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Donald Thompson, Lo squalo da 12 milioni di dollari
Si parte dai capisaldi. La prima edizione de Lo squalo da 12 milioni di dollari risale al 2010 e certi riferimenti sono già piuttosto superati, in effetti, a partire dalle menzioni ai traguardi mondiali – bene o male tutti doppiati, polverizzati, basti guardare al record fresco di Klimt da oltre 230 milioni. Eppure il libro di Donald Thompson resta un’istituzione incontrastata nell’art industry, con quella sua domanda martellante, più o meno esplicita dal principio alla fine del testo: perché spendere milioni per un’opera d’arte? E ancor di più: perché spendere milioni per un’opera d’arte contemporanea – magari di un’artista vivente, magari realizzata in materiali poverissimi e così facile da replicare? Ed ecco allora l’ormai leggendario squalo di Damien Hirst, che conduce il lettore alla scoperta del mercato dell’arte, dei suoi ineffabili retroscena, con una lente d’ingrandimento su case d’asta, gallerie, mercanti d’arte e superstar del settore.
Donald Thompson, Bolle, baraonde e avidità: Storia e segreti del mercato dell’arte contemporanea
Ed ecco il seguito de Lo Squalo datato 2018, con tanto di balloon di Jeff Koons in copertina. Si intitola Bolle, baraonde e avidità, lo pubblica Mondadori. Un altro diario segreto dell’arte, pronto a svelare uno dietro l’altro i retroscena di un sistema quanto mai difficile da delimitare. «L’arte, specialmente quella contemporanea, ha cominciato a stimolare l’avidità degli affaristi e a dare vita a nuove e pericolose forme di finanza creativa. I consulenti dei collezionisti non sono più critici d’arte, ma analisti in attesa del momento più opportuno per consigliare la vendita o l’acquisto di un’opera e ottenere profitti milionari. Le sale delle case d’aste sono diventate un palcoscenico su cui si consuma un gioco delle parti che vede in scena sempre gli stessi protagonisti: consulenti, galleristi, agenti e artisti viventi che creano opere iconiche, trofei perfetti per magnati alla ricerca di prestigio. Come si spiegano, altrimenti, i diversi esemplari di una stessa scultura prodotti da Jeff Koons, oppure le vasche di formaldeide in cui Hirst immerge squali, vitelli, mucche e maiali?». Case d’asta, mercanti d’arte, galleristi, collezionisti, non manca nessuno all’appello, Thompson mette l’art industry al vaglio a 8 anni dal suo indiscusso capolavoro.
Georgina Adam, Dark side of the boom
Non è tutto oro quello che luccica, specialmente nel mercato dell’arte. Lo sa bene Georgina Adam, che nel 2019 pubblica con Johan & Levi il riuscitissimo Dark side of the boom. Un viaggio senza regole tra truffe, speculazioni, intrighi e paradisi fiscali che costellano, più o meno nascosti, il sistema dell’arte internazionale. Il lato oscuro del boom, esatto. Gli scandali che pervadono il mondo patinato dell’art industry, i retroscena scomodi, quelli adombrati dalle più scintillanti aggiudicazioni mondiali (qui la nostra intervista all’autrice). «Dietro ai vernissage in musei e gallerie, dietro ai record sfavillanti e ai balletti di poltrone da Christie’s e Sotheby’s, si nasconde un lato oscuro: l’eredità di questo boom è il rapido aumento della concentrazione del potere nelle mani di pochi mega attori capaci da soli di determinare il prezzo – e dunque il valore – delle opere». Poco più di 250 pagine che scorrono veloci, tra controversie e colpi di scena.
Francesco Poli, Il sistema dell’arte contemporanea
Forse un po’ datato, eppure sempre incredibilmente attuale. Il sistema dell’arte contemporanea di Francesco Poli è un libro che non può mancare nella libreria di chi si occupa – o di chi si approccia – all’art market, a tutti i suoi livelli. Basta una rapida lettura all’indice, in apertura: da “Nascita e sviluppi del mercato dell’arte contemporanea internazionale” a “Il prodotto artistico”, da “Le strutture di vendita. Gallerie, fiere, case d’asta” a “La domanda. I collezionisti” e “I critici d’arte. Riviste, cataloghi ed editoria d’arte”. «L’analisi del nesso fra valore estetico e valore economico di un’opera è cruciale per comprendere il senso complessivo della produzione artistica come fenomeno peculiare della cultura in cui viviamo». Chiaro, immediato, a tratti ironico, internazionale.
