28 agosto 2023

Un libro al giorno. Le forme della moda di Maria Luisa Frisa

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Nella rubrica estiva di exibart “Un libro al giorno” presentiamo saggi e romanzi di cultura a 360 gradi. Non solo arte e storie di artisti, ma anche critica, filosofia e attualità. Consigli di lettura da mettere in valigia, per accompagnarvi in ogni viaggio della vostra estate

Un libro dal formato pocket ideale per capire come sta cambiando la moda in questi ultimi anni post pandemia. Il volumetto racconta in modo molto diretto come il settore più dinamico per definizione abbia dovuto ripensare alle sue forme, dal marketing/comunicazione al prodotto, dal nuovo ruolo dei direttori creativi alla scomparsa dei direttori editoriali (ora head of contents di piattaforme più complesse) fino alle geografie della moda stessa, che ora si sposta sul Metaverso.

A tutti questi temi molti complessi e articolati risponde il saggio Le forme della moda di Maria Luisa Frisa, edito da Il Mulino (2022), che <<affronta la contemporaneità, la interroga, la definisce senza chiuderla. E, nel farlo, parla di noi, del nostro stare nel tempo>>. Maria Luisa Frisa, critica, curatrice di mostre, coordinatrice del Corso di laurea Design della moda e Arti multimediali all’Università IUAV di Venezia ed editor in chief della rivista Dune, ha rivisto e ampliato la prima edizione del libro uscito nel 2015, tracciando una mappa di percorsi possibili attraverso 8 capitoli che invitano a riflettere sulle nuove frontiere e sfide del fashion system contemporaneo. Molti sono i temi affrontati, dalla sostenibilità al Metaverso, dall’editoria di moda fino al concetto stesso di identità ed espressione di genere e termini come Androginia, unisex, a-sex. Racconta la stessa Frisa: <<Maschile e femminile non sono solamente generi che identificano due fisicità e mentalità diverse, sono attitudini al vestire che non vedono più la divisione tra i sessi o le differenze ma mescolano le caratteristiche di entrambi arrivando a una nuova definizione di a-sex: un genere che non è basico, ma mescola caratteri opposti, e veste un corpo che culturalmente perde gli attributi del genere stesso, di him e her e diventa they, loro. Indya Moore, star delle serie Pose, ha collaborato con Tommy Hilfiger per una collezione gender free con capi adattabili a molteplici espressioni di genere.

Oggi le persone sembrano più libere di muoversi tra diverse offerte moda, cercando ciò che è più conforme a una propria idea, e questo anche grazie alla presenza mediatica di personalità che hanno sdoganato un certo tipo di libertà inventando un proprio stile: è il caso, per esempio, di performer come Billy Porter e Harry Styles e, in Italia, Damiano David dei Maneskin e Achille Lauro. Sin dal suo inizio come direttore creativo di Gucci, il lavoro di Alessandro Michele è insieme una negazione dell’identità “erotica” del marchio, nella forma in cui eravamo abituati a considerarla, e una sua evoluzione. Una sessualità in transito di una generazione astratta e pensierosa. Le fisicità, impronta di intenzioni e speranze, che Michele ha in mente, e che in questi anni di direzione creativa ha via via presentato nelle diverse occasioni sono una dichiarazione di dissidenza>>. <<Non sono un uomo. Non sono una donna. Non sono eterossessuale. Non sono omossessuale. Non sono nemmeno bisessuale. Sono un dissidente del sistema sesso-genere>> scrive Paul B. Preciado, che Alessandro Michele ha voluto a dissertare nel film Ouverture of something that never ended girato con Gus Van Sant in epoca di pandemia. Oggi, la sfida di alcuni autori – tra cui spicca, per intensità visionaria, Francesco Risso per Marni – è quella di riuscire a far leva sulla capacità trasformativa della moda, sulla valorizzazione dell’elemento di unicità. Non solo abiti, allora, ma corpi che abitano vestiti. Personalità che si appropriano dell’oggetto abito e lasciano la loro impronta. Tutto questo e molte altri spunti su come leggere la moda contemporanea sono facilmente fruibili nel libro ideale sia per appassionati, sia per insider.

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