15 novembre 2000

Teoria femminile dell’arte “oevres d’etre…works of being…opere d’essere Catalogo della mostra a cura di Jacopo Benci. Novembre 2000

 
Il concetto creato da Hélène Cixous diviene categoria per una critica femminile dell’arte. Il devenir-femme dell’arte stessa...

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La mostra “oevres d’etre…woks of being…opere d’essere” che si tiene a Roma fino al 24 novembre presso la Temple Gallery e curata da Jacopo Benci, costituisce un evento di grande interesse sia sul piano artistico sia sul piano filosofico, in particolare per il pensiero della differenza. Il concetto di “oevres d’etre” creato da Hélène Cixous, scrittrice e filosofa francese ma di origini algerine e sefardite, diviene autentica categoria di critica d’arte, principio di selezione delle opere in mostra e fonte d’ispirazione per la creazione artistica. Hélène Cixous, Julia Kristeva e Luce Irigaray costituiscono quella che viene chiamata la “trinità del pensiero femminile francese” , che pone al centro della riflessione la déesse, ovvero différence sexuelle. Il catalogo della mostra romana presenta, nella traduzione italiana di Monica Fiorini, il bellissimo saggio di Hélène Cixous “L’ultimo quadro o il ritratto di Dio” (1983) originariamente apparso nella raccolta “Entre l’écriture” pubblicata dalla mitica casa editrice des femmes. In questo scritto fondamentale, un serrato confronto con le esperienze estreme della pittura (Monet, Van Gogh, Cézanne, Rembrant, Hokusai) conduce Hélène Cixous a elaborare la distinzione tra ‘opera d’arte’ e ‘opera d’essere’: l’opera d’arte è un’opera di seduzione, destinata ad offrirsi alla vista per glorificare l’autore.

L’opera d’essere è una radicale deposizione del sé, fedeltà estrema alla vita anche nei suoi aspetti terribili, adorazione e non più doratura, follia della purezza alla ricerca dell’ultimo dipinto. Giustamente Jacopo Benci nell’introduzione evoca il pensiero di E. Lévinas e il dibattito attuale di ‘etica vs estetica’. L’audacia speculativa di Hélène si spinge anche oltre: “ quando il sé non lo appesantisce più, il pittore diventa permeabile, diventa immenso e vergine e diventa donna” .
Ma Hélène rimescola le carte: “Invidio il pittore perché è sempre sconfitto”. E’ la ricerca sulla scrittura che guida la riflessione sulla pittura: una scrittura rivoluzionaria, capace di riconciliarsi con il corpo. E’ l’écriture féminine che Hélène crea nelle splendide pagine di analisi, di lettura estrema dei romanzi di Clarice Lispector.

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Lavinia Garulli



“oevre d’etre…works of being…opere d’essere”
Catalogo della mostra. A cura di Jacopo Benci. Con un testo di Hélène Cixous “L’ultimo quadro o il ritratto di Dio” nella traduzione di Monica Fiorini.
Temple Gallery. Temple University Rome.
Lungotevere Arnaldo da Brescia 15
00196 Roma Tel 06 3202808



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7 Commenti

  1. Ma cosa scrive questa pseudogiornalista?
    Le avranno mai spiegato che la lingua italiana è apprezzata nel mondo per la semplicità e la chiarezza?

  2. Sarei interessata a vedere qualcosa di più delle opere in mostra. Poichè abito a Palermo, non potrò visitarla. Sono anch’io una pittrice, quindi il tema mi tocca da vicino.
    Interessante come prospettiva di lettura. Si potrebbe ricevere il catalogo?

  3. Madonna con questa storia di ricevere il catalogo…ma che ne so…ma come si fa….che basta che dici “RICEVERE IL CATALOGO” e arriva la cicogna e te lo manda?

  4. ciao Silvio,
    giustamente, tu dici, la lingua italiata nel mondo è apprezzata per la semplicità e la chiarezza, sono d’accordo con te.
    L’articolo a me sembra chiaro e semplice.
    Se vuoi possiamo discutere i punti che ti sembrano grammaticalmente, sintatticamente, o lessicalmente non chiari o altre tue osservazioni
    aspetto tue risposte
    ciao carlo

  5. Rispondo ai messaggi relativi al catalogo di “oeuvres d’etre”. Attualmente è disponibile solo a Roma, alla Temple Gallery, fino al termine della mostra (24 novembre). Dopo di che intendiamo renderlo disponibile presso le Librerie delle Donne di Roma, Bologna e Milano. Il prezzo sarà veramente molto contenuto. Grazie per il vostro interesse, a nome di tutte le persone che hanno lavorato a questo progetto.

  6. Personalmente sono delusa dal poco coinvolgimento delle donne per “oevres d’etre”. Forse le teorie di Helene Cixous, Julia Kristeva e Luce Irigaray sono troppo difficili da seguire. Tuttavia complimenti agli uomini per aver curato la mostra.

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