12 marzo 2015

La crisi è passata. Parola del report di TEFAF

 

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Ogni anno, le giornate che precedono The European Fine Art Fair (TEFAF) di Maastricht, tutto il mondo dell’arte aspetta con ansia il report sul mercato commissionato dalla fondazione che organizza la fiera. Con la scadenza che si avvicina, TEFAF lancia alcune preview di quello che sarà il contenuto del testo, preparato accuratamente da più di 4 anni da Clare McAndrew, esperta di economia dell’arte e di mercato. 
La notizia dell’anno è che, numeri alla mano, la crisi è superata, il totale incassato nel 2014 dal mercato in tutto il mondo, fatto di aste, fiere e gallerie, è di 51 miliardi, che supera la cifra di 48 miliardi di dollari del 2007 pre crisi. Questi incassi sono così distribuiti: regnano ancora sul mercato, con il 39 per cento dei dividendi, gli Stati Uniti, seguiti poi dalla Cina, alla pari con la Gran Bretagna al 22 per cento. Ed è proprio il mercato inglese quello che potrebbe spostare l’ago della bilancia prossimamente, negli ultimi mesi infatti Londra ha visto aumentare del 17 per cento il volume delle sue vendite, facendo tremare la Cina.
A dominare sono ancora gli artisti nati dopo il 1910, nella sezione sul Dopoguerra e il Contemporaneo, che copre oltre i 48 per cento delle vendite, contro il 28 per cento del Moderno, apprezzato soprattutto nella vecchia Europa. 
Per le fiere invece, tra le oltre 180 che popolano il mondo, il 39 per cento si svolge negli Stati Uniti, il 38 in Europa ed il 12 per cento in Cina. E se le fiere fanno incassare circa 10 miliardi, sono molto dispendiose per i galleristi, che sborsano circa 2 miliardi per prendere parte a questi prestigiosi eventi internazionali.
Solo il 6 per cento delle vendite si conclude online, dove ad avere maggiore successo sono opere poco costose, che vanno dai mille ai 5mila dollari, e dove tutto è alla luce del giorno.
Già, perché una delle più grandi preoccupazioni per chi gira intorno al mercato, è l’opacità che circonda le vendite, le gallerie e le aste, problema che secondo Clare McAndrew è inesistente, data la grande forza delle regole presenti in America e l’eccessiva regolazione dell’Europa, che spesso sposta il mercato altrove. Ma reputa fondamentale la trasparenza che ha visto un ottimo punto di partenza nell’avvento di database di prezzi online e che potrebbe incoraggiare sia i compratori che i venditori. (Roberta Pucci)

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