Wanda Rotelli Tarpino, Lo spettacolo dell’asta
Wanda Rotelli Tarpino racconta l’evoluzione – lo spettacolo – delle aste, tutte giocate tra celebrities sales, singoli proprietari illustri, storie d’amore, esiti stellari. Un viaggio senza limiti né categorie, dalla vendita delle collezioni del Chevalier d’Eon (1791) a quelle del Duca Bianco (2016), fino ai nuovi format in epoca Covid – così impensabili fino a una manciata di anni fa. Il punto di vista di una vera insider, responsabile stampa di Finarte e di Sotheby’s per oltre trent’anni, che nel 2022 mette per iscritto, per Edizioni Officina Libraria, l’imprevedibile spettacolo delle aste. L’obiettivo? «Individuare le relazioni che legano le premesse e le intuizioni del passato con l’aggressivo art marketing delle aste odierne e la loro risonanza sui media».
Marco Meneguzzo, Il capitale ignorante. Ovvero come l’ignoranza sta cambiando l’arte
Il capitale ignorante. Ovvero come l’ignoranza sta cambiando l’arte (Johan & Levi, 2019). E il titolo già la dice molto lunga sulla visione di Marco Meneguzzo, il suo autore. Il contenuto, in pochissime parole: i collezionisti, un tempo guidati da cultura e conoscenza, oggi risultano trainati, sempre più spesso, da mode e portafogli mai visti prima. Non solo: lo stesso artista, per non essere tagliato fuori da quel sistema che dovrebbe ergerlo ad attore principale, si ritrova costretto a piegarsi ai gusti tutti omologati dei collectors, con tanti saluti alla sua autonomia, alla sua ispirazione, alla sua impagabile libertà espressiva. «Incultura, finanza e globalizzazione stanno rapidamente spingendo i linguaggi dell’arte in un “cul-de-sac». Un’arte che cambia, e non sempre nella giusta direzione.
Melanie Gerlis, The Art Fair Story: A Rollercoaster Ride
A rollercoaster ride. Un giro sulle montagne russe, è questa l’immagine che meglio riassume oggi il mercato dell’arte, da una parte all’altra del globo. Un saliscendi vorticoso e instabile raccontato nel 2021 dalla giornalista del Financial Times Melanie Gerlis, con un’attenzione particolare alle fiere d’arte, al loro passato storico – dalle prime manifestazioni d’arte europee del dopoguerra, costruite sul modello imperiale ottocentesco delle Esposizioni Internazionali – alle fiere d’arte globali del XXI secolo, dritte e dirette verso il loro imprevedibile futuro. «Il libro dà vita alle persone, ai luoghi e alle filosofie che hanno consentito alle fiere d’arte di mettere radici, esamina i periodi di mercato cruciali in cui sono fiorite e mappa dove potrebbero andare in un mondo molto cambiato». L’editore: Lund Humphries.
Alessia Zorloni, Il mercato dell’arte. Una Guida pratica per consulenti finanziari e private banker
Il mercato dell’arte. Una Guida pratica per consulenti finanziari e private banker (Franco Angeli, 2021). L’autrice Alessia Zorloni ripercorre, ad una ad una, tutte le sfaccettature dell’intricatissimo sistema dell’arte, attraverso sezioni tematiche e domande che danno forma a un’industria tutt’altro che lineare. «Quali obblighi dichiarativi ha un collezionista?», troviamo tra gli interrogativi. «Che cosa succede se un’opera viene notificata?», «Come si è sviluppato il mercato della scultura contemporanea?», «I gioielli continuano ad essere un bene di rifugio?», «Il vino può essere un investimento?». I destinatari della guida: chiunque si avvicini per la prima volta all’art market, senza distinzioni.
Sarah Thornton, Seven Days in the Art World
«Un ritratto indelebile di una società particolare», così lo ha definito Vogue. Pubblicato nel 2009 – con ben 20 traduzioni nel frattempo – il volume di Sara Thornton dipinge in modo sofisticato il mondo intricatissimo dell’arte contemporanea. Il contenuto: sette giorni nell’Art World tra New York, Los Angeles, Londra, Basilea, le grandi piazze del mercato, tutti immersi tra fiere, aste, gallerie, realtà e personaggi più o meno patinati della cosiddetta “filiera dell’arte”.
