24 novembre 2003

libri_arte contemporanea Arte in Europa 1990-2000 (skira 2003)

 
Una ricognizione dell’arte contemporanea dell’ultimo decennio. Con l’occhio puntato al Vecchio Continente. Gianfranco Maraniello cura un volume di saggi scritti dai più noti critici europei. Per fare il punto della situazione, mettendo in evidenza le differenze e i tratti comuni. Ne viene fuori un ritratto stimolante…

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Il volume, ideato dal gallerista milanese Giò Marconi e realizzato da Gianfranco Maraniello, si presenta come uno strumento utile ed interessante per una prima ricognizione del decennio appena trascorso.
Critici e curatori del Vecchio Continente analizzano le opere e le personalità dei rispettivi Paesi, delineando un quadro artistico ricco e convincente: in primo piano è il dialogo intrattenuto da questa generazione con il mondo globalizzato e mediatico in cui è cresciuta e vive, declinato in varie soluzioni che hanno suggerito come coniugare efficacemente identità nazionale e spirito cosmopolita.
Tratti comuni all’arte europea degli anni Novanta sono la dispersione e il policentrismo, la pluralità dei linguaggi, un approccio ludico e ironico all’opera che si accompagna in molti casi ad un rinnovato interesse per i temi sociali e politici. Un atteggiamento del genere si confronta necessariamente con la poetica dei decenni precedenti: da una parte l’impegno e il concettualismo degli anni Sessanta e Settanta, dall’altra il relativismo postmoderno degli anni Ottanta. Proprio questo rapporto viene fuori particolarmente bene nei singoli saggi, che in tal modo riescono a fornire un inquadramento storico del periodo evitando – almeno nella maggior parte dei casi – la rigidità di un’impostazione manualistica.
Gli autori insistono quasi tutti dunque sulla ‘spensieratezza ambigua’ di questi artisti, che si riflette nelle loro opere: emerge un’attenzione esasperata per il look del prodotto artistico, si fa strada la riflessione sull’“estetizzazione del quotidiano” (Jacqueline Burckhardt), l’attitudine politica, quando è presente, si basa quasi esclusivamente sull’“emozione di essere soli davanti al televisore o al computer” (John Peter Nilsson). Eppure si coglie, a tratti, un senso quasi di frustrazione per le occasioni mancate di un decennio, l’impressione che la debolezza intenzionale sia talvolta divenuta ostacolo (anche se, per esempio, Adrian Searle parla di “ricerca di grandeur” per alcuni artisti inglesi come Billingham, Gordon, McQueen ed in parte Hirst).
Ovviamente, Arte in Europa 1990-2000 rende conto anche delle differenze profonde tra le diverse aree geopolitiche: importante, in questo senso, è lo studio della percezione reciproca tra Occidente e Oriente, condotto da Marina Grzinic, Marta Kuzma e Viktor Misiano sulla scorta della teorizzazione di Slavoj Zizek.
Ma l’aspetto forse più interessante della raccolta è la capacità di restituire una visione articolata delle trasformazioni interne al mondo dell’arte europea, attraverso l’individuazione delle mostre più importanti, delle gallerie più innovative e dei rapporti circolari tra produzione artistica, critica e mercato. A questo proposito, lo stesso Maraniello evidenzia molto bene il problema principale degli anni Novanta, che si riflette inevitabilmente anche in questi testi: la progressiva riduzione del progetto critico a mera informazione, collegata in Italia, in particolare, ad una sorta di complesso generalizzato nei confronti dei protagonisti di Arte Povera e Transavanguardia.

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christian caliandro


Arte in Europa 1990-2000 / a cura di Gianfranco Maraniello. 1° ed. Milano: Skira Editore, 2002, 177 pp.; 24 cm. ISBN: 88-8491-313-6. Prezzo: 19 euro. Contatti: http://www.skira.net

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