13 settembre 2010

libri_architettura Rethinking Happiness (corraini 2010)

 
Aldo Cibic e la 12. Biennale di Architettura. Con un plastico, un libro e quattro proposte. Per andare a guardare l’urbanistica. E la vita che vorremmo. Declinata in quattro varianti...

di

Aldo Cibic (Schio,
Vicenza, 1955), come definirlo? Architetto senz’altro, vista la formazione e la
“militanza” sotto la guida di Ettore Sottsass e poi l’appartenenza a Memphis, ma pure interior
designer e designer tout court. Personalità mutevole e mutante,
quindi; ma, sono i casi della vita, in quel di Venezia, alla 12. Biennale di
Architettura, è stato fra i pochi a presentare un progetto che non ingenerava
la domanda: “Ma sono alla Biennale di Architettura o a quella d’Arte?”.

Critiche a parte che si possono muovere all’impostazione
proposta dalla direttrice Kazuyo Sejima
alla kermesse lagunare, il valore della proposta di Cibic è indubbio e un
merito ulteriore lo ha il libro che l’accompagna. Ripensare la felicità,
s’intitolano progetto e libro, con un primo sottotitolo neotestamentario (Fai
agli altri quello che vorresti fosse fatto a te
) e un secondo meno ammiccante e più descrittivo: Nuove
realtà per nuovi modi di vivere
.

Di cosa si tratta? Di una – anzi, di quattro – riflessioni
di carattere urbanistico che hanno coinvolto nell’elaborazione personaggi di
assai diversa estrazione: certo architetti, urbanisti, paesaggisti e designer,
ma pure sociologi ed economisti, nonché cittadini “normali”, con le loro
aspirazioni e i loro bisogni.

L’esito della riflessione è chiara, limpida addirittura: il fil
rouge
spicca senza ambiguità e si chiama decrescita. Un’impostazione che si riflette palesemente nelle
quattro modellizzazioni: si comincia con Nuove comunità, nuove polarità (la situazione: una comunità di giovani lavoratori
creativi – in ogni senso – piomba in un paese prealpino e, con l’obiettivo di
integrarsi nel tessuto sociale esistente, crea un nuovo polo che arricchisce a
sua volta il terreno d’origine. In sintesi: “Lo spazio per integrarsi
e diventare una risorsa per il territorio
”)
e si prosegue con Un campus tra i campi (situazione: una comunità ideata da una start-up ad alto tasso
tecnologico per sviluppare un terreno agricolo in laguna. In sintesi: “Una
condizione di autosufficienza energetica e alimentare
”). E ancora: Urbanismo rurale (situazione: un centro rurale a bassa densità nei
pressi di Shanghai, sistemato su palafitte e normato in maniera spiccatamente partecipata.
In sintesi: “Servizi condivisi, nuove attività e relazioni in
sintonia col territorio
”). Infine: Superbazar (situazione: metropolitana e passante ferroviario s’incrociano
e, anziché dar vita all’ennesimo non luogo milanese, si crea una zona densa di
servizi e ricca di luoghi di lavoro e di vita low cost. In sintesi: “Un
nuovo spazio pubblico che ospita attività funzionali
”).

Va da sé che osservare con calma e attenzione l’enorme
plastico in mostra a Venezia è altamente consigliabile; ma è altrettanto
evidente che, in funzione di palliativo o di appunto mentale, il libro dell’editore
mantovano incarna alla perfezione il ruolo.

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Aldo Cibic – Rethinking Happiness

Corraini, Mantova 2010

Pagg. 144, € 16

ISBN 9788875702656

Info: la scheda dell’editore

[exibart]

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