14 aprile 2016

L’arte italiana alla riscossa

 

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I segnali ci sono tutti e le ultime aste confermano la tendenza: l’arte made in Italy sta vivendo un momento d’oro sul mercato.
Ultima in ordine di tempo l’asta di grande successo da Christie’s Milano, che con oltre 13 milioni di euro di incasso e 44 lotti venduti su 48 si pone al secondo posto tra i record di Christie’s in Italia. 
Uno dei top lot della serata e record dell’artista è stato raggiunto da un lavoro di Tano Festa, Via Veneto 2, la cui stima iniziale di 60mila euro è stata quasi decuplicata dall’offerta vincitrice, pari a 510mila euro. La tendenza in crescita per gli artisti italiani è stata notata anche durante la vendita di Sotheby’s dello scorso novembre, ma soprattutto nell’asta di Phillips di questo inverno, quando un’opera di Mimmo Rotella è passata di mano a un milione. 
Una scossa al mercato dell’arte italiana che di solito non raggiunge queste cifre nelle aste, mentre frenano nomi come Alberto Burri, invenduta la sua combustione del 1961, Manzoni, il cui Achrome a fatica raggiunge la stima minima di 250mila euro, o addirittura Fontana invenduto a Milano, mentre nelle vendite di Londra ha stabilito il suo record, facendo da traino a tutti i suoi compatrioti. 
Questo cambiamento è un altro segnale evidente della maggiore attenzione che i collezionisti ripongo nella scelta delle opere da comprare. Non sono spinti soltanto dal nome famoso o dalla moda del momento, dalla voglia di possedere uno status symbol, cercano piuttosto l’opera più rara, storica e seminale per un percorso dell’artista. E cosa c’è di meglio di un collezionista intelligente e coraggioso? Agli artisti la risposta. (Roberta Pucci)

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