07 ottobre 2023

Che cos’è la meraviglia? Un’artista e un autore dialogano sul suo significato

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A partire dal libro "La meraviglia è di tutti", D'Alessandro e Molinari riflettono sulla riappropriazione di una parola spesso abusata e svuotata di senso dal marketing e dalle logiche commerciali. Per tornare a riempire il quotidiano di ricchezza e significato

Emiliano Ponzi, La Meraviglia è di tutti, Einaudi, 2022

Di solito valuto quanto mi è piaciuto un libro in base a quanto l’ho sottolineato e scarabocchiato. Posso dunque affermare che, nomen omen, anche La meraviglia è di tutti è in sé una meraviglia. Ci aiuta a ri-stupirci e ad acquisire nuova consapevolezza di una parola che tanto spesso usiamo, ma che non sappiamo più leggere nelle sue molteplici sfaccettature. La meraviglia è un’emozione che si percepisce, ma anche una realtà che si crea e, quando manca la capacità di riconoscerla, manca anche la capacità di produrla. L’ultimo libro di Luca Molinari è fondamentale proprio per questo, ci offre gli strumenti per restituire alla meraviglia il suo contenuto semantico e, di conseguenza, la possibilità di “resuscitarla” dentro e fuori di noi.

 L’URPS (Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, ndr) la definirebbe “una parola smarrita benché utilissima alla vita sulla Terra”. Utilissima proprio perché, se riconquistata, rappresenta il più potente antidoto a quegli stessi fenomeni che hai individuato come causa del suo smarrimento: “eterno presente”, “sradicamento”, “consumismo”. Come saggiamente sostieni, per riaprire la porta alla meraviglia è fondamentale anche la comprensione di queste chiavi.

Luca Molinari: Il mio lavoro è stato un vero corpo-a-corpo spesso intenso, a volte faticoso, con un termine che sento necessario e, insieme, particolarmente scivoloso. La meraviglia è una parola potente che attraversa tutte le nostre vite ma che, insieme, è stata violentata dalla pubblicità e dal marketing fino allo sfinimento, con l’effetto di averla privata di quell’aura di mistero che scatena la forza di questa esperienza. Ho pensato che, invece, fosse necessario tornare a questa parola, provare a ripulirla, a ridarle senso profondo, perchè si tratta di un concetto e di una condizione di cui non possiamo fare a meno. Per questo nel libro ho cercato di smontare le diverse declinazioni del concetto di meraviglia incrociandola con le nostre, possibili, esperienze nello spazio costruito, nell’arte e in letteratura, perchè la meraviglia è insieme emozione individuale e racconto collettivo e questa condizione la rende così necessaria per noi.

Attraverso storie, luoghi e visioni della meraviglia, ci accompagni alla scoperta di un sentimento che abbiamo disimparato a riconoscere nelle sue manifestazioni meno evidenti, come ad esempio “l’incanto del particolare” e “la bellezza dello spazio comunitario, democratico”. Ma ci porti anche ad approfondire i meccanismi delle sue espressioni più immediate, dallo stupore per l’incommensurabilità della natura, allo sgomento di fronte alle “arditezze della tecnica”.

LM: Aristotele ci spiega che il sentimento di meraviglia è alla base della filosofia e, insieme, ci appartiene ogni volta che entriamo in contatto con una condizione che ci porta al di fuori della nostra zona di sicurezza interiore. Il rapporto con la natura è una di queste occasioni, dalle origini fino ai tempi recenti di eco-fobia! Ci può essere meraviglia in ogni ambito della nostra vita perché si tratta di un incontro con una occasione o un luogo o un elemento che stiamo cercando senza ancora averne consapevolezza. La meraviglia dice molto di noi e di quello che abbiamo dentro perché tocca il profondo, e lo fa inavvertitamente, quando abbiamo le difese più basse ed incontra un desiderio latente che prende improvvisamente forma. Per questo è fondamentale interrogare la meraviglia, capire la ragione di quell’eco sordo nella nostra anima. Per questo è fondamentale fermarsi e ascoltare, trasformando questa occasione in una forma di memoria radicata dentro di noi e pronta, poi, a essere con gli altri. A questo punto la meraviglia diventa narrazione, diventa poetica, diventa racconto che noi portiamo nel mondo e che può aiutarci a progettare insieme dimensioni diverse e migliori. Prendersi cura della meraviglia e di quello che ci offre, vuole dire prendersi cura della nostra anima e di quello che possiamo condividere con gli altri viventi.

E che dire della “timidezza delle chiome”?

LM: Si tratta di un regalo che il bosco del Cansiglio e il mio amico paesaggista Claudio Bertorelli mi hanno fatto un paio di anni fa. Quando mi ha rivelato che lo spazio, minimo. e leggerissimo, che esiste tra la chioma di un albero e l’altro viene denominato “la timidezza degli alberi” l’ho trovato di una tale forza espressiva e poetica da portarlo naturalmente nel libro. Anche le parole possono essere monumenti minimi che generano meraviglia potente.

Luca Molinari, La meraviglia è di tutti, Einaudi, 2023

Altra meraviglia del libro sulla meraviglia è che una volta riacquisita consapevolezza della parola, proponi come soluzione la centralità del progetto. Progetto e meraviglia sono due termini apparentemente lontani e, invece, leggendoti si comprende quanto siano profondamente legati. Fino all’estremo, affascinante proposito: “tornare ad avvicinare la figura del progettista a quella del poeta.”

LM: Il libro che ho cercato di scrivere è una chiamata al progetto e la conferma della centralità di questa parola nelle nostre vite. Noi tutti progettiamo, cose, esperienze, scelte, vite, momenti, e facendo così modifichiamo l’ambiente che ci circonda. Ogni gesto progettante è naturalmente politico, perchè incide sul mondo esterno a noi e sulla nostra anima. Credo che la parola “progetto” non sia unicamente legata all’architettura che vede in questo termine il cuore della disciplina, ma sia legato a ogni atto che noi produciamo. Aristotele poi ci fa notare che alla meraviglia di fronte ad eventi superiori a noi reagiamo, dopo lo sgomento, con razionalità progettuale per evitare di soccombere. Ebbene in questo tempo di metamorfosi così radicale e spaventosa credo che ripensare la parola progetto e riportarla al centro con spirito critico e politico sia la risorsa più importante che noi possediamo. Dobbiamo pensare al progetto come un patto solidale e consapevole tra viventi, tutti i viventi, abbandonando un antropocentrismo che ha invece consumato il nostro Pianeta.

Grazie Luca. Voglio ora salutare te e i lettori con una tua ulteriore frase, riferita all’ospedale “scandalosamente bello” costruito da Emergency in Sud Sudan, ma che anche fuori da ogni contesto mi sembra esprimere perfettamente la metafora di questo viaggio alla riscoperta della meraviglia. “La bellezza è nel giardino interno, un cuore verde nel mezzo di un deserto aspro”.

LM: Grazie a te Sabrina per questo attraversamento comune in questa parola così delicata, fragile, ma essenziale per tutte le nostre vite.

 

La meraviglia è di tutti
Corpi, città, architetture
2023
Super ET Opera viva
pp. 160
€ 14,00
ISBN 9788806256937

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