuovo libro di Fausto Gilberti, dedicato a Banksy (Courtesy: Corraini)
Ecco la copertina del nuovo libro di Fausto Gilberti, dedicato a Banksy (Courtesy: Corraini)

Segui Banksy e le sue prodezze in giro per il mondo? Ti piace?

«Ho cominciato a seguirlo quando ho scoperto che l’immagine del disco Think Tank dei Blur aveva in copertina una sua opera. Mi piace soprattutto quando realizza performance e
installazioni e un po’ meno (ultimamente) quando fa quadri e graffiti».

(Courtesy: Corraini)
(Courtesy: Corraini)

Klein, Pollock, Manzoni, Duchamp e tanti altri: tu racconti i protagonisti e le protagoniste dell’arte contemporanea con uno stile ironico, semplice e lineare. Che ruolo ha secondo te la storia dell’arte nell’educazione dei più piccoli?

«Può contribuire allo sviluppo del loro senso estetico e ad avere una visione aperta sul mondo, a imparare a guardare le cose da più punti di vista. Però non bisogna annoiarli, altrimenti tutto si ferma in partenza.
Io cerco di raccontare le mie storie con leggerezza, ironia e divertimento perché penso che solo così si possa interessare alla storia dell’arte i più piccoli.
Credo che spesso la storia dell’arte, soprattutto quella contemporanea, sia più comprensibile, chiara e leggibile di come ce la raccontano gli addetti ai lavori».

Come ti è venuta l’idea di raccontare le storie di questi artisti e artiste?

«Mi è venuta qualche anno fa: avevo da poco pubblicato un libro dal titolo Bianca e stavo
cercando una nuova storia divertente e originale da raccontare ai bambini. Mi capitò di visitare la mostra di Piero Manzoni a Palazzo Reale a Milano con i miei figli piccoli
che rimasero colpiti e divertiti dalle opere di Manzoni, in particolare dalla sua opera più famosa, La merda d’artista. Così mi sono chiesto come mai nessuno avesse ancora raccontato quello straordinario artista ai più piccoli e ho deciso di farlo io, subito.
Avevo trovato la mia nuova storia da raccontare, questa volta una storia vera.
E ce ne erano molte altre, perciò ho continuato con altri artisti.

C’è qualche artista contemporaneo e non, a cui ti ispiri?

«Sono molti, in ogni periodo della storia, da Piero della Francesca a Keith Haring, anche perché la mia carriera si svolge da sempre dentro il mondo dell’arte contemporanea ed è da lì che traggo ispirazione anche per i libri, ai quali sono approdato in un secondo momento della mia carriera, senza però cambiare stile. Infatti gli omini in bianco e nero che disegno sui libri sono gli stessi che dipingo sulle tele e disegno sulla carte per le mostre nelle gallerie d’arte».

Da un punto di vista tecnico, qual è il processo di realizzazione dei tuoi lavori?

«Parto con un lungo lavoro di documentazione, poi mi metto a scrivere e a
disegnare. Poi passo all’impaginazione del libro al computer dove procedo
spostando, modificando, cambiando… sia il testo che le illustrazioni come se fossero elementi di un quadro finché non trovo il giusto equilibrio e la giusta sintesi del tutto».

Progetti per il futuro?

«Di solito lavoro su più progetti contemporaneamente: libri e opere da esporre. Ma non è mai certo che ogni lavoro si completi e si concluda. Infatti, se qualcosa in corso d’opera non mi soddisfa, lo abbandono senza ripensamenti oppure lo accantono per riprenderlo dopo un periodo di decantazione, che può durare anche vari anni».

Fausto Gilberti è pittore, disegnatore e autore di libri per bambini. Ha all’attivo un centinaio di mostre tra personali e collettive in Italia e all’estero, e ha pubblicato negli ultimi anni numerosi libri illustrati quasi tutti editi da Corraini. Tra i più recenti Il circo del nano e della donna barbuta (2018) e Yayoi Kusama (2019). Vive e lavora Brescia

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