07 settembre 2019

Tipi da Festival della Letteratura a Mantonva

di

Mantova si apre al Festival della Letteratura ospitando, fino a domenica, professionisti del settore e un'eterogenea platea. Che ci offre uno spunto di riflessione antropologica semiseria

festival-letteratura-mantova

Una parola è volano di un’esperienza e di una riflessione. Una riflessione è insieme narrazione e immagine, percorso lineare e retina del pensiero. Il pensiero in sé è incontro di più note, composte secondo un’armonia consonante. Per riuscire esso deve contenere al suo interno delle anime che partecipano congiuntamente e che si muovono trasversalmente. Concorrono alla creazione di questo universo fenomenico fatto di storie ed immaginari, più di settanta diversi autori in circa trecento incontri. È il Festival della Letteratura di Mantova, consolidata kermesse culturale giunta alla sua ventitreesima edizione, che attira un diversificato pubblico e una buona fetta di critica.

Per prepararmi alla scrittura di questo pezzo stavo ri-leggendo Blues dalla fine del Mondo di Ian McEwan (che sarà ospite oggi alle 15.00 in Camera di Commercio, presso la Loggia del Grano), ripensando alla piega di Gilles Deleuze e ascoltando i Passages con cui Ravi Shankar discute con Philip Glass (per predispormi all’incontro di sabato alle 16.45 in Piazza Castello con Abraham B. Yehoshua con Wlodek Goldkorn – “Ascoltare l’anima e non il cervello”).

Presto detto: affrontare il Festival della letteratura con profonda serietà e una certa reverenza, in un’epoca in cui esiste la pretesa del tutto comprendere e tutto condensare in poche, semplici battute, mi fa sentire un po’ un pesce fuor d’acqua.

Ma il mio è uno stile, un metodo estetico che mi calza e non certo il migliore in assoluto.

festival-letteratura-mantova
Festival di Letteratura, Mantova

Un approccio ad esempio che ho sempre invidiato è quello di chi si lancia con una naïvite invidiabile: con lo stesso incanto ascolterà probabilmente un simposio di scienza o di economia, di un testo scritto con estrema fatica o dell’annosa questione linguistica (li troverete in piazza Castello alle 10 da Mariana Mazzucato – “L’Economia del Valore”, da Michela Marzano, in Basilica Palatina di Santa Barbara alle 11 – “Identità e memoria”, e sparsi negli incontri con Giuseppe Antonelli e Claudio Bartocci, Giovanni Bietti, Lina Bolzoni, Massimo Cirri, Lella Costa, Anna Ottani Cavina, Elvira Seminara e Alessandro Vanoli, nel loro contributo alla creazione di un Museo della Lingua Italiana). Cosa ne deriveranno è dubbio, personalmente ho sempre temuto i filtri tarati a caso, ma di certo nulla di intellettualmente scabroso.

Ci sono poi i bohneur en travesti, che selezionano gli eventi che reputano più di richiamo: esserci è conditio sine qua non del loro status, ascoltare lo è solo secondariamente, anche se forse varrebbe la pena farlo davvero (per loro sarà imperdibile l’evento di domenica alle 11.30 in piazza Castello: Gianrico Carofiglio, Massimo Gramellini e Arianna Porcelli Safonov con Neri Marcorè – “Le parole per dirlo”, ma saranno anche già stati da Margaret Atwood, Nawal al-Sa’dawi, Massimo Cacciari, Ali Smith, Manuel Vilas e Bernhard Schlink). Li riconosci perché a posteriori sorseggieranno un drink sciorinando competenze letterarie appena ripassate.

Gli âgé (le pietre miliari): sembrano ascoltare in religioso silenzio, puntando agli eventi gratuiti (tenda Sordello si trasforma nella loro seconda casa). Temi con impatto sociale a cui si presentano con debito anticipo, facendo bucare i tempi per concludere il simposio con lunghissime domande, lunghissime. Sono il sogno distopico degli organizzatori, nella versione pro portano la sedia da casa.

festival-letteratura-mantova
Festival della Letteratura, Mantova

Gli addicted: coloro che anche se è un festival della letteratura l’occhio ha bisogno di vedere, di nutrirsi d’arte, suggerendo per tempo la derivazione: parola – foto-giornalismo, arte.

Arrivano in elegante ritardo alle mostre, con fare indie parlano di design o delle opportunità del Sol Levante (da Igort che interviene domenica alle12:15 in Fondazione Università di Mantova, insieme a Marcello Ghilardi con “L’Italiano con il cuore a mandorla”), sono in prima linea per il restauro delle Pescherie di Giulio Romano e per gli eventi organizzati da Palazzo Te, partecipano al dibattito artistico in veste di massa critica (domenica alle 15 al Teatro Bibiena: Alberto Meda con Beppe Finessi, “Le idee nascono dalla Materia”, o alle 14:45 in seminario vescovile, Peter T. Lang e Salvatore Scibona con Luca Molinari – “Città Mondo: New York”; oppure al simposio “La fotografia è un haiku” con Lorenzo Tugnoli, vincitore del World Press Photo in Fondazione Università di Mantova domenica alle 17.30) senza scomporsi, meditando su quanto detto e su come loro lo avrebbero detto meglio.

Non intervengono quasi mai, tacciati negli anni da quegli stessi savi che oggi mentalmente combattono in un dibattito molto complesso che resta però tutto interiore. Alla fine, siedono accanto agli âgé in piazza Sordello, ascoltando la conclusione degli interventi, prima di prestare il fianco all’estetica vanitosa dei bohneur in uno dei molti graziosissimi locali in centro.

Alla fine, si riuniranno tutti in una colorata platea consapevoli che, se esiste un solo modo per rimanere ignoranti ne esistono molteplici d’ imparare, affrontando la cultura come curiosità comanda.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui