27 settembre 2002

fino al 30.IX.2002 Enrico Castellani – Opus Incertum Pesaro, Galleria Franca Mancini

 
Rigorosa, analitica, oggettiva. L’arte di Enrico Castellani si accosta alla musica di Rossini e crea molteplici percorsi fruitivi. Per un dialogo continuo fra la vista e l'udito...

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Era il 1959 quando Enrico Castellani decise di abbandonare l’esperienza informale per abbracciare una ricerca che rivelasse le potenzialità della superficie della tela e le sue possibili tensioni; ciò si concretizza in procedimenti di rielaborazione dello spazio creativo, attraverso l’applicazione di chiodi nella parte retrostante la tela, denominati estroflessioni. E’ a questo periodo plastico dell’artista -che rifiuta il compiacimento sentimentale del figurativo e sposa l’analisi oggettiva e la razionalità- che si riferisce il connubio con l’opera di Gioacchino Rossini in Enrico CastellaniOpus Incertum. La mostra, curata da Franca Mancini, si è avvalsa della collaborazione di Bruno Cagli per la consulenza musicale e prevede una serie diversificata di opere tra quadri, fotografie, sculture-installazioni, musiche e suoni, create dal maestro Enrico Castellani, appositamente studiate con l’intento di creare un percorso visivo e uditivo (sette situazioni, sette tappe cognitive) accompagnato da frammenti di due sestetti rossiniani e da ultimo dal suono assoluto dei metronomi, secca e distaccata geometria dell’assoluto musicale (Bruno Cagli).
L’esposizone è caratterizzata dalla presenza di 4 coppie (2 opere ogni coppia), che determinano associazioni e rinvii semantici piuttosto complessi. L’insieme diventa una sorta di gioco di abilità, in cui dei fili si intrecciano l’uno sull’altro. Tutto ha motivo di esistere nella sua complessità ed interezza: ogni elemento rinvia all’altro, con un meccanismo di appropriazione del senso continuamente in movimento.
Una simile composizione segnica, obbliga l’osservatore (destinatario del messaggio), a decodificare la comunicazione in atto in quel momento attraverso uno schema che rompe l’unidirezionalità ed abbraccia la diade Castellani,Superficie Bianca, 1961 tela estroflessa e introflessa, cm 100x70 comunicativa, in cui i soggetti sono elementi compartecipi.
Diventa piacevole quindi addentrarsi in una dimensione tanto complessa quanto affascinante, soprattutto per quell’estremo bisogno di istruzioni di lettura e soprattutto di allenamento alla lettura, senza i quali un simile progetto artistico non sarebbe totalmente percettibile.
La mostra è una composizione ricca di tre diverse categorie di gruppi o meglio di trucchi da svelare: la prima è la successione numerica seriale da Uno a Sette, che si mescola ad una serie verbale che si attua per associazioni linguistiche, seguita da una dimensione più pittorica, evidente soprattutto nella geometria e nel cromatismo delle Cinq Voyelles (Cinque Vocali) o nella regolarità-irregolarità di Tre Quadri.
In uno scritto intitolato l’Antifonario, Paolo Fabbri assicura che … c’è un altro gioco più generale e segreto che pervade quest’ opus incertum nel suo significante e significato, nella musica e nel pensiero: L’Antifona.
Allora…ci sembra di aver colto il vero filo rosso della mostra: Castellani ci chiede di mettere in moto tutte le nostre potenzialità percettive e sensoriali, per non lasciare che l’arte sia uno spettacolo impenetrabile.

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katia d’angelo


fino al 31.IX
Enrico Castellani Opus incertum, mostra in sette situazioni. Galleria Franca Mancini, C.so XI settembre 254, Pesaro (pu).
Orario: 16/20 info: 0721.65090 Ingresso libero

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