Philip Hook, Breakfast at Sotheby’s
«Quanto vale? Quanto varrà tra cinque o dieci anni? E cosa penserà la gente di me se la vedrà appesa alla mia parete?». Oltre trentacinque anni di esperienza di Philip Hook nel mercato dell’arte lo hanno portato a rispondere con una certa precisione a tutte queste domande che tutti i collezionisti, da una parte all’altra del globo, si sono posti almeno una volta prima del fatidico “sì, lo voglio”. Ed ecco il risultato (la prima edizione è del 2013): una vera e propria guida in ordine alfabetico, da leggere anche a zig zag, all’occorrenza, per trovare tutte le risposte ai propri quesiti. Artisti, mercanti, investimenti, le parole chiave della raccolta, sempre condita con un certo umorismo, talvolta piccante, mai banale.
Simone Facchinetti, Il mercato dell’arte. Le regole del gioco
Una delle pubblicazioni più recenti della nostra selezione: Il mercato dell’arte. Le regole del gioco. Perché di un gioco, di fatto, si tratta, con i collezionisti nei panni di – più o meno – abili giocatori. Lo racconta Simone Facchinetti nell’omonimo volume pubblicato da Allemandi, un viaggio tra aste, fiere, mercanti e immancabili colpi di scena. «Partiamo dai giocatori. I primi sono i collezionisti perché è a loro che si rivolgono tutte le attenzioni del mondo. A dipendenza di come reagiranno, il mercato muterà orientamento, come fanno i girasoli, incessantemente». Ed ecco una sfilza di aneddoti a rincorrersi ordinati per sette capitoli, punti di partenza per addentrarsi nelle dinamiche del famigerato art-system internazionale. Come la vicenda giudiziaria intorno al Caravaggio di Sir Denis Mahon, o il boom delle donne pittrici, da Fede Galizia a Élisabeth Louise Vigée Le Brun. Un’indagine sulle regole del gioco che disciplinano i meccanismi di una magnifica ossessione.
Annapaola Negri-Clementi, Economia dell’arte. Mercato, diritto e trasformazione digitale
Economia dell’arte. Mercato, diritto e trasformazione digitale. È questo il titolo dell’ultimo volume a cura di Annapaola Negri-Clementi edito da Egea, oltre 500 pagine che tratteggiano nel dettaglio il nuovo contesto economico e giuridico dell’arte e dei beni culturali. Ovviamente condite da numerosi casi che riguardano transazioni commerciali di beni artistici, un vero e proprio prontuario per addetti ai lavori – dagli operatori del diritto ai collezionisti, fino a istituzioni bancarie, case d’aste e curatori. Il filo rosso: la valorizzazione del patrimonio culturale nell’era della trasformazione digitale. «Opere d’arte e beni culturali», commenta la curatrice del volume Annapaola Negri-Clementi, avvocato e socio di Pavesio e Associati with Negri-Clementi, «costituiscono il patrimonio che l’umanità crea per alimentare passioni e visioni, esprimere bellezza o provocazione, rappresentare lo spirito del tempo e i mutamenti d’epoca. La società non è sterile. Ogni periodo storico genera artisti che diventano espressione della realtà sociale e politica. Agli operatori delle scienze economiche e giuridiche spetta comprendere, misurare e disciplinare i cambiamenti in un contesto denso di contaminazioni derivanti dalle altre scienze, inclusa l’estetica e la neuroscienza, contribuendo alla formazione individuale e collettiva in mondi open access in cui è d’obbligo parlare plurale».
Jo Lawson-Tancred, Intelligenza artificale e mercato dell’arte
Nel 2025, si sente parlare soltanto di AI. Ed ecco una delle pubblicazioni chiaramente più recenti, nell’elenco di exibart: Intelligenza artificale e mercato dell’arte, editore Johan & Levi, analizza il ruolo dell’IA in alcune delle pratiche cardine del mercato dell’arte – dall’autenticazione all’attribuzione, fino alla valutazione delle opere, un capito dopo l’altro. Con una parentesi essenziale: in un ambito storicamente segnato da opacità e complessa regolamentazione, l’uso dell’intelligenza artificiale apre a nuove prospettive in termini di trasparenza. Attraverso le testimonianze di professionisti del settore, Jo Lawson-Tancred ci invita così a riflettere su un presente – e su un futuro –in cui l’interazione tra arte e tecnologia diviene inevitabile, e forse essenziale.










