11 novembre 2019

Donne, guerre e rivoluzioni: se ne parla alla libreria Tlon di Roma

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Alla libreria teatro Tlon di Roma, scrittura, fotografia e pittura insieme, per riconsiderare i limiti dell'informazione, minando l’immaginario comune

Maria Novella De Luca, Il pane di Kobane

Provate a digitare “Gaza” nella barra di ricerca internet: quali risultati compaiono? Una galleria che è esattamente corrispondente al nostro immaginario. Esplosioni, filo spinato e macerie. A cosa ci siamo abituati? Dove sta la “norma” e dove la “normalità”? Sono solo alcuni degli spunti offerti dagli ospiti che lo scorso giovedì hanno animato il quartiere Ostiense, aprendo un dialogo alla libreria teatro Tlon di Roma.

Alla Libreria Tlon, i diversi linguaggi delle rivoluzioni

Più linguaggi sono stati chiamati a rapporto su un unico tema, in occasione della presentazione del libro Le ragazze di via Rivoluzione alla Libreria Tlon di Roma. L’autrice, Viviana Mazza, ha raccontato della sua esperienza con le donne incontrate nei luoghi attraversati dalla guerra, dal Pakistan all’Egitto. Si vuole andare oltre lo stereotipo di genere, per scardinare l’idea che si ha delle donne che, vivendo e agendo in questi Paesi, combattono per i diritti, al di là delle questioni di genere. Tra gli intervenuti, anche l’artista iraniana Rasta Safari, in Italia da qualche anno, e i fotografi Daniele Napolitano e Maria Novella De Luca, con lavori di reportage, rispettivamente sullo sciopero della fame in Palestina e sulle donne curde, che procedono al di là dello stereotipo comune.

 

Le piccole, preziose storie dalla Rivoluzione, raccontate da Viviana Mazza

Il giorno precedente all’incontro, la notizia dell’incendio della libreria e caffetteria La Pecora elettrica, nel quartiere di Centocelle, a Roma, non era passata inosservata. Cosa vediamo? Cosa ci propinano i grandi sistemi informativi? Cosa siamo disposti a vedere? Ci sono argomenti ai quali nessuno sembra essere interessato e non si tratta delle grandi notizie ma – solo per fare alcuni esempi – del profumo del pane appena sfornato che si può avvertire mentre si svolta l’angolo di una città palestinese o di cosa si deve provare a fare l’amore mentre esplodono bombe.

A partire da Le ragazze di via Rivoluzione di Viviana Mazza, si intraprende un viaggio attraverso il ruolo delle donne: non vittime ma «tra i principali agenti di cambiamento nelle loro società». Dalla fotografia alla scrittura, passando per l’arte, l’incontro attraversa i luoghi, le persone e la loro stessa quotidianità. Uno scatto di Maria Novella De Luca intercetta una donna che porta del tè in un vassoio, mentre un altro di Daniele Napolitano attraversa l’obiettivo e non lascia spazio a considerazioni.

Le testimonianze di un’artista e due fotografi

«Sono una donna iraniana artista, ma sopra tutte queste cose, sono un’artista», ha affermato Rasta Safari, la pittrice che ha etichettato l’interesse rivolto alle donne artiste iraniane come semplicistico: si pone l’accento sulle donne che vivono in contesti di guerra ma è scarso l’interesse per la produzione artistica (e delle artiste) di questi Paesi. Quelle di Rasta Safari sono opere popolate da figure umane indistinte: in una sua grande tela, il filo spinato che fa da sfondo al dipinto attraversa i corpi delle figure in primo piano, finendo per sostituirsi agli stessi vasi sanguigni. «La mia pittura rappresenta la realtà», ha commentato l’artista.

Maria Novella De Luca, Il pane di Kobane

Questi reportage, possono considerarsi una forma d’arte? Non si considerano artisti Maria Novella De Luca e Daniele Napolitano: «Il nostro è un racconto del reale, non è arte», hanno affermato, mentre Rasta Safari considera la sua opera una registrazione di tipo storico, di fatti e della società, e questo basta a definirla “arte”.

Alla libreria Tlon, abbiamo visto come i diversi linguaggi della scrittura, della fotografia e della pittura possano dialogare, a partire da una base comune e senza provare a superarsi. La loro pretesa? Non la conoscenza approfondita di una realtà vista attraverso la lente semplicistica dei mass media ma l’apertura di un varco. L’invito? Quello di entrarci.

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