07 febbraio 2011

libri_regesti Nuovi Archivi del Futurismo I (de luca 2010)

 
Dopo due anni di gestazione, ecco il catalogo dei cataloghi futuristi. Il primo volume di un’opera che, per mole e meticolosità, cambierà per sempre la bibliografia sul Futurismo...

di

In principio furono gli Archivi
del Futurismo
(1958 e 1962), due volumi curati da Maria Drudi Gambillo e
Teresa Fiori per la Quadriennale di Roma. Vennero poi, tra la seconda metà
degli anni ‘70 e gli anni ‘80, i numerosi reprint anastatici di cataloghi di
mostre, libri e manifesti futuristi, pubblicati dalla Studio per Edizioni
Scelte di Firenze su iniziativa di Luciano Caruso. Infine, nel 2001, furono
dati alle stampe i due tomi del Dizionario del Futurismo, coedizione
Mart-Vallecchi curata da Ezio Godoli.

Gli imprescindibili della bibliografia futurista si arricchiscono
ora del più vasto lavoro di documentazione sul Futurismo mai intrapreso, i Nuovi
Archivi del Futurismo
, promossi dalla Fondazione La Quadriennale di Roma in
collaborazione col CNR e curati da Enrico Crispolti. Un’opera composta da ben
sei volumi, il primo dei quali, fresco di stampa, è dedicato ai cataloghi delle
esposizioni futuriste; seguiranno un volume sui manifesti programmatici, due
volumi dedicati alla Ricostruzione futurista dell’universo (dalla pittura alla
fotografia, dal design all’illustrazione), un volume su letteratura, musica e
periodici, infine un volume di regesti, bibliografia e fondi archivistici
futuristi.

Il primo tomo costituisce di
fatto un catalogo dei cataloghi futuristi. In oltre 800 pagine,
attraverso oltre 5mila immagini che riproducono anastaticamente i cataloghi in
edizione originale, scorrono pagina dopo pagina tutte le esposizioni futuriste,
personali e collettive, tenutesi tra il 1909 – anno di nascita del Futurismo –
e il 1944, anno di morte di Marinetti.
Copertina di un catalogo di mostra al Brooklyn Museum, 1926Accanto alle esposizioni ufficiali del movimento, sono altresì documentate le
partecipazioni di artisti del gruppo nelle principali esposizioni italiane e
internazionali, come le Biennali veneziane o le Quadriennali romane.

In caso di mostre prive di
cataloghi, il curatore è ricorso a documentazione d’archivio, come ritagli
stampa di recensioni, locandine, inviti e perfino manoscritti. È questo il
caso, per fare solo un esempio, della personale di Gino Severini nel 1917
alla galleria newyorchese 291 di Alfred
Stieglitz
, priva di catalogo, testimoniata solo da una lista delle opere
esposte, custodita dalla Beinecke Rare Book & Manuscript Library di Yale.

La sequenza delle riproduzioni
dei cataloghi è cronologica, scandita in decenni, tutti introdotti da un testo
di presentazione tradotto anche in inglese, che ben inquadra le peculiarità del
periodo. Ogni catalogo è poi accompagnato da una specifica scheda, completa di
dati editoriali. Da segnalare anche i preziosi indici, che permettono agili
rimandi fra titoli, luoghi e nomi, così come tra concetti e termini.

Un meticoloso lavoro d’indagine,
non c’è che dire, compiuto attraverso capillari ricerche in biblioteche
pubbliche e private non solo italiane, che immerge lo studioso, ma anche il
semplice curioso, in quella che Crispolti chiama “storiografia orizzontale”, ovvero un’ottica in medias res
delle esposizioni futuriste, capace di far rivivere, evento dopo evento, il
divenire del movimento marinettiano.

articoli correlati

Convegno sul Futurismo e le avanguardie

Futurismo
nella fotografia

duccio dogheria

la rubrica libri è diretta da marco
enrico giacomelli


Enrico Crispolti (a cura di)Nuovi
Archivi del Futurismo. I. Cataloghi di esposizioni

De Luca Editori d’Arte, Roma 2010

Pagg. 864, € 180

ISBN 97888880169932

Info: la scheda dell’editore

[